Legislazione

No alla coltivazione della cannabis, anche se per uso personale

Il pronunciamento definitivo della Suprema Corte di Cassazione sposa la linea proibizionista in contrasto con sentenze precedenti che avevano depenalizzato il comportamento di chi coltiva qualche piantina

26 aprile 2008 | Ernesto Vania

Rimane illecito penale coltivare qualche pianta di cannabis per uso personale.

Lo hanno deciso le sezioni unite della Cassazione, decidendo che va perseguito chi pianta qualche piantina di marijuana sul balcone o nel giardino di casa.

In particolare il quesito posto ai giudici era il seguente: "Se la condotta di coltivazione di piante, dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, sia penalmente rilevante anche quando sia realizzata per destinazione del prodotto a uso personale".
La risposta data dai magistrati di legittimità è stata nel senso della rilevanza penale di ogni tipo di coltivazione di sostanze stupefacenti che non sia "autorizzata".
"Costituisce condotta penalmente rilevante – si legge in particolare in un estratto della camera di consiglio diffuso dalla Corte - qualsiasi attività di coltivazione non autorizzata" di cannabis.

Con questa decisione, presa dalle sezioni unite della Suprema Corte presieduta dal Primo presidente Vincenzo Carbone, i giudice sposano la linea proibizionista e più intransigente nella repressione della coltivazione di piccoli quantitativi di marijuana, in contrasto con decisioni precedenti, prese da sezioni della stessa Cassazione, che avevano depenalizzato il comportamento di chi coltiva qualche piantina.

Nella sua requisitoria, il rappresentante della Procura della suprema corte, Vitaliano Esposito, aveva invece chiesto di non considerare penalmente perseguibile la coltivazione domestica.