Legislazione

La UE scopre le carte. PAC più verde, più equa, più efficiente e più efficace

Il documento segna l'inizio del processo di consultazione che proseguirà fino alla prossima primavera e che consentirà alla Commissione di preparare proposte legislative entro l'estate 2011

20 novembre 2010 | Ernesto Vania

Secondo la Commissione europea le sfide per il futuro dell'agricoltura sono tre e per rispondere a queste è necessario costruire la prossima PAC.

Le sfide

L'approvvigionamento alimentare.
Secondo gli esperti Fao, l'aumento della popolazione mondiale e il cambiamento nelle abitudini alimentari significa che la domanda di prodotti agricoli aumenterà del 50% da qui al 2030 e del 70% entro il 2050. L'Europa deve accettare la sua parte di responsabilità a livello internazionale, mantenendo la sua capacità di produrre prodotti di qualità in quantità sufficiente, mentre al tempo stesso il rispetto degli standard sanitari molto elevati e di incoraggiare pratiche di produzione sostenibili, al fine di non danneggiare l'ambiente.

Uso sostenibile delle risorse naturali.
Il settore agricolo è importante utente di suolo, acqua e biodiversità e un ruolo chiave nella costituzione del paesaggio. Quasi 14 milioni di aziende agricole di gestire più della metà del territorio europeo. L'agricoltura e la silvicoltura rappresentano il 80% del territorio europeo. L'agricoltura può offrire risposte specifiche per la lotta contro il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. Inoltre, gli agricoltori possono adeguare le proprie pratiche in vista del riscaldamento globale.

Lo sviluppo equo dei territori rurali.
L'agricoltura è il motore economico nella maggior parte delle zone rurali e la base della catena alimentare europea. In totale, il settore agro-alimentare impiega 17,5 milioni di persone (13,5% delle quali in posti di lavoro industriale). E 'essenziale assicurare che posti di lavoro in agricoltura restare abbastanza interessanti, in particolare per garantire un livello minimo di ricambio generazionale. redditi agricoli rappresentano solo il 40% del reddito medio europeo.

Per rispondere a queste sfide non viene modificata l'impalcatura della Politica agricola comunitaria, basa su aiuti diretti e sullo sviluppo rurale ma si interviene su questi due pilastri per ridurre gli elementi di iniquità.

Aiuti diretti
La comunicazione sottolinea l'importanza di ridistribuire, riformulare e rendere più mirato il sostegno, sulla base di criteri oggettivi ed equi, facilmente comprensibili per il contribuente. Il futuro sistema di pagamenti diretti non potrà quindi più essere basato su periodi di riferimento storici.
I nuovi criteri dovrebbero essere sia economici che ambientali, per tener conto dei beni di pubblica utilità forniti dagli agricoltori, e il sostegno dovrebbe essere maggiormente orientato verso gli agricoltori attivi.

Uno degli approcci possibili potrebbe consistere nel fornire un sostegno di base ai redditi a cui potrebbero aggiungersi: un pagamento ambientale obbligatorio (annuale) per azioni supplementari che vadano oltre le norme di base della condizionalità (ad es. la copertura vegetale, la rotazione dei seminativi, il pascolo permanente o il set-aside ecologico); un pagamento per vincoli naturali specifici (definiti a livello dell'UE) e importi complementari versati tramite le misure di sviluppo rurale; un'opzione limitata di pagamento "accoppiato" per alcune forme di agricoltura particolarmente sensibili (simile all'opzione attualmente esistente, introdotta a norma dell'articolo 68 nella verifica dello stato di salute della PAC.

I maggiori danneggiati dalla nuova PAC potrebbero essere i grandi imprenditori perchè verrebbe stabilito un massimale agli aiuti diretti, perchè "sopra una certa quantità, l'aiuto non è più pertinente a meno che vi siano prove concrete, in materia di reddito, per giustificarlo."
Tendenzialmente salvi sarebbero invece i piccoli per cui verrebbe studiato un regime di sostegno semplice e specifico che dovrebbe rafforzare la competitività delle piccole aziende, ridurre le formalità amministrative e contribuire alla vitalità delle zone rurali.

Sviluppo rurale
Secondo la Commissione UE esiste una forte richiesta di integrare pienamente e in modo orizzontale in tutti i programmi considerazioni in materia di ambiente, cambiamento climatico e innovazione e attira l'attenzione sull'importanza delle vendite dirette e dei mercati locali, nonché sulle esigenze specifiche dei giovani agricoltori e di coloro che iniziano l'attività.
Uno dei nuovi elementi della futura politica di sviluppo rurale dovrebbe essere un pacchetto di strumenti per la gestione dei rischi che contribuiscano ad affrontare in modo più efficace le incertezze dei mercati e l'instabilità dei redditi.

Gestione del mercato addio
Le parole razionalizzazione e semplificazione contenute nella comunicazione della Commissione ne preannunciano la drastica riduzione e forse la fine. Benché tali meccanismi costituissero gli strumenti tradizionali della PAC, le successive riforme hanno potenziato l'orientamento al mercato dell'agricoltura dell'UE riducendo queste misure a "reti di sicurezza", al punto che le scorte pubbliche sono state praticamente eliminate. Mentre ancora nel 1991 le misure di mercato rappresentavano il 92% della spesa della PAC, solo il 7% del bilancio PAC è stato loro destinato nel 2009.

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