Legislazione

Nel decreto sull'Imu agricola si nasconde una nuova beffa per gli imprenditori agricoli

La nuova legge 34/2015, che trasforma in legge il decreto sull'imposta municipale unia sui terreni agricoli, sopprime alcune agevolazioni Irap prima previste per i produttori agricoli per l'assunzione di lavoratori

27 marzo 2015 | R. T.

L’Imu agricola è legge dal 19 marzo e già pendono ricorsi al Tar, annunci di rivolgersi all'autorità giudiziaria e qualche contestazione per evidenti incongruenze.

Guardando al solo Lazio scopriamo che i comuni di San Cesareo (312 mt) e Colonna (343 mt) sono considerati montani, mentre Rocca di Papa (680 mt) e, soprattutto, Rocca Priora (768 metri di altitudine e sede della comunità montana) nell’elenco Istat risultano parzialmente montani. Proprio come il comune di Roma. Abbastanza per spingere l’Anci Lazio a rivolgersi al Tar. Enrico Michetti, l’avvocato che assiste l’Anci, dichyiara: "Se la relazione dell’istituto di statistica è insoddisfacente, nei prossimi giorni chiederemo al Tar la sospensiva immediata o, peggio, ricorreremo al Consiglio di Stato".

Ma non si tratta dell'unico colpo basso per l'agricoltura.

La legge di conversione del decreto IMU agricola (Legge n. 34/2015) ha stabilito, tra le altre cose, anche l'abrogazione di alcune agevolazioni Irap previste per i produttori agricoli.

In particolare, sono state abrogate le deduzioni per i lavoratori a tempo determinato con un contratto di durata di almeno 3 anni e almeno 150 giornate lavorate all’anno (articolo 5, commi 13 e 14, D.L. n. 91/2014). E' stata poi abrogata la deducibilità integrale dell’imposta relativa al costo del lavoro non solo per i dipendenti a tempo indeterminato, ma anche per ciascun lavoratore agricolo dipendente a tempo determinato impiegato nel periodo d’imposta, purché avesse lavorato almeno 150 giornate e con contratto almeno triennale (articolo 11, comma 4-octies, ultimo periodo, del D.Lgs. n. 446/1997).

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