Legislazione
Di nuovo in alto mare l'Imu per i terreni agricoli svantaggiati e montani
Dopo che si era diffuso l'allarme per la prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale sull'Imu agricola, ecco la retromarcia del governo. Nuova data e nuovi parametri
05 dicembre 2014 | T N
Panico tra gli agricoltori per qualche giorno per la pubblicazione del decreto ministeriale che riclassificava i terreni dei Comuni montani e svantaggiati a fini Imu.
Oggi sono 3500 i Comuni che, parzialmente o totalmente, sono interessati dall'esenzione del pagamento Imu sui terreni. Un numero che avrebbe dovuto ridursi drasticamente, visto che dalla misura il governo prevede un gettito di 350 milioni di euro.
Le indiscrezioni che giungevano dal Ministero dell'economia parlavano di tre fasce. Sopra i 600 metri di quota, sul livello del mare, qualsiasi terreno sarebbe stato esente dall'imposta. Tra i 281 e i 600 metri avrebbero dovuto pagare l'Imu i proprietari che non fossero coltivatori diretti o imprenditori agricoli principali. Sotto i 281 metri avrebbero dovuto pagare tutti. Sempre secondo le bozze che circolavano, era il centro abitato del Comune capoluogo a far da riferimento per la quota sul livello del mare.
Secondo le associazioni di categoria, ma anche molti deputati (100 parlamentari del PD hanno scritto a Matteo Renzi facendo notare l'iniquità del provvedimento), oltre a violare lo Statuto del contribuente, che indica chiaramente tra il provvedimento e il pagamento della tassa non può intercorrere un periodo inferiore ai 60 giorni (mentre il decreto avrebbe imposto il pagamento al 16 dicembre), avrebbe creato sperequazioni sul territorio.
Non è infrequente, infatti, che il Comune sia a una quota inferiore rispetto a terreni disagiati, pensiamo alle colline liguri, dove il Comune capoluogo è sul mare ma poi vengono coltivati terrazzamenti a quote più elevate.
Solo la quota altimetrica, inoltre, apparrebbe insufficiente a garantire l'effettiva tutela dei terreni svantaggiati. Evidentemente, infatti, non verrebbe tenuta in nessun conto la pendenza, i delclivi e le condizioni di oggettiva difficoltà agronomica connessi all'agricoltura collinare o di montagna.
Su queste basi, e trenuto conto dell'unitaria sollevazione delle assocazioni di categoria, il governo ha dovuto fare marcia indietro. Almeno temporaneamente.
“L’ipotesi è quella di uno slittamento della data per il pagamento della rata al prossimo anno”. Così ad Agricolae il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta al lavoro dalla sera di ieri per trovare la quadra sull’Imu agricola prevista dal decreto 66 in relazione ai parametri altimetrici.
Nessuna certezza per ora sulla prossima data: “Stiamo vedendo, c’è un problema di bilancio e di date. Dobbiamo trovare la quadra”, spiega. Inoltre Baretta annuncia che “stiamo verificando la possibilità di utilizzare nuovi parametri per l’individuazione dei comuni montani”.
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