L'arca olearia
Quanto dovrebbe costare una bottiglia di olio extra vergine di oliva italiano nel 2023?
I costi di produzione sono aumentati e sono destinati a crescere ancora. In campo costi alle stelle per concimi, gasolio e presidi fitosanitari
08 luglio 2022 | R. T.
Cerchiamo di capire, partendo da un costo medio di produzione di 4,5 euro/kg per un olio extra vergine di oliva italiano prodotto nel sud Italia, quale può essere l’incidenza dei potenziali rincari che già colpiscono la filiera olivicolo-olearia e la colpiranno nelle prossime settimane.
Il costo di produzione è stato stimato a partire da un'azienda olivicola specializzata, in coltura intensiva irrigua, con una produzione media di 80 quintale di olive per ettaro, con una resa media del 15%, per 12 quintali di olio prodotti ad ettaro.
Il costo del gasolio agricolo, nel giro di qualche mese, è raddoppiato oltrepassando i 1,5 euro/litro. Un rincaro di 70-80 centesimi al litro rispetto alla campagna 2021/22. Considerando un consumo medio prudenziale di 100 litri di gasolio ad ettaro tra lavorazioni, concimazioni, trattamenti e raccolta, l’agricoltore si è già trovato con un rincaro di 80 euro/ettaro.
A questo va aggiunto il prezzo dei concimi, più che raddoppiato. Un buon ternario, nel 2021, costava circa 50-60 euro/quintale, prevedendone la distribuzione di 5-6 quintali ad ettaro. Nel 2022 il costo è passato a 100-120 euro/quintale. Il rincaro per l’agricoltore è stato di 250 euro/ettaro come minimo.
L’aumento dei costi vi è anche stato per i presidi fitosanitari, avendo dato ormai l’addio agli economici dimetoato e fosmet. Se il costo ad ettaro per la difesa convenzionale era di 150 euro/ettaro ora è minimo di 300 euro/ettaro, con un rincaro di 150 euro/ettaro.
A questi vanno aggiunti i costi per l’irrigazione. Nel 2022 un’azienda media ha speso 2000 euro/ettaro tra energia elettrica e diritti di emungimento. Oggi, anche complice caldo e siccità, questo costo a fine stagione supererà probabilmente i 3000 euro/ettaro. Quindi parliamo di un aumento di costi di 1000 euro/ettaro.
E’ molto probabile, stante i rincari energetici, che i frantoi dovranno aumentare i costi di frangitura di 1,5-2 euro/quintale di olive molite rispetto al 2022. L’impatto per l’olivicoltore è dunque di ulteriori 150 euro/ettaro.
Sulla base di tali dati e previsioni, assolutamente prudenziali, e senza considerare tutti i costi indiretti (ricambi, riparazione, lubrificanti…), ci troviamo di fronte a un aumento dei costi, in parte già sostenuto, per almeno 1600 euro/ettaro.
L’aumento del costo di produzione per l’olivicoltore è dunque di 1,33 euro/kg di olio prodotto.
Non più dunque 4,5 euro/kg ma 5,8 euro/kg.
E siamo al costo di produzione in campo.
A questo bisogna aggiungere i costi del packaging, saliti in media del 60-70%. Se, quindi, con bottiglia ed etichetta in quadricomia standard, tappo antirabbocco e cartone, il costo medio era di 1,5 euro/bottiglia, oggi sarà di 2,4 euro/bottiglia. Un rincaro di 90 centesimi.
A questi, sempre in via prudenziale, ci aggiungiamo un aumento di 10 centesimi per imbottigliamento e logistica.
Gli aumenti per imbottigliamento e logistica, dunque sono di 1 euro.
Se quindi una bottiglia da 0,5 litri prodotta nel 2021/22 poteva costare 4 euro, nel 2023 dovremmo trovarla sugli scaffali a non meno di 6,33 euro, con un aumento che sfiora il 40%.
E’ probabile che la filiera si farà carico di parte di questi aumenti, assorbendoli al proprio interno, per cercare di contenere i rincari ma sono probabili aumenti del 20-30% a scaffale per l’olio extra vergine di oliva italiano.
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