L'arca olearia
La fertilizzazione dell’olivo: non dimenticare i micronutrienti

Generalmente una fertilizzazione organica può risultare sufficiente, ma talvolta, in virtù delle caratteristiche del terreno può essere necessario aggiungere macro o micronutrienti, in particolare in aree semi-aride
17 marzo 2025 | 15:00 | R. T.
E’ tempo di fertilizzazione al suolo dell’oliveto e, chi segue l’agricoltura biologica, deve attuare sistemi di concimazioni organici.
Spesso si ritiene, erroneamente, che il letame o lo stallatico contengano tutti i nutrienti che l’olivo ha bisogno. Così non è. Generalmente i macronutrienti sono ben rappresentati e una fertilizzazione organica può risultare sufficiente, ma talvolta, in virtù delle caratteristiche del terreno può essere necessario aggiungere macro o micronutrienti.
I risultati possono essere sorprendenti, in particolare su suoli sabbiosi e calcarei, o sabbiosi e acidi, laddove è più probabile che il pH influisca sulla mineralizzazione di alcuni nutrienti.
A questo scopo, alcuni ricercatori iraniani hanno condotto un esperimento utilizzando un design a blocchi completo randomizzato con tre trattamenti: controllo (T1), fertilizzanti chimici combinati con letame decomposto (T2) e trattamento 2 con aggiunta di micronutrienti (T3). Sono stati valutati trattini come la resa, le caratteristiche dei frutti e le concentrazioni di nutrienti nelle foglie di olive.
Il terreno oggetto della prova era carente in particolare di alcuni micronutrienti, tra cui boro, ferro, zinco e manganese.
I risultati hanno mostrato che la produzione delle olive è aumentata del 50,7% nel primo anno e del 72,5% nel secondo anno sotto T3 rispetto al T1, indicando il ruolo significativo della nutrizione ottimale integrata nel migliorare la produttività.
Inoltre, gli alberi trattati con T3 hanno dimostrato miglioramenti sostanziali in termini di dimensioni delle olive, peso e concentrazioni di nutrienti principali, tra cui azoto (N), fosforo (P) e potassio (K). Anche l'assorbimento di micronutrienti, in particolare di ferro (Fe), zinco (Zn) e manganese (Mn), è stato significativamente più alto negli alberi trattati con T3.
Le analisi hanno rivelato che la combinazione di fertilizzanti chimici e organici con micronutrienti ha avuto un notevole impatto positivo sulla produttività complessiva delle olive e sulla crescita della frutta. I fattori ambientali, tra cui la variabilità delle precipitazioni e gli effetti residui di fertilizzanti tra i due anni, hanno influenzato gli impatti del trattamento, con una risposta più forte osservata nel secondo anno.
Questi risultati sottolineano l'importanza della gestione integrata dei nutrienti (INM) - incorporando fertilizzanti organici e chimici insieme ai micronutrienti - per migliorare la resa e la qualità dei frutti per gli oliveti nelle regioni semi-aridi, promuovendo la produttività a lungo termine e la salute del suolo.