L'arca olearia
Ondate di calore su olivo: l'effetto della temperatura e dei raggi ultravioletti
Nei prossimi giorni un'altra ondata di calore investirà l'Italia. Non è solo la temperatura, specie quando supera i 40 gradi, a far danni all'olivo ma anche i raggi UV
07 agosto 2024 | R. T.
L'anticiclone africano riprenderà la scena nel weekend e, probabilmente, le ondate di calore non si limiteranno alla prossima ma dovremo conviverci ancora per qualche settimana.
Una situazione che sicuramente nuoce all'uomo ma può provocare anche sensibili danni all'olivo, non solo per via delle alte temperature ma anche dei raggi UV (ultravioletti).
Temperature sopra i 40 gradi e alto irraggiamento creano un doppio stress alla pianta, stress che è difficile ridurre se non con abbondanti irrigazioni. L'effetto del caolino o della zeolite, a questo punto della stagione, è minimo poichè l'effetto nel ridurre la traspirazione, su piante stressate e con la traspirazione già ridotta, è poco significativo, così come la capacità di ridurre la temperatura sulle foglie, che riduce rapidamente tanto più le temperature oltrepassano i 35 gradi.
L'effetto delle alte temperature su olivo
La pianta, di fronte ad alte o altissime temperature, si ferma. E' ben noto.
Vi sono numerose ricerche che lo testimoniano, come questa dell'Università di Siviglia.
I ricercatori iberici hanno misurato i parametri specifici di dipendenza termica del modello fotosintetico per le foglie di ulivo, nonché il rapporto dei parametri del modello con il contenuto di azoto della foglia (N) a base di area. L'effetto del deficit idrico del suolo sulla fotosintesi delle foglie è stato esaminato applicando due trattamenti di irrigazione a alberi di 29 anni in campo: irrigazione a goccia sufficiente a soddisfare il fabbisogno (I) e in asciutta (D). In entrambi i trattamenti, le foglie avevano una maggiore capacità fotosintetica ad aprile rispetto ad agosto.
Ad agosto, la capacità fotosintetica era più bassa negli alberi in asciutta che negli alberi irrigati. La capacità fotosintetica foglia era linearmente e positivamente correlata al contenuto di azoto foglia su base di area (Na) e alla massa fogliare per unità di superficie (LMA), e la pendenza di regressione variava con il trattamento di irrigazione.
Le foglie di ulivo hanno mostrato una chiara limitazione della fotosintesi a 40 gradi. La diminuzione stagionale della capacità fotosintetica ha limitato l'apertura stomatica e la fissazione di anidride carbonica (CO2) con l'aumento del deficit idrico del suolo.
In condizioni irrigue, tuttavia, l'olivo funziona vicino al punto di transizione tra la limitazione fotosintetica dovuta alla capacità di carbossilazione RuBP e quella dovuta alla capacità di rigenerazione RuBP, e ha portato a un valore quasi costante della concentrazione interna di CO2 da aprile ad agosto. Quindi in condizioni di piena irrigazione l'olivo ha la capacità di compensare e autoregolare lo stress termico, mantenendo un'altra efficienza fotosintetica.
In condizioni ben irrigate, l'efficienza di utilizzo dell'azoto delle foglie di oliva è stata migliorata a scapito della riduzione dell'efficienza dell'acqua. Questo significa che un olivo pienamente irrigato e concimato con azoto avrà bisogno di più acqua per mantenersi efficiente e fotosinteticamente attivo.
L'effetto dei raggi UV sull'olivo
Meno conosciuto è l'effetto di uno stress abiotico su olivo dovuto all'alto irraggiamento luminoso e in particolare ai raggi ultravioletti (UV).
Una ricerca greca ha voluto determinare come alcune funzioni fisiologiche e riproduttive dell'olivo rispondano a una maggiore radiazione UV-B o al calore.
La radiazione UV-B potenziata è stata applicata (1) a piante in vaso di tre anni in un vivaio aperto (corrispondente a una riduzione dell'ozono del 16% circa) e (2) a campioni di polline coltivati in vitro (220 μmol m-2 s-1, PAR = 400-700 nm + UV-B a 7,5, 15,0 o 22,5 kJ m-2 d-1). Le piante di olivo in vaso sono state anche sottoposte ad alta temperatura (38 ± 4°C) per 28 ore per imitare i livelli di calore regolarmente misurati nelle aree di coltivazione degli olivi.
È stato osservato un effetto significativo dei raggi UV-B sul tasso di fotosintesi. Tuttavia, l'aumento delle radiazioni UV-B non ha influenzato né il contenuto di clorofilla né quello di carotenoidi, a conferma di precedenti rapporti sulla resistenza dell'apparato fotosintetico dell'olivo. È stato osservato un aumento dell'attività della superossido dismutasi nelle piante di olivo trattate con UV-B (+ 225%), mentre non è stato riscontrato alcun effetto nelle piante sottoposte a stress termico. Né gli UV-B né il calore hanno influito sull'accumulo di H2O2 nei tessuti vegetali. Tuttavia, gli stessi trattamenti hanno determinato un aumento della perossidazione lipidica (+ 18% per gli UV-B e + 15% per il calore), probabilmente legata ad altre specie reattive dell'ossigeno. L'aumento dell'attività della guaiacolo perossidasi osservato in entrambi i trattamenti (+ 32% per gli UV-B e + 49% per il calore) è legato alla difesa contro i danni ossidativi di membrana.
Questo significa che l'olivo mette in atto una serie di vie metaboliche per limitare l'ossidazione luminosa sul proprio apparato fotosintetico. Si tratta, però, di vie metaboliche energicamente costose che, quindi, dirottano le riserve disponibili per la difesa piuttosto che per la crescita o la produzione.
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