L'arca olearia

Di Lena: l’università dell’olio? E' anche un mio vecchio sogno di 12 anni fa

Che l'iniziativa prenda corpo a Larino o a Imperia poco importa, il progetto deve andare avanti, e anzi dovrebbe giungere presto a compimento. Chi sarà il più bravo ad arrivare per primo?

11 ottobre 2008 | Pasquale Di Lena


Ho letto con molto interesse il resoconto dei 25 anni della Onaoo a firma di F.C. ed ho apprezzato molto le dichiarazioni del presidente Lucio Carli, che ho avuto il piacere di conoscere, in particolare quando ha raccontato il sogno di realizzare a Oneglia una Università dell’Olio.

Un sogno che personalmente porto avanti da 12 anni, fatto all’indomani della costituzione dell’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio, nel mio Molise e nella mia Larino, grazie al contributo della Enoteca Italiana che, allora avevo l’onore di dirigere, e della Provincia di Campobasso, che ho prontamente trasformato in un progetto.

Anche in quella occasione c’era, in qualità di Sindaco di Imperia, il Ministro Scajola, accompagnato da Enrico Lupi che, da tempo, nella veste di Presidente porta avanti l’associazione con ottimi risultati.
E’ stato il solo dei soci fondatori ai quali ho dato la parola per più di una ragione: era il rappresentante di una città significativa nel campo dell’olio, con le sue preziose attività e, soprattutto, con la sua pregiata varietà tra le più note, la taggiasca; una città molto lontana da Larino e, nel contempo, molto vicina, visto che per lungo tempo il territorio della mia città, con la sua “Gentile”, è stato una fonte di rifornimento di ottimo olio per i bravissimi trasformatori e commercianti di Imperia.

Potendo avere ancora i documenti di accompagnamento e la corrispondenza tra i produttori ed i frantoiani di Larino e le grandi industri di Imperia, ci sarebbe la possibilità di ricavare una parte della storia del’olio italiano, almeno per un dato periodo, così come in modo splendido ha fatto il prof. Melis con le lettere del Datini di Prato quando ha ricostruito la storia del vino nel medioevo, raccolta in un libro edito da Le Monnier, che, ancora oggi, consiglio di leggere.

Tornando al sogno mio e del Presidente Carli, di una Università dell’olio, raccontato ai suoi ospiti in occasione della ricorrenza della nascita dell’associazione, ricordo di averlo messo, insieme ad altri sogni, subito nelle mani della Associazione sotto forma di idea progettuale, per dare ad essa un compito impegnativo, ma fondamentale per la sua crescita, ed anche per sostenere ed affermare la mia città capitale dell’olio in Italia.

Una ideale progettuale che, nel tempo, si è trasformato in uno studio di fattibilità e, poi, in una volontà di realizzare l’Università in una sede prestigiosa, quella del primo seminario della cristianità, costruito subito il rientro da Trento del vescovo nella mia città che aveva preso parte ai lavori del Concilio del 1530.

La necessità di ristrutturare questa sede e il tempo perso per il terremoto dell’ottobre del 2002 che ha colpito duramente Larino, non ne hanno permesso, fino ad ora, la realizzazione.
Sapere che c’è la possibilità anche ad Imperia di vedere la nascita di una Università dell’Olio, rafforza il sogno e rende possibile la sua fattibilità nel momento in cui parte la competizione per vedere chi sarà il più bravo ad arrivare primo, quello di Imperia in Liguria o quello di Larino nel Molise? Si vedrà.

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