Legislazione
Al via l’assunzione degli stagionali extracomunitari in agricoltura
La procedura unicamente per via elettronica come previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 marzo 2009
18 aprile 2009 | R. T.
Dalle ore 8,00 di mercoledì 15 aprile possono essere presentate dai datori lavoro le domande di nulla osta per il lavoro stagionale degli 80mila cittadini extacomunitari autorizzati, esclusivamente con modalità informatiche.
A stabilirlo il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 marzo 2009 sulla Gazzetta Ufficiale n.84 del 10 aprile che prevede la programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali, nel territorio dello Stato, per l'anno 2009.
Per ulteriori informazioni www.interno.it
Si tratta di una procedura informatica con domande di ingresso on line che evitano le lunghe file alle poste del passato.
Possono essere assunti per lavori stagionali cittadini non comunitari originari di Serbia, Montenegro, Bosnia-Herzegovina, Macedonia, Croazia, India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka e Ucraina, nonché di Paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere accordi di cooperazione in materia migratoria come Tunisia, Albania, Marocco, Moldavia, Egitto e i cittadini stranieri non comunitari titolari di permesso di soggiorno per lavoro subordinato stagionale negli anni 2006, 2007 o 2008.
Il maggior numero di autorizzazioni per lavoratori stagionali extracomunitari secondo la Circolare del Ministero del lavoro 11/2009, riguarda - riferisce la Coldiretti - Emilia Romagna (8.000), Veneto (8.000), Lazio (7.900), Campania (7.100), Puglia (6.500), Sicilia (5.700) e Calabria (5.400), seguite da Abruzzo (4.500), Lombardia (4.000), Toscana (3.900), Piemonte (3.800), Trento (3.000), Marche (1.850), Basilicata (1.250), Bolzano (1.000), Liguria (800), Friuli Venezia Giulia (700), Sardegna (700), Molise (500) e Valle d'Aosta (50), mentre disposizione presso la Direzione Generale dell’Immigrazione per essere attribuite successivamente in base ad eventuali fabbisogno territoriali restano 5.000 unità.
Con circa il 10 per cento di extracomunitari sul totale dei lavoratori agricoli è nelle campagne dove la presenza di immigrati evidenzia una incidenza tra le più elevate dei diversi settori economici, secondo il XVIII Rapporto Caritas/Migrantes sull'immigrazione.
Sono 98.155 i rapporti di lavoro in agricoltura identificati come extracomunitari negli archivi INPS ed appartengono a 155 diverse nazionalità anche se a trasferirsi in Italia per lavorare in agricoltura sono principalmente nell'ordine gli albanesi (15 per cento), i rumeni (12 per cento) e gli indiani (10 per cento) che trovano occupazione soprattutto negli allevamenti del nord per l'abilità e la cura che garantiscono alle mucche.
Sono molti i "distretti agricoli" dove i lavoratori immigrati sono diventati indispensabili come nel caso della raccolta delle fragole nel Veronese, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell'uva in Piemonte, del tabacco in Umbria e Toscana o del pomodoro in Puglia.
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