L'arca olearia
Le tecniche di difesa contro la mosca dell’olivo: è il periodo di massimo allarme
Con settembre arriva anche il periodo di massimo allarme per la mosca dell’olivo. La gestione della difesa e da infestazioni da ora alla raccolta per prevenire un danno qualitativo, oltre che quantitativo
06 settembre 2024 | R. T.
Da settembre alla metà di ottobre è il periodo di massimo allarme per la mosca dell’olivo.
Se nel centro-nord Italia il controllo della mosca dell’olivo è iniziato molto presto, a volte già a fine giugno-inizio luglio, per tenere sotto controllo la prima generazione, nel sud è stato soprattutto il caldo a controllare popolazione e infestazioni di Bactrocera oleae.
Per le aziende a i territori che sono riusciti a contenere efficacemente la prima generazione, grazie al clima o a trattamenti mirati, comincia la seconda sfida: mantenere le olive sane fino alla raccolta.
Ipotizzando un inizio della raccolta per la metà di ottobre ci si troverà ad affrontare una o due generazioni di mosca dell’olivo. Per le varietà più tardive, con raccolta a novembre, le generazioni sono 2-3.
Una delle fasi più delicate è appena dopo le piogge, con le olive verdi e ben imbibite di acqua, dunque turgide. Inoltre è noto che la mosca dell’olivo prediliga le olive verdi e di buona pezzatura. Alcune varietà, che emettono alcune sostanze volatili, sono ancor più recettive. E’ la descrizione delle olive settembrine prima dell’invaiatura. E quindi settembre è un mese molto delicato perché vi sono le condizioni climatiche ideali per lo sviluppo della mosca dell’olivo, con temperature medie intorno a 25 gradi e un buon tasso di umidità, e olive ben ricettive.
Dunque a ottobre e novembre eventuali nuove generazioni di mosca dell’olivo sono meno pericolose? In teoria le temperature si abbassano, allungando il ciclo vitale della mosca (uova-larve-pupa-adulto), le olive diventano meno ricettive, diventando nere e meno turgide, ma la raccolta è generalmente iniziata, abbassando così il numero di frutti disponibili, quindi aumentando il tasso di infestazione e quindi il potenziale danno sulle olive non ancora raccolte.
Le ragioni della pericolosità della mosca dell’olivo nel corso delle prossime settimane sono diverse ma, in ogni caso, è bene prestare la massima attenzione.
Strategie e gestione della difesa della mosca dell'olivo in olivicoltura biologica
In agricoltura biologica esistono due diverse strategie di intervento che sono antitetiche: cattura massale (o attract&kill) e repellenti.
Indipendentemente dalle formulazioni, che siano prodotti da spruzzare spot sulla chioma (es Spintor Fly) o che si tratti di trappole, la tecnica di attract&kill si basa sull’uso di un attrattivo, generalmente alimentare come esche proteiche, poi catturando o uccidendo l’adulto grazie ad insetticidi miscelati con l’attrattivo.
I prodotti repellenti, che siano polveri di roccia o estratti di legno, invece hanno lo scopo di non far individuare/riconoscere l’oliva alla mosca oppure di far in modo che appaia inospitale. La mosca dell’olivo, infatti, prima di ovideporre, saggia l’oliva per verificare che non vi siano sostanze estranee, inadatte allo sviluppo della prole.
I punti di forza di queste tecniche sono l’utilizzo di prodotti ammessi in biologico, poco o per nulla pericolosi per l’uomo, prevenendo l’ovideposizione e quindi il danno quali-quantitativo.
I punti di debolezza di tali tecniche sono la loro scarsa efficacia nel caso di forti pressioni/popolazioni della mosca dell’olivo, la necessità di un numero di interventi/trattamenti generalmente superiori a quelli dell’olivicoltura integrata (ovvero fino a una volta ogni 7 giorni in determinati momenti), la forte sensibilità a eventi piovosi che diluiscono il prodotto rendendolo meno efficace, la necessità di conoscenze e competenze agronomiche precise per cadenzare adeguatamente gli interventi di difesa.
Nella pratica, potrebbero servire da 2 a 5 interventi da ora e fino alla raccolta per controllare efficacemente la mosca dell’olivo. Per calibrare gli interventi ci si dovrà basare necessariamente su un monitoraggio degli adulti, ovvero della popolazione, unitamente a modelli previsionali (DSS) che considerino i valori meteo del periodo. L’indicazione di iniziare i trattamenti di attract&kill quando si vede l’innalzamento delle catture sulle trappole di monitoraggio (2 catture/giorno) deve considerarsi indicazione generica e non attendibile in assoluto. In caso di condizioni meteo favorevoli (temperature medie, buona umidità e poco vento), infatti, l’innalzamento della popolazione può essere tanto repentino da rendere inefficace l’intervento.
La gestione della difesa della mosca dell’olivo in biologico non è l’applicazione delle tecniche utilizzate dai nonni o di tradizioni del passato, ma al contrario l’utilizzo di tecniche e prodotti moderni che richiedono il massimo delle competenze agronomiche e delle tecnologie (es trappole a controllo remoto) per risultare davvero efficace e tempestivo.
Il fallimento degli interventi di gestione della mosca dell’olivo in biologico è infatti spesso da imputare ad approssimazione sia nella scelta ottimale del momento di intervento sia in un’inadeguata distribuzione dei prodotti disponibili in commercio.
Strategie e gestione della difesa della mosca dell'olivo in olivicoltura integrata
Alle tecniche di difesa biologica, già viste in precedenza, si aggiungono due tipologie di prodotti: piretroidi e neonicotinoidi.
I piretroidi, come la deltametrina, utilizzati a tutta chioma hanno una funzione squisitamente adulticida. Non sono infatti né sistemici né citotropici, quindi non sono in grado di penetrare nell’oliva ed eventualmente uccidere l’uovo o la larva presente. Generalmente si tratta di prodotti con tempi di carenza piuttosto brevi e tempi di efficacia ugualmente brevi. Il loro utilizzo nella lotta contro la mosca dell’olivo è molto controverso.
I neonicotinoidi autorizzati (acetamiprid e flupiradifurone) hanno, di fatto, sostituito il dimetoato. Sono prodotti citotropici, adatti per la lotta ovicida e larvicida. La loro efficacia è discussa poiché, nella pratica, spesso non riescono a colpire larve di mosca dell’olivo di II età ma unicamente uova e larve di I età. Questo rende necessario all’olivicoltore un intervento molto più tempestivo rispetto al passato quando il dimetoato permetteva di uccidere agevolmente anche larve di II età. Il monitoraggio, di conseguenza, deve essere più accurato e cadenzato, valutando le tipologie di infestazione attiva. Infestazioni all’8% ma una con tutte uova e larve di I età e la seconda con larve di I e II età non sono uguali ai fini dell’intervento. Nel primo caso, ragionevolmente, l’attacco verrà contenuto completamente, nel secondo caso solo parzialmente. Va inoltre considerato che i neonicotinoidi sono generalmente autorizzati per un unico intervento all’anno contro la mosca dell’olivo, per principio attivo e non per prodotto commerciale.
La lotta larvicida della mosca dell’olivo, visti i limiti tecnici e tecnologici imposti, sta diventando sempre più residuale, rimanendo a disposizione nel caso la lotta adulticida/repellente non sia risultata efficace, oppure in una logica integrata con essa. E’ noto, per esempio, che l’intensità degli attacchi settembrini di mosca dell’olivo (II e III generazione) dipendono anche dai livelli della popolazione della I generazione sopravvissuta (al caldo e ai trattamenti). Può quindi essere utile intervenire precocemente con un prodotto larvicida, anche in presenza di un’eventuale infestazione non particolarmente alta, per tentare di abbassare la popolazione delle successive generazioni. Un programma di intervento che potrà risultare efficace, specie se concertato con i vicini e in presenza di pochi oliveti abbandonati nei dintorni, noti focolai di proliferazione delle popolazioni di mosca dell’olivo. Infine va considerata la potenziale residualità dei neonicotinoidi nell’olio, anche rispettando i tempi di carenza, che sarà sicuramente inferiore ai LMR (limiti massimi ammessi per legge) ma alta per alcuni standard commerciali, specie in Nord Europa e negli Stati Uniti. Un limite dell’utilizzo dei citati prodotti che va considerato in ragione del mercato di sbocco dell’olio. Prove empiriche finora effettuate indicano che i neonicotinoidi non andrebbero utilizzati entro 30 giorni almeno dalla raccolta.
La strategia di difesa della mosca dell’olivo rispetto al passato richiede quindi un approccio molto più complesso, che tiene conto di molti più fattori, con più soluzioni rispetto al passato (quando di fatto esisteva solo il dimetoato) ma nessuna di esse è definitiva, richiedendo di essere applicata solo in determinate condizioni.