L'arca olearia

Il mondo dell'olio cerca nuove strade. Per non soccombere

Soluzioni alternative ve ne sarebbero, ma occorre più coesione e un percorso comune condiviso. L'idea di predisporre un grande parco di olivi nell'ottica di un museo a cielo aperto, può forse risolvere molti tra i tanti problemi di natura commerciale. Sarà così?

21 marzo 2009 | Maria Carla Squeo

Da sinistra: Politi, Caricato, Di Lena, Lombardo

Le buone performance ottenute a Trieste in occasione di "Olio Capitale" lasciano ben sperare. Certo, è pur vero che il momento attuale non è tra i più facili, ma quanto meno non c'è aria di resa. In più c'è da dire che il mondo dell'olio, trovandosi in uno stato di perenne e strutturale crisi, forse resiste meglio di altri settori alle incertezze dell'economia mondiale.

Di sicuro, il sorriso gonfio di speranza che si vedeva impresso sulle facce di alcuni produttori lascia ancora aperto qualche spiraglio, non dico per una possibile svolta, ma almeno per una soluzione più fruttuosa di quanto ci si possa attendere.

C'è stato un incontro, in particolare, che ha gettato luce positiva. E' quello in cui l'oleologo Luigi Caricato ha moderato il presidente della Confederazione italiana agricoltori. Con Giuseppe Politi, peraltro, vi era anche Pasquale Di Lena, l'ideatore di quel grande progetto ch'è l'Olivoteca italiana.
Il tema non lasciava certo dubbi sui buoni propositi: "Rilanciare e consolidare l'Italia olivicola attraverso la realizzazione di una Olivoteca". Già, ma cos'è un'olivoteca?

"Un grande parco costituito tutto da olivi; un museo a cielo aperto che parla di olivo e di olio; un campo catalogo delle varietà autoctone dell’olivicoltura italiana; una fattoria didattica che ha il suo indirizzo prevalente, se non esclusivo, nell’olivo e nell’olio che parlano italiano".
E' con queste parole che ha esordito Di Lena, con la chiara intenzione di precisare nel dettaglio le sue intenzioni al riguardo. La determinazione, per chi lo conosce bene, non gli manca di certo. Della necessità di una Olivoteca d'Italia Di Lena ne aveva già a suo tempo scritto proprio su "Teatro Naturale" (qui: link esterno; e qui: link esterno).

Pasquale Di Lena

"La biodiversità - ha aggiunto Di Lena - è una richezza straordinaria non del tutto compresa e tutta ancora da valorizzare. Il mondo oltretutto ha bisogno non soltanto di qualità, che tutti possono ottenere seguendo le buone norme di produzione, ma anche, e soprattutto, di biodiversità; e, d'altra parte, non si può in alcun modo vincere sul mercato se non si avrà il coraggio e la volontà di puntare sulle peculiarità che rendono il nostro tessuto produttivo unico e inimitabile".

Di Lena appare convinto più che mai che quella di una Olivoteca sia proprio la strada giusta e naturale per ribaltare la sorte avversa che sembra attraversare il comparto olivicolo. Non dimenticandoci d'altronde che proprio alcune settimane fa gli olivicoltori del Sud sono scesi in piazza per protestare per la scarsa o nulla remunarazione.

E così, a dare l'opportunità di far intravedere la luce, dopo tanti anni di buio, può essere proprio questa lodevole iniziativa. Il rilancio del comparto olio di oliva può sicuramente diventare fattibile nel caso si riuscisse a portare avanti, al di là di ogni basso e cinico egoismo, tale nobile proposito.
Per ora a dare la propria adesione al progetto, e a dare di conseguenza valore concreto alla biodiversità, sono state la Cia di Politi, l’Assitol, ovvero l’Associazione degli Industriali dell’Olio, e l’Associazione nazionale delle Città dell’Olio. Oltre naturalmente a noi di "Teatro Naturale".

Giuseppe Politi, il presidente della Confederazione Italiana degli Agricoltori, è convinto che l'obiettivo di creare nuove occasioni di reddito per le imprese non sia affatto impossibile. "Gli olivicoltori dovranno però restare tali e non trasformarsi in altro", dice. "Al centro deve restare sempre l'agricoltura, e per rafforzare l'impronta agricola occorre mettere in campo tutti gli struenti per aumentare in competitività. La migliore delle strade possibili ce la fornisce la natura speciale del nostro Paese, la sua ricchezza in biodiversità. Però questa non può restare una parola magica senza contenuti. Per questo è necessario - e fondamentale, direi - puntare sulla ricerca, affinché tale valorizzazione non sia solo un vano parlare, ma un agire concreto. Sì, perché finora di biodiversità si è solo detto e scritto, ma senza giungere da nessuna parte. Occorre invece portare a compimento questa idea di una Olivoteca d'Italia, ma con intenzioni buone e non pretestuose. Occorre manifestare perciò una maggiore coesione tra i vari soggetti coinvolti, perché senza un progetto comune non si va da nessuna parte".

Giuseppe Politi

"Per l’Italia - chiude Pasquale Di Lena - la spinta di questo processo appena avviato è fondamentale per il mantenimento di alcuni importanti primati nel campo dell’olivicoltura, che hanno precisi significati come il mantenimento di una coltivazione arborea, che copre oltre un milione di ettari di superficie e impegna una cifra pari di aziende coltivatrici e oltre 5.800 frantoi attivi, a significare un indotto importante per l’economia di molti territori del Sud e nelle Isole maggiori, e, anche, delle aree interne dove l’olivo svolge un ruolo non solo di presenza di attività e di famiglie, ma di salvaguardia paesaggistico – ambientale, dei valori storico-culturali e delle tradizioni, in particolare quelle culinarie". Già, e non solo. Anche perché, avendo perso terreno in competitività, l'unica strada altenativa credibile c'è da ritenere sia senz'altro quella di rilanciarsi attraverso il vasto patrimonio di cultivar che tutto il mopndo ci invidia.

Vedremo, vedremo gli sviluppi di questo progetto. L'unica speranza è che di tale idea non si approprino coloro che con i loro errori hanno messo all'angolo il comparto produttivo.

Potrebbero interessarti

L'arca olearia

Ecoschema 3 per l'olivo: diminuiscono le domande di adesione

L’Ecoschema 3 prevede un contributo per ogni ettaro di Superficie Agricola Utilizzata coltivata a olivo, pari a 220,00 euro/ha. Ma troppa burocrazia e impegni agronomici stringenti fanno diminuire le domande del 17%

30 giugno 2025 | 16:00

L'arca olearia

La struttura della chioma dell’olivo e l’influenza sulla produttività

Architettura della chioma e caratteristiche di fruttificazione dell’olivo sono fondamentali per ottenere una buona produttività. Il problema dell’invecchiamento fisiologico precoce della chioma a causa dell'eccessivo ombreggiamento

30 giugno 2025 | 12:00

L'arca olearia

Le prospettive dei funghi entomopatogeni contro Xylella fastidiosa

L'Università di Cordoba sta esplorando l'uso di funghi entomopatogeni, in grado di infettare gli insetti, per ridurre il numero di vettori che possono trasmettere Xylella Fastidisa e persino alterare la sua capacità di trasmettere i batteri.

28 giugno 2025 | 10:00

L'arca olearia

Un volo sull’Italia dell’olivo e dell’olio d’oliva: come sono andate fioritura e allegagione?

E’ ancora presto per delineare un quadro della prossima campagna olearia, con l’incertezza del clima, degli attacchi di mosca e della disponibilità di acqua a uso irriguo, ma le premesse sono positive quasi ovunque

27 giugno 2025 | 16:30

L'arca olearia

L’utilizzo di ormoni vegetali contro la mosca dell’olivo

Gli ormoni vegetali possono indurre cambiamenti sulla lunghezza, il peso, il volume, la densità e il peso della polpa dell’oliva e questo può influenzare anche lo sviluppo degli stadi preimaginali della mosca dell’olivo, aumentando la quantità di metaboliti secondari

27 giugno 2025 | 16:00

L'arca olearia

Tolleranza allo stress idrico e fotoprotezione nelle varietà di olivo Coratina e Biancolilla

Nonostante l'elevata tolleranza dell'olivo alla siccità, in questa specie livelli elevati di siccità e radiazioni causano una diminuzione del tasso di fotosintesi. La differenza dipende dalla varietà, ecco quella più sensibile alla luce intensa e allo stress idrico

27 giugno 2025 | 15:00