Legislazione
Pensioni di agronomi e forestali sempre più magre. Ma l'Epap lo sa?
Nel dare la brutta notizia il presidente Pirrello sbaglia normativa. I comunicati dell'Ente sono attendibili oppure no? Possiamo fidarci di come vengono gestiti i nostri soldi se importanti informazioni, con un impatto sulla futura vita degli iscritti, sono tanto superficiali?
15 giugno 2013 | Roberto Accossu
Leggere i comunicati del Presidente Pirello, sul sito dell’EPAP, sulle nostre future pensioni, è sempre più complicato. Capire, infatti, cosa significhi che “i nuovi coefficienti sono dunque meno convenienti per il calcolo della pensione “ richiede un’attenzione ed una competenza molto elevate.
Inizio dalla citata L. n° 335/95, normativa complessa, che racchiude molte cose, ma che, sulla base di quanto riportato nel comunicato n° 5 del Presidente, dovrebbe essere di semplice lettura poiché viene già indicato l’articolo di riferimento.
Trovo dunque l’indicato art. 11 e scopro che questo parla del “Trattamento tributario dei contributi e delle prestazioni”. Rileggo il comunicato del Presidente, ma l’articolo indicato è proprio l’art. 11. Devo leggermi attentamente tutta la legge per scoprire che l’articolo relativo all’aggiornamento del coefficiente di trasformazione è in realtà il n. 1 comma 11. Ma, cosa ancora più sorprendente, mi accorgo che non vi è alcuna traccia dell’aggiornamento decennale di cui al comunicato del Presidente Pirrello. L’art. 1 comma 11, infatti, testualmente recita: “Sulla base delle rilevazioni demografiche e dell'andamento effettivo del tasso di variazione del PIL di lungo periodo rispetto alle dinamiche dei redditi soggetti a contribuzione previdenziale, rilevati dall'ISTAT, con decreto del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, e' rideterminato ogni tre anni il coefficiente di trasformazione previsto al comma 6”.
Vengo così a scoprire, dopo opportune ricerche, che l’adeguamento decennale era previsto nella precedente formulazione della norma, oggi non più in vigore da più di cinque anni, ossia da quando, con la legge n. 247 del 24/12/2007, all’aggiornamento decennale è stato sostituito un ben più breve e diverso aggiornamento triennale.
Ciò significa che, se la mia ricostruzione è corretta, devo aspettarmi una modifica dei coefficienti di trasformazione ogni tre anni e non ogni dieci come affermato dal Presidente Pirrello.
Ma cosa sono i coefficienti di trasformazione su cui calcolare la mia futura pensione?
Sempre all’art. 1, comma 6, della L. 335/95 leggo: “L'importo della pensione annua nell'assicurazione generale obbligatoria e nelle forme sostitutive ed esclusive della stessa, è determinato secondo il sistema contributivo moltiplicando il montante individuale dei contributi per il coefficiente di trasformazione di cui all'allegata tabella A relativo all'età dell'assicurato al momento del pensionamento …….”.
Tralasciando che la tabella A è stata modificata una prima volta dalla L. 247 del 24/12/2007 – art. 1 comma 14 Allegato 2 - e pertanto la modifica apportata dal Decreto Interministeriale del 15 maggio 2012 è la seconda e non la prima, mi chiedo come iscritto che valore devo dare ai comunicati che leggo sul sito dell’EPAP.
Sono attendibili o non lo sono?
E’ mai possibile che una modifica così importante dei coefficienti di trasformazione sia stata ignorata dai massimi organi di rappresentanza dell’Ente, Consiglio di Amministrazione, Consiglio di Indirizzo Generale e Consiglio dei Delegati?
Perché una notizia che ha grandi ripercussioni per la futura “vita pensionistica” dell’iscritto alla cassa non è mai stata portata all’attenzione degli iscritti?
Sapere che il coefficiente di trasformazione varia ogni tre anni determina scelte diverse rispetto ad una variazione decennale.
Presidente, io come tanti liberi professionisti iscritti all’EPAP che svolgono la professione in forma esclusiva e non percepiscono versamenti contributivi da datori di lavoro - siano essi pubblici o privati - e sono perciò più esposti al difficile momento congiunturale (che, purtroppo, si preannuncia più lungo del previsto) chiedo che Lei, il Consiglio di Amministrazione, il Consiglio di Indirizzo Generale ed il Consiglio dei Delegati rispettiate i nostri risparmi investendoli in modo adeguato e dandoci delle informazioni corrette.
Perché vede Presidente, io attribuisco valore anche alle informazioni e il suo comunicato stampa denota scarsa attenzione ai contenuti ed ai riferimenti normativi tanto che un Dottore Agronomo trova che le norme riportate nel suo comunicato sono errate.
La stessa scarsa attenzione è manifestata dagli altri organismi di rappresentanza visto che nessuno di questi ha segnalato niente.
La mia opinione sulla gestione dei contributi soggettivi da me versati la conosce, ma ora dovrò dedicare anche maggiore attenzione alle disposizioni legislative da Lei riportate nei vari comunicati perché, come nel comunicato n° 5, potrebbero essere sbagliate.
Presidente, un consiglio, presumo che l’EPAP paghi degli avvocati, pertanto, prima di riportare dei riferimenti legislativi se li faccia verificare.
Saverio Tropea
17 giugno 2013 ore 10:39Ringrazio il collega dott. agronomo Roberto Accossu per la vigile attenzione che riversa alle problematiche dell'Epap nell'interesse generale degli iscritti. Le sue analisi sull'operato Epap, frutto anche di una sua manifesta competenza in materia, hanno trovato sempre rispondenza e non mi risulta che siano mai state smentite. L'attuale scarsa fruttuosità dei contributi versati per una degna pensione e che si prevede, purtroppo, anche nella prospettiva, inchioda alle responsabilità verso gli iscritti, chi mantiene da anni il potere della gestione Epap. Se a questo si accompagna quanto evidenziato dal dott. Accossu nel suo articolo, sta a dimostrare la superficialità e leggerezza dei componenti gli organi del Consiglio di Amministrazione e del Consiglio di Indirizzo generale e non solo della presidenza, nell'impostare una saggia politica di gestione della spesa contributiva professionale che sia di speranza per tutti i professionisti, i quali, trovandosi in regime di contribuzione obbligatoria e non volontaria, hanno il diritto di chiederne il conto dell'operato di coloro che sono stati delegati.
dott. agronomo Saverio Tropea