Legislazione

Decreto Sviluppo, legge Salva Olio Italiano, regolamenti 29/2012 e 2568/91. Un intreccio di provvedimenti, comunitari e nazionali, in cui è facile perdersi

Decreto Sviluppo, legge Salva Olio Italiano, regolamenti 29/2012 e 2568/91. Un intreccio di provvedimenti, comunitari e nazionali, in cui è facile perdersi

Non c'è pace normativa per il settore olio d'oliva che, in pochi mesi, sta vedendo l'approvazione e l'entrata in vigore di diversi provvedimenti. Tra polemiche e proteste c'è comunque da mettersi in regola anche perchè il Ministro Catania ha smentito le voci su presunti stop comunitari alle due leggi sull'olio d'oliva varate negli ultimi mesi dall'Italia

09 febbraio 2013 | R. T.

Quattro provvedimenti in meno di sei mesi, in parte confliggenti, in parte contestati. E' chiaro che, in un simile quadro, l'operatore rischia di perderci la testa.

Occorre, quindi, prima di tutto fare un po' di cronistoria.

Nel marzo 2012 la senatrice Mongiello propose un disegno di legge sull'olio d'oliva. Tale provvedimento, noto come Salva Olio Italiano, cominciò il suo iter al Senato ma una parte di questo fu assorbito da un provvedimento governativo.

 

Decreto sviluppo del 22 giugno 2012

Il governo valutò che due misure contenute nella legge Salva Olio Italiano avessero carattere di urgenza e le fece proprie.

Nacquero così gli articoli 43 comma 1 bis (limite alchilesteri 30 mg/kg per l'olio italiano) e 43 comma 1 ter (obbligatorietà panel test nei processi e loro valore legale).

Il decreto sviluppo fu convertito in legge il 3 agosto 2012, pertanto i due articoli in questione sono legge dello Stato.

Gli articoli, nel gennaio 2013, sono stati oggetto di una missiva della Commissione Ue, indirizzata al Mipaaf, con una richiesta di chiarimenti.

Legge Salva Olio Italiano

Stralciati i due articoli inseriti nel decreto sviluppo, la legge Mongiello ha comunque seguito il suo iter parlamentare, fortemente accelerato vista la volontà di tutte le forze parlamentari di arrivare all'approvazione della norma, come infatti avvenuto in extremis, il 19 dicembre scorso, pochi giorni prima dello scioglimento delle Camere e l'indizione delle elezioni.

Nel frattempo il Ministero dello sviluppo economico ha provveduto a notificare a Bruxelles il testo della norma in fieri. Questo è avvenuto il 21 novembre scorso.

La legge Salva Olio Italiano è stata firmata il 14 gennaio 2013 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 31 gennaio 2013. E' previsto nel disposto normativo che entri in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e quindi è legge dello Stato in vigore.

Nel frattempo, tuttavia, la Commissione europea si è avvalsa dell'articolo 9 comma 3 della direttiva 98/34/CE del 22 giugno 1998. Cosa dice esattamente l'articolo in questione? “Gli Stati membri rinviano l'adozione di un progetto di regola tecnica di dodici mesi a decorrere dalla data in cui la Commissione ha ricevuto la comunicazione di cui all'articolo 8, paragrafo 1, se, nei tre mesi successivi a tale data, la Commissione notifica la sua intenzione di proporre o di adottare una direttiva, un regolamento o una decisione conformemente all'articolo 189 del trattato a questo riguardo”.

Modifiche ai regolamenti 29/2012 e 2568/91

Da qualche mese la Commissione europea sta rivedendo alcuni specifici aspetti dei regolamenti 29/2012 e 2568/91. In particolare, per quanto riguarda il 29/2012, sono in revisione l'etichettatura, con particolare riguardo alle dimensioni dei caratteri dell'origine obbligatoria, la commercializzazione nel canale Horeca (obbligatorietà del tappo antiriempimento) e una dizione facoltativa (anno di produzione sulla bottiglia). Il disposto congiunto dei due regolamenti, inoltre, prevede l'estensione obbligatoria dei controlli sull'olio d'oliva a tutti gli Stati membri.

Il Comitato di gestione OCM Unica ha varato, in via provvisoria, i due provvedimenti il 7 febbraio, che saranno approvati definitivamente ad aprile.

 

Fin qui la storia. Da qui le polemiche.

Le contestazioni al Decreto Sviluppo fanno propendere alcuni nel ritenere che le norme siano non applicabili previa risoluzione del contenzioso con Bruxelles.

Più delicata la questione relativa alla legge Salva Olio Italiano. Nel sito della Commissione compare effettivamente che la norma sarà applicabile da 22 novembre 2013, ovvero fa riferimento alla notifica ai sensi del già citato articolo 9 comma 3 della direttiva 98/34/CE del 22 giugno 1998.

Ma le due norme sono in vigore oppure no?

La risposta, in maniera inequivocabile e con sicura autorevolezza, l'ha fornita il Ministro Catania nel corso di un convegno sull'alta qualità italiana il 6 febbraio, sostenendo che entrambe le normative sono in vigore e pertanto verranno applicate da parte degli organi di controllo.

Ha quindi illustrato le ragioni per cui non c'è stata alcuna bocciatura o stop formale europeo ai provvedimenti. Per quanto riguarda il decreto sviluppo alle richieste di chiarimento, il governo risponderà velocemente, assolutamente convinto che non vi sia alcuna violazione dei regolamenti comunitari, né formale né sostanziale.

Per quanto riguarda la legge Salva Olio Italiano, l'articolo in questione si riferisce esplicitamente a “progetto di regola tecnica” mentre il provvedimento in questione è legge dello Stato, non un progetto di legge. L'Unione europea può quindi impedirne l'applicazione solo con l'apertura di una procedura di infrazione, eventualità che il Ministro considera remota visto che le regole stabilite da Bruxelles nelle modifiche dei regolamenti sono persino più stringenti di quella nazionale. Ovvero la linea politica dell'Unione europea sposa in pieno quella italiana e quindi non c'è ragione per aprire un contenzioso. Inoltre i punti di sovrapposizione tra norma italiana e norma comunitaria sono soltanto due: dimensione dei caratteri e sistema di chiusura per il canale Horeca. Nel primo caso la normativa italiana verrà automaticamente superata, senza alcun conflitto, appena varato il regolamento comunitario e nel secondo caso la legge Mongiello riprende sostanzialmente una norma italiana già in vigore da tempo (legge 81/2006) sul divieto di utilizzo delle ampolle nei ristoranti, mai contestata da Bruxelles.

Per tutte queste puntuali ragioni il Ministro ha perentoriamente dichiarato che il decreto sviluppo e la legge Salva Olio Italiano sono in vigore e quindi applicabili da parte degli organi di controllo.

 

Come dunque debbono comportarsi gli operatori in questo groviglio di norme comunitarie e nazionali, in vigore e in fieri? Ecco alcuni suggerimenti.

- dimensione dei caratteri: è consigliabile uniformarsi già alle dimensioni dei caratteri previsti nel regolamento comunitario 29/2012, più stringente rispetto alla legge Mongiello. Queste le misure: 2 mm, se il volume nominale del contenitore è uguale o inferiore a 25 cl; 3 mm, se il volume nominale del recipiente è superiore a 25 ma inferiore o uguale a 100 cl cl; 4 mm se il volume nominale del recipiente è superiore a 100 cl

- tappo antirabbocco: sarà obbligatorio a partire da 1 gennaio 2014. Gli oli confezionati e/o commercializzati prima di tale data non sono assoggettati alla norma

- uso dei marchi ingannevoli per l'origine: essendo in vigore la legge Mongiello vale la regola per cui marchi, ancorchè registrati, che possano indurre in errore riguardo l'origine non sono utilizzabili pena sanzioni severe

- annata di produzione: in base al regolamento 29/2012, dal 1 gennaio 2014, è inseribile in etichetta solo se il 100% dell'olio proviene dalla campagna olearia indicata

- alchil esteri: nel caso di superamento del valore di 30 mg/kg per gli oli etichettati come italiani, l'azienda sarà soggetta a un piano di sorveglianza straordinario della durata di 12 mesi, prorogabili

 

 

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Emanuele Aymerich

07 marzo 2013 ore 13:34

Certamente Sig. Satolli, vedo che lei è nella mia città, mi farà piacere fare due chiacchere con lei. Ho visto su internet dove è il suo ufficio, quando passerò in zona non mancherò di fermarmi a salutarla. Cordialità.

Romano Satolli

07 marzo 2013 ore 12:23

Egregio Sig. Aymerich, lei è sempre attento ed aperto al dialogo, ma io pensavo ai tanti produttori che si troveranno sotto la mannaia di controlli e controllori nei quali la mentalità burocratica, purtroppo, è talmente radicata ed anche, purtroppo, nei giovani che dovrebbero portare una ventata di novità e di spirito collaborativo anzichè di terrore tra il cittadino e la P.A.
Dal suo cognome, ritengo che risieda in Sardegna, per cui mi farebbe piacere incontrarci a Cagliari, quando e se lo desidera, per uno scambio di idee e per conoscerci di persona. Cordiali saluti.

Emanuele Aymerich

06 marzo 2013 ore 22:02

Egregio Sig. Romano, il suo intervento del 10/2 non mi è assolutamente sfuggito, diciamo che l'ho letto con un sospiro di mesta rassegnazione ad uno stato che sembra fatto per demolire le imprese. Cordialità.

Romano Satolli

06 marzo 2013 ore 17:41

Mi suona strano che si stia tanto a sottilizzare su una norma bizantina, tipica del nostro legislatore, che non vieta il rabbocco, ma semplicemente la chiusura della bottiglia di olio, che intende con quel giro di parole garantire il consumatore.
Mi meraviglia però che nessun commento ci sia stato sul mio commento del 10 febbraio scorso, sulla "vantata" semplificazione dei controlli con tutta una plètora di organismi che-oltre a far perdere tempo alle aziende che ci capitano-servirà a creare un clima di terrore per la ricerca di verbali comunque, per dimostrare di essere più bravi di altri.

Emanuele Aymerich

06 marzo 2013 ore 16:47

Gent.le Sig. Grimelli, se lo dice addirittura la relatrice stessa sicuramente sarà come dice lei, anche se non capisco perché scrivere l'articolo in quel modo contorto.
Quindi non si farà altro che lasciare le cose come già succede in un sacco di ristoranti: usare le nostre bottiglie come delle ampolle. Al punto che mi è capitato di vederne addirittura di scadute e sentirmi rispondere "ma non si preoccupi, non sono scadute davvero, noi le laviamo sempre e ci mettiamo olio buono comprato a fusti", un altro invece ci metteva "l'olio buonissimo di mia mamma", complimenti, e me lo dici pure??? Addirittura alcuni mi hanno contattato chiedendomi di vendergli direttamente le bottiglie vuote ma etichettate, non potevo crederci, stendiamo un velo pietoso. Io passo comunque all'antirabbocco e l'ho già ordinato, sono stufo di metterci la faccia per olio non mio e di vedere nei locali le mie bottiglie ancora belle piene dopo mesi dall'acquisto, quindi non aspetterò gennaio 2014.

Grazie e cordialità.

Alberto Grimelli

06 marzo 2013 ore 14:45

Gent. Sig. Aymerich,
attenzione a non voler andare oltre il disposto normativo. In nessun punto dell'articolo si dice che le confezioni devono essere presentate sigillate o che è obbligatorio il tappo antibabbocco nella presentazione al consumatore.
La stessa relatrice del provvedimento, in più di una conferenza stampa, ha fatto notare come la legge non parli mai di obbligatorietà del tappo antirabbocco.
Lo fa esplicitamente, invece, la modifica al Reg. 29/2012.
Non vorrei che, ogni tanto, gli addetti ai lavori diventino più realisti del re. E' già capitato con il limite di alchil esteri a 30 mg/kg previsto dal decreto sviluppo in cui si è persino immaginato che un olio non potesse essere etichettato come extra vergine se tale limite venisse superato. Tutto caduto come un castello di carta con l'interpretazione autentica della norma da parte dell'ICQRF.

Emanuele Aymerich

06 marzo 2013 ore 14:34

La ringrazio molto per la risposta ma a parer mio non è quello che dice l'articolo. Lo scopo, scritto chiaramente, è impedire che il contenuto possa essere modificato a garanzia del consumatore sulla corrispondenza tra contenuto ed etichetta, quindi per evitare il rabbocco. La frase, come tutta la legge, è scritta male ma a me pare evidente che le scelte offerte al ristoratore sono due: presentare al consumatore seduto alla tavola una bottiglia sigillata, quindi garantita perché non aperta, oppure presentare una bottiglia già aperta ma dotata di dispositivo idoneo tale che per essere rabboccata deve essere alterata, e non vedo altro modo che con un tappo antirabbocco. E mi sembra una cosa logica, visto che non fa altro che anticipare la prossima direttiva europea. Credo che il regolamento, quando uscirà, chiarirà questo aspetto in tal senso.

Alberto Grimelli

06 marzo 2013 ore 14:19

Gent. Sig. Aymerich,
le confermo l'informazione.
Riporto, per prima cosa, l'articolo di legge in questione:

Articolo 7 comma 2, legge 9 del 14 febbraio 2013
Gli oli di oliva vergini proposti in confezioni nei pubblici esercizi, fatti salvi gli usi di cucina e di preparazione dei pasti, devono possedere idoneo dispositivo di chiusura in modo che il contenuto non possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata, ovvero devono essere etichettati in modo da indicare almeno
l’origine del prodotto ed il lotto di produzione a cui appartiene.


La frase in neretto non lascia adito a dubbi.
Gli oli devono possedere dispositivi di chiusura tali che l'olio contenuto non possa venire alterato finchè la bottiglia non venga aperta.
In alcun punto si dice che gli oli debbono essere presentati sigillati al consumatore.
L'articolo in questione non fa altro che ribadire, estendendolo anche all'etichettatura, il divieto ad utilizzare ampolle nei ristoranti.

Emanuele Aymerich

06 marzo 2013 ore 13:54

Mi accorgo ora che indicate l'obbligo del tappo antirabbocco al 1/1/14, ma la Salva-Olio all'art.7 comma 2 dice che per il canale Horeca è obbligatorio, tranne che per olio in cucina, e quindi ovviamente limitatamente all'uso in tavola, idoneo dispositivo di chiusura in modo che il contenuto non possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata. Ovviamente una bottiglia in tavola è già aperta, quindi leggasi solo "alterata". Quindi è un tappo antirabbocco, ed è già obbligatorio da ora, secondo me. Commenti?

Romano Satolli

10 febbraio 2013 ore 18:34

In un comunicato stampa apparso su www.helpconsumatori.it, si segnalava la soddisfazione di Marini all'approvazione della legge, concludendo che la Coldiretti intendeva iniziare un piano di controlli sul territorio nazionale per verificare se le aziende olearie imbottigliatrici si siano adeguate alla norma. Mi sono chiesto se oltre alle tante incombenze della Coldiretti, abbia l'intenzione di diventare anche un ulteriore organo di controllo, oltre a quelli, tanti, che già ci sono? A proposito della burocrazia descritta nell'editoriale, interessante l'idea di eliminare la legge sui marchi aziendali. Non sarebbe una buona idea per valorizzare i prodotti DOP? Infine, sempre a propositi di burocrazia, invito a vedere il Decreto del Ministro Catania sulle semplificazioni! Entrare nel sito del Ministero,cliccare sul rettangoliono in basso a destra, "semplificazione controlli",Cliccare in basso su "interrogazione" (v. allegato pdf1_Lista-Controlli)e,prima di proseguire,consultare la "legenda" per acquisire le nozioni preliminari: (pdf2_Lista-Controllori) e si potranno vedere tutti gli organi addetti. (Nel pdf3_Dimens-imprese), e nel (pdf4_Criteri-Controlli), poi si potranno esaminare tutte le tipologie dei vari controlli, suddivisi tra quelli amministrativi e tecnici. Se alla fine si rimane scioccati non è colpa vostra: è la semplificazione del Ministro semplificatore, il primo ad aver realizzato questo adempimento! Complimenti.

Emanuele Aymerich

09 febbraio 2013 ore 18:11

La ringrazio della esauriente risposta. Per quanto rimangano ancora mille dubbi su questa legge, non ultimo quello sulla totale assenza di indicazioni sui tempi e le modalità di applicazione, che è molto preoccupante.









Alberto Grimelli

09 febbraio 2013 ore 14:48

Gentile Sig. Aymerich,
la questione è di diritto e, a quanto ha dichiarato il Ministro, è stata studiata dall'ufficio legislativo del Mipaaf.
A questo proposito è stato ricordato e sottolineato che l'Unione europea non può sospendere una legge nazionale se non attraverso la procedura di infrazione. Avvalendosi dell'articolo 9 comma 3 della direttiva 98/34/CE, l'Unione europea ha chiesto all'Italia di rinviare l'adozione del provvedimento e quindi non ha sospeso il provvedimento.
Non ci è nota la data in cui la Commissione europea ha notificato all'Italia la richiesta di sospensione che decorre comunque, ai sensi del citato articolo, dalla data di notifica del progetto di legge da parte dell'Italia all'Unione europea, quindi il 21 novembre. Da qui l'informazione che compare sul sito della Commissione europea.
E' lecito avere dubbi, molti ne hanno avuti a seguito delle dichiarazioni del Ministro. Per dipanarli in maniera netta, comunque, occorrerebbe che l'Ue aprisse una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia, e quindi che il caso fosse discusso davanti alla Corte di Giustizia europea. Ipotesi che il Ministro ha teso ad escludere perchè i regolamenti comunitari saranno in vigore, sostituendo nei punti confliggenti la legge italiana, nel volgere di qualche settimana, normalizzando, nei fatti, la situazione normativa.

Emanuele Aymerich

09 febbraio 2013 ore 14:22

A questo punto la domanda sorge spontanea: perché la Commissione Europea ha ritenuto di emettere una sospensione non valida? Per sprecare carta? Mi permetta di essere dubbioso sull'interpretazione del Ministro, non penso che alla CE siano degli ignoranti. Forse perché la sospensione è di novembre 2012 mentre la legge è stata firmata a gennaio 2013 e quindi al momento della sospensione non era ancora una legge?