L'arca olearia

Olivagione 2009. Qual è l’umore degli olivicoltori?

Si possono sentire soddisfatti gli operatori, almeno per il momento? O ci sono problemi? E, nel caso, quali sono eventualmente quelli riscontrati? E soprattutto: con quale spirito si sta affrontando il carattere di obbligatorietà del made in Italy da apporre in etichetta?

31 ottobre 2009 | L. C.



Qual è lo stato della nuova campagna olearia in Italia?
Ne avevamo già dato ampio risalto, ma in questo caso abbiamo voluto che le previsioni di quantità e qualità, e non solo, fossero frutto, di chi è direttamente coinvolto in campo. In tal modo abbiamo inteso coglierne l’umore, lo spirito dche anima gli addetti ai lavori in questa nuova olivagione oramai già in corso d’opera.

Ebbene, come si sta prospettando in quest'annata?
Gli operatori possono sentirsi soddisfatti, almeno per il momento? O ci sono problemi? E, nel caso, quali problemi sono stati eventualmente riscontrati?

Visto che quest’anno sarà la “prima volta” con le nuove disposizioni, sarebbe utile sapere con quale spirito si sta affrontando, in ciascuna delle regioni produttrici, il nuovo corso dell'olivicoltura, soprattutto ora, che, come sappiamo tutti, è obbligatorio dichiarare il made in Italy in etichetta.

Abbiamo rivolto queste domande a una sola azienda per regione, senza cercare di sollecitare la risposta. L’invito è avvenuto per posta elettronica, ed è stato rivolto in particolare a una sola azienda per regione, azienda scelta quasi a caso. Ovviamente siamo consapevoli che per alcune regioni più importanti sul piano dei volumi, vi sarebbe la necessità di estendere l’invito a più olivicoltori, espressione delle varie province, ma a noi interessa soprattutto coglierne l’umore più che il dettaglio zona per zona.
Per il resto c’è tempo, meglio un’analisi più dettagliata a fine campagna, semmai.

Le aziende che non hanno risposto hanno penalizzato ovviamente la propria regione.
Volutamente non abbiamo provveduto a rimpiazzare le assenze.
D’altra parte, sappiamo tutti che il comparto produttivo si caratterizza proprio per l’assenza più che per la presenza attiva, per l’indifferenza, a volte, più che per il coinvolgimento fattivo, e talvolta si caratterizza anche per l’inedia.

Chi non ha saputo cogliere l’occasione, non l’ha colta: pazienza.
Giusto per la cronaca, dall’indagine è stata esclusa la sola Valle d’Aosta.
Le testimonianze sono state raccolte in ordine di arrivo.



SICILIA

Purtroppo le risultanze non saranno rosee, considerato che ho stimato un calo di produzione che si attesterà a circa il 40%. Peraltro, quest'anno la "Nocellara" nella nostra zona ha avuta scarsissima allegagione e sarà quasi inesistente l'olio di "vera Nocellara".
Anche le rese al momento lasciano a desiderare, causa le abbondanti pioggie che tutt'ora impediscono di svolgere un’adeguata attività di raccolta.
A conferma di ciò, proprio in questo istante ho ottenuto la resa del 16% sulla cerasuola.
Circa la questione del made in Italy, francamente ho grossi dubbi. Ho l'impressione che vi sia totale disinteresse sull'obbligatorietà in etichetta e, peraltro, non sono al corrente che vi siano corsi sull'olivicultura.

Mariella Ingardia
Baglio Ingardia, Paceco, Trapani link esterno



UMBRIA

La campagna di quest’anno è povera: le quantità sono scarse (circa un 40-50% in meno della scorsa stagione) con eccezione del Leccino che è nella media. Per fortuna non abbiamo problemi di mosca né di altro genere, quindi prevedo una buona qualità che confermerò da domani poichè abbiamo iniziato la raccolta solo oggi.
Sono scettico sulle varie iniziative che sopratutto la Dop ha intrapreso per tutelare l'olio umbro, sto ancora aspettando di vedere i controlli direttamente in oliveto!! Credo comunque che sia molto importante dichiarare la provenienza in etichetta, è un primo passo verso la trasparenza.
Anche quest'anno abbiamo deciso di non certificare il nostro olio come Dop. Staremo a vedere la serietà di questo organo di tutela, andando a verificare la quantità di olio Umbro certificato 2009/2010 e il relativo prezzo; noto che ancora, almeno qua in zona, (stranamente) nessuno si è sbilanciato in previsioni di prezzo e di quantità.

Filippo Montani
Le Terre di Poreta – Villa della Genga, Spoleto, Perugia link esterno



MOLISE

E’ un anno anomalo, perché abbiamo iniziato la raccolta a singhiozzo. A tutt'oggi abbiamo raccolto per solo sei giorni (Pendolino e Leccino ) e molito per tre giorni a causa del maltempo.
Le rese all'inizio sono sempre basse e siamo fra l'otto e il dieci per cento.
I dati aggiornati? Il 26 ottobre sono stati raccolti 170 quintali (Leccino 160 e Kalamata 10); il 27 ottobre sono stati raccolti 176 quintali (Leccino 124, Kalamata 12, misto 40) . La molitura del 27 ottobre? Dalle olive Leccino una resa di 10,20%.
Per la raccolta ci sono 7 squadre (50 persone) con pettini pneumatici, 4 dei quali sono a cottimo.
Per il resto, abbiamo avuto un'estate "di mosca" che è stata tenuta sotto controllo con trappole e trattamenti. Temo che i produttori locali non abbiano fatto altrettanto.
Per quanto mi riguarda: viva il "made in Italy" obbligatorio! Io comunque lo scrivo da 20 anni in etichetta.

Marina Colonna
Masseria Bosco Pontoni, San Martino in Pensilis, Campobasso link esterno



LIGURIA

Erano diversi anni oramai, che non si prospettava un’annata come questa, molto buona sia come qualità che come quantità. Le piogge sono state buone e al momento giusto. La resa in olio già dalle prime frangiture sembra essere buona e l’olio di ottima qualità. Anche la mosca fortunatamente ha colpito in modo molto superficiale. Per quanto riguarda il made in Italy, che personalmente vedo come un’ottima opportunità, soprattutto per le piccole aziende, penso sia veramente troppo burocratizzato e pesante da sopportare (compilazione dei registri e gestione in tempo reale della movimentazione dell’olio acquisti, vendite, travasi, eccetera) proprio per queste ultime.

Roberto Ranise
Ranise agroalimentare, Imperia link esterno



MARCHE

Abbiamo iniziato a raccogliere circa dieci giorni fa. Abbiamo accelerato molto per prevenire problemi di attacchi di mosca, che sono stati molto importanti nell'ultima fase della campagna (da settembre in poi).
Come quantità, siamo sorpresi che, dopo l'annata così abbondante dell'anno scorso, sia comunque buona (nella regione è a macchia di leopardo). Qualcuno nella mia regione, si lamentava di questa disponibilità di prodotto, perchè non tutti i produttori sono riusciti a smaltire le quantità dell'anno passato. Noi per fortuna non abbiamo avuto questo problema. Ma è comunque da rilevare la grande difficoltà per la vendita di oli di qualità...soprattutto marchigiani, penalizzati da un debole marchio regionale. Spesso ci capita di dover spendere del tempo, prima di parlare di olio, per far localizzare la nostra regione...non solo a potenziali clienti esteri ma anche agli stessi italiani (Ancona? Vicino Pescara?).

Lo stato d'animo non è dei migliori, non è da tanti anni che seguo questo settore, ma ho l'impressione che qualche anno fa ci fosse maggiore curiosità.
Penso che da parte nostra ci sia però anche una bella responsabilità: abbiamo voluto proporre l'olio come fosse un buon vino! Non è così! Abbiamo solamente preparato una inevitabile delusione per i nostri clienti....ma dov'è finito il sentore di carciofo quando metto 'st'olio sulla minestra?
Bisogna riflettere e rinnovarsi.

Per la novità di dover dichiarare il made in Italy.....penso che non cambierà niente! L'unica soluzione per far chiarezza è di far recuperare il valore della responsabilità del produttore, la fiducia tra produttore e consumatore. Ma spero di sbagliarmi e che questa novità cambi tutto e ci regali una nuova stagione.

Antonella Roversi
Azienda agraria del Carmine, Ancona link esterno



ALTO ADIGE

Quantità esigue a Bolzano, terra estrema per l’olivo. Ho voluto scommettere su una pianta che amo tanto e ora sto raccogliendo i primi risultati, da qualche anno a questa parte imbottiglio.
Nel mio piccolo oliveto collocato tra la vigna, con alberi quasi addossati alle rocce, in cerca di protezione dal gelo e di accogliere i raggi del sole, sono al momento quattrocento, ma a breve giungerò ad avere cinquecento piante.
E’ una scommessa in cui credo tantissimo, pur consapevole dei grandi rischi che corro.
Gli alberi sono l’espressione di oltre venticinque varietà. C’è di tutto: inizialmente avevo piantato la Cima di Melfi, senza ottenere grandi risultati, non essendo molto adatta all’ambiente, poi, a seguire, ho piantato di tutto: Leccio, Leccino, Pendolino, FS17, 179 e in seguito sono andato sempre più alla ricerca di piante più resistenti al freddo.
Quest’anno il raccolto è meno generoso, si registra un 12-14% in meno. Posso parlare di sette, otto quintali di olive. Producono poco, ma per fortuna non abbiamo avuto problemi di mosca. Quest’anno la maturazione delle olive è più precoce.

Josephus Mayr
Erbhof Unterganzner, Bolzano



PIEMONTE

L’annata 2009 ha comportato dei problemi, per via della neve. C’è stato un calo della produzione del venti, trenta per cento in meno, rispetto allo scorso anno.
E’ da dodici anni che ci impegniamo a produrre olio in Piemonte, è una sfida che ci soddisfa.
Abbiamo già terminato la raccolta il 27 ottobre, e ci riteniamo ampiamente soddisfatti per la qualità, con i valori di acidità libera e perossidi piuttosto bassi. Cosa abbiamo ricavato? 750 kilogrammi di olio.
Riguardo al made in Italy? E’ da due anni che abbiamo il codice alfanumerico. Ci hanno detto che era necessario prenderlo. La trafila però è lunga!
L’imbottigliamento lo facciamo sotto azoto, per preservare la qalità.
Sta nascendo un business con l’olio in Piemonte, è fondamentale che l’olio prodotto corrisponda per davvero alle produzioni locali.

Valentino Veglio
Azienda agricola Pietro Veglio, Moncalvo, Asti



NON HANNO RISPOSTO

Gli olivicoltori che sono stati contattati per posta elettronica ma non hanno risposto provengono da Manerba del Garda (Lombardia), Riva del Garda (Trentino), San Martino Buon Albergo (Veneto), San Dorligo della Valle (Friuli Venezia Giulia), Castrocaro Terme (Emilia Romagna), Arezzo (Toscana), Sonnino (Lazio), Loreto Aprutino (Abruzzo), Serre (Campania), Bisceglie (Puglia), Cancellara (Basilicata), San Giorgio Morgeto (Calabria), Alghero (Sardegna).
Nesun commento, se non la precisazione che si tratta di aziende professionali, che imbottigliano con un proprio marchio, non di olivicoltori della domenica.


LEGGI ANCHE

Segnali positivi per la campagna olearia 2009/10. Il resoconto paese per paese
link esterno

L'olivagione in Lucchesia. Si torna a sorridere: ci sono volumi e qualità
link esterno

L'olivagione nel Molise. Tutto bene, ma serve una politica di rinnovamento
link esterno