Legislazione

IL GOVERNO AUTORIZZA 350.000 INGRESSI DI EXTRACOMUNITARI E TOGLIE ALCUNE BARRIERE

La presenza di lavoratori immigrati nei campi è cresciuta con tassi di incremento annui a due cifre ed oggi rappresentano quasi il 15 per cento degli occupati. Cresce la presenza dei lavoratori extracomunitari anche in attività innovative con circa duemila persone impiegate nell'agriturismo

22 luglio 2006 | R. T.

Il superamento delle quote con la liberalizzazione degli ingressi dei lavoratori provenienti dai nuovi Paesi dell’Est entrati a far parte dell’Unione è un momento storico che offre grandi opportunità di sviluppo per l’economia e l’agricoltura italiana dove più di un lavoratore su dieci è immigrato proveniente nella maggior parte dei casi proprio da questi Paesi, con in testa la Polonia.
E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Paolo Bedoni nel commentare positivamente la decisione di rimuovere il contingentamento degli ingressi di cittadini europei di otto dei dieci paesi nuovi entrati nell'UE, ripetutamente sollecitata dall’organizzazione degli imprenditori agricoli. “L’immigrazione legale - ha precisato Bedoni - è una risorsa per l’agricoltura Made in Italy dove gli ingressi devono dare una risposta adeguata ai bisogni delle imprese e alle aspettative dei lavoratori, per conciliare il rigore nei confronti della clandestinità con i cambiamenti di una moderna economia post-industriale. Occorre - prosegue il Presidente della Coldiretti - combattere l'illegalità e cogliere le opportunità di occupazione che l'agricoltura può offrire dando la possibilità alle imprese, con la semplificazione degli adempimenti burocratici, di continuare nel percorso di trasparenza dei rapporti di lavoro intrapreso negli ultimi anni nel settore, dove la domanda di lavoro segue i cicli stagionali delle produzioni.”
Negli ultimi anni la presenza di lavoratori immigrati nei campi è cresciuta con tassi di incremento annui a due cifre ed oggi rappresentano quasi il 15 per cento degli occupati. Sulla base dell'ultima indagine Inea i lavoratori stranieri occupati in agricoltura sono circa 117.000 concentrati per circa la metà nelle Regioni del Nord (48%), ma presenti anche nel sud e isole (37%) e nel centro Italia (15%). Una realtà che è divenuta una componente strutturale di molti "distretti agricoli" come nel caso della raccolta delle fragole nel veronese, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell'uva in Piemonte, del tabacco in Umbria e Toscana e dell'allevamento in Lombardia. In particolare gli immigrati impegnati nei campi si occupano della raccolta della frutta e della vendemmia (42,4%), della preparazione e raccolta di pomodoro, ortaggi e tabacco (32,1%), ma anche nell'attività di allevamento (12,8%). Ma cresce la presenza dei lavoratori extracomunitari anche in attività innovative con circa 2000 persone impiegate nell'agriturismo (per lo più donne con un rapporto stagionale e dedite alla cura degli ambienti e alla ristorazione) e 7500 occupati nella trasformazione e vendita diretta dei prodotti agricoli.

Fonte: Coldiretti

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