L'arca olearia
Il comparto olivicolo non è pronto a un risorgimento
Abbiamo sperato e lavorato a lungo affinché il settore oleario trovasse l’unitarietà, e affinché nascesse una coscienza comune, un'intesa di filiera. Ma niente, nessuna illusione. E' un'amara realtà, dobbiamo prendere atto
10 gennaio 2009 | T N

E' giunta l'ora per un resoconto a cui non ci si può sottrarre. La verità può far male, ma va pronunciata e riconosciuta come tale. Non fa bene infatti ignorarla, facendo finta di niente. Lo stato della realtà va riconosciuto ed è bene che ciascuno si assuma le proprie responsabilità .
Le prime avvisaglie di un arretramento
Nel 2007, sulla scia delle prime serie difficoltà del settore, sentendo le voci dei protagonisti, abbiamo notato la seria preoccupazione che serpeggiava nel comparto.
LâItalia perdeva terreno, gli olivicoltori protestavano.
Era avvertibile, e anzi più che palpabile, lâinquietudine di un settore che non riusciva a trovare una strada né una strategia.
Essendo "Teatro Naturale" una presenza super partes, lontana da logiche di potere o di rappresentanza, ma ben cosciente tuttavia della forza delle proprie idee, noi tutti della Redazione abbiamo deciso di lanciare la proposta di un nuovo tavolo di discussione e di lavoro. Tale tavolo lo abbiamo denominato con un'espressione altisonante di Risorgimento dellâolio italiano.
Già la questo aspetto dava lâidea della portata della nostra aspirazione.
Un tavolo informale, lontano dai luoghi del potere
Il Risorgimento dellâolio italiano presentava in sé alcune importanti novità .
Si trattava di un tavolo informale, lontano dai luoghi di potere e dalle istituzioni, laddove, inevitabilmente, a dominare è sempre una logica lobbistica, di protezione di interessi particolari.
Nel tavolo che abbiamo predisposto con ogni cura si respirava un'aria diversa e si poteva parlare in maniera più libera, serena e aperta. E così è stato, seppure per poco.
Le figure coinvolte sono state la diretta espressione di una pluralità di soggetti, in rappresentanza anche di quelle voci non sempre rappresentate nei tavoli di settore. Vi erano tra l'altro i rappresentanti dei consumatori, ma anche il mondo della ricerca, e quello della formazione e quello dei media, e i professionisti, oltre poi ai rappresentanti dei produttori olivicoli, dei frantoiani, degli imbottigliatori e degli industriali.
Durante le prime riunioni, necessariamente interlocutorie, abbiamo cercato di capire e di carpire le priorità e le esigenze di ogni soggetto, nel tentativo - quali coordinatori del Tavolo - di trovare un minimo comune denominatore sulla base dei quali lavorare e iniziare a delineare strategie e politiche.
Un documento programmatico
Dopo tanto lavoro siamo arrivati a stilare un documento programmatico, che potrete trovare in allegato.
In esso abbiamo inserito alcune principali linee guida, che potevano dar luogo a iniziative e pressioni politiche, a proposte di legge e campagne di informazione. Abbiamo lavorato con tanta passione ed entusiasmo, abbiamo cercato di cucire e di creare le giuste sinergie. Non è stato facile. ma il nostro lavoro ha dato i suoi frutti.
I tre assi delineati, seppure disgiunti e apparentemente assai diversificati, tendevano a creare unâarmonizzazione della filiera, una politica condivisa lungo una strada basata sulla trasparenza, sullâinnovazione e lâinformazione.
Obiettivi ben precisi, nel breve e medio lungo periodo.
Non era il momento adatto per stringere accordi
Abbiamo considerato, nell'elaborare il documento programmatico, di non rompere nessun equilibrio. Abbiamo per questo inserito meno punti di quanto avessimo voluto, ma era pur sempre un inizio. Abbiamo sperato, e tuttavia, lungo questo difficile percorso, non ci siamo accorti che alle ansie che avevano accumunato i protagonisti si erano sostituite vecchie diatribe che hanno scavato solchi profondi.
Etichettatura dâorigine, vicenda Bertolli, e non solo, hanno riacutizzato vecchie frizioni, tanto che nel corso degli ultimi contatti ci è stato manifestamente comunicato che non era momento per accordi.
L'amara realtÃ
Abbiamo dovuto prendere atto dellâamara realtà , del fallimento sostanziale del Risorgimento dellâolio italiano, dellâimmaturità del comparto olivicolo italiano.
Non possiamo, né vogliamo, criminalizzare alcuno. Non vi è un protagonista più colpevole di altri. Il risultato però è gravemente insoddisfacente, e ne siamo francamente dispiaciuti.
Una sconfitta che non ci fa perdere la speranza, unâamarezza che non ci toglie passione.
Abbiamo però deciso di chiudere lâesperienza del Risorgimento dellâolio italiano, mettendo a disposizione di tutti il frutto del nostro lavoro, un documento programmatico che potrebbe essere condiviso, che potrebbe essere un buon punto di partenza per ulteriori approfondimenti e, perché no, forse anche per quel piano olivicolo nazionale che tanto sarebbe urgente e necessario.
Null'altro da aggiungere, se non una considerazione doverosa: noi siamo ciò che vogliamo diventare. L'arretramento del comparto olivicolo non è frutto del caso, dovuto a circostanze sfavorevoli. No, è l'esito di una scelta dettata dall'egoismo e dall'incapacità di far fronte comune. Pagheremo l'inettitudine e la mancanza di prospettive, la pagheremo a caro prezzo.
Potrebbero interessarti
L'arca olearia
Ecco come la gestione del suolo dell'oliveto influisce sulla produzione di olio di oliva
Le diverse pratiche di gestione del suolo possono influenbzare significativamente la produzione di olive per pianta e il contenuto di olio delle drupe in condizioni di coltivazione in asciutto. Scopriamo come e quale è il sistema di coltivazione migliore
20 novembre 2025 | 10:00
L'arca olearia
La raccolta delle olive con scuotitore: i problemi per il basso peso del frutto e l’alta resistenza al distacco
Alcune varietà di olivo si prestano meglio di altre alla raccolta meccanica. Per olive con una forza di distacco elevata e un peso ridotto dei frutti può essere necessario un secondo modulo di vibrazione per aumentare l’efficienza
19 novembre 2025 | 09:00
L'arca olearia
Olio di oliva in frigorifero per scoprire se è extravergine: la fake news da sfatare
I test a casa per scoprire se davvero l'olio è extravergine, per esempio mettendo in frigorifero per vedere se "congela", appartengono ai falsi miti che è bene sfatare. Ecco la spiegazione tecnico scientifica
18 novembre 2025 | 13:00 | Giosetta Ciuffa
L'arca olearia
Senza potassio è inutile concimare l’olivo con azoto: l’influenza su crescita e produzione
La percezione che un aumento di azoto comporti un aumento della produzione porta a un'applicazione eccessiva di fertilizzanti azotati. Il potassio può invece presentare problemi di carenza per diversi problemi che ne impediscono l'assorbimento da parte dell’olivo
18 novembre 2025 | 09:00
L'arca olearia
Le molecole chiave che danno il sentore di muffa e riscaldo-morchia all'olio di oliva
Entrambi i difetti sensoriali potrebbero essere discriminati con successo dagli oli extravergini di oliva per mezzo di un'analisi molecolare. Ecco la correlazione tra la concentrazioni di due composti volatili e le intensità dei difetti
17 novembre 2025 | 13:00
L'arca olearia
Aumentare l’efficienza di estrazione in frantoio e la resa in olio: trucchi e segreti
La resa in olio al frantoio dipende dall’efficienza di estrazione che può variare dal 78 al 91% a seconda delle regolazioni delle macchine. Ecco quali sono i fattori che possono più incidere sula resa e come intervenire
17 novembre 2025 | 11:00