L'arca olearia
Creare valore nella filiera dell'olio di oliva
Sono stati presentati i risultati del progetto Triecol alla sede Crea di Rende ha visto un trasferimento di conoscenze e di risultati della ricerca utili all’olivicoltura italiana e del Mediterraneo. Occorre rendere la filiera più competitiva e remunerativa
04 marzo 2022 | C. S.
Punti di forza e criticità del settore olivicolo-oleario, ma anche trasferimento di conoscenze e di risultati della ricerca utili all’olivicoltura italiana e del Mediterraneo: ecco cosa è emerso dalla intensa tre-giorni appena conclusa, organizzata nell’ambito di Triecol, - Trasferimento delle innovazioni in agricoltura e sviluppo ecosostenibile per un’olivicoltura di qualità - il progetto promosso dal Crea, Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicultura (sede di Rende), in collaborazione con Edizioni L’Informatore Agrario.
Al centro del dibattito gli obiettivi per lo sviluppo del settore, rendendo la filiera maggiormente competitiva e remunerativa, ma anche e soprattutto rispettosa dell’ambiente. I principali temi caldi emersi sono stati:
Cambiamenti climatici. L’impatto sulla filiera, inclusa la diffusione delle principali malattie, fra cui la Xylella, e altri patogeni, ma anche e soprattutto le strategie per contrastarne gli effetti negativi, fra cui la tutela della biodiversità, la selezione varietale e la diagnosi precoce.
Mercato dell’olio extra vergine d’oliva. In particolare, le problematiche legate al riconoscimento del prodotto e le strategie per ovviarlo: l’efficace comunicazione verso il consumatore e la valorizzazione dei prodotti attraverso le denominazioni d’origine e le certificazioni.
Tutela dell’agrobiodiversità e promozione del territorio. Nello specifico, la stretta correlazione tra peculiarità dei territori e le varietà degli oli evo, che denota l’unicità degli oli intesa come leva per il turismo enogastronomico ed esperienziale nei luoghi di origine.
Rilancio della produttività. Il passaggio dalle varietà di gestione della filiera olivo agli impianti intensivi e super intensivi come interessanti opportunità di sviluppo.
“Per creare valore aggiunto nel settore dell’olivicoltura – ha affermato Enzo Perri, Direttore del Crea Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicultura – bisogna chiaramente puntare sull’innovazione. Triecol ci ha dimostrato come sia indispensabile che la ricerca stia al fianco delle imprese e dei territori, così come è fondamentale lo scambio di esperienze e di buone pratiche tra diversi centri di ricerca e poli universitari. Alla luce delle numerose opportunità offerte dal Mipaaf, anche attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza, dobbiamo lavorare sodo e in sinergia per determinare la ripresa e lo sviluppo dell’olivicoltura italiana, attraverso un meccanismo di crescita e di innovazione dei processi e dei prodotti, di riduzione dei costi di produzione e di incremento della redditività. Intendo ringraziare la Regione Calabria ed il dipartimento Agricoltura – ha sottolineato – per la sensibilità dimostrata nei confronti di questa tematica e per il sostegno dato al Crea durante tutto il percorso di Triecol, con il quale siamo riusciti a mettere la Calabria al centro di un importantissimo dibattito nazionale”.
Il progetto. Triecol - Trasferimento delle innovazioni in agricoltura e sviluppo ecosostenibile per un’olivicoltura di qualità -, finanziato dalla Regione Calabria grazie al fondo Feasr, attraverso la misura 1, sottomisura 1.2.1 “Sostegno per progetti dimostrativi e azioni di informazione”, del Programma di sviluppo rurale della Calabria 2014/2020, ha l’obiettivo di consolidare e rendere efficiente il legame tra il mondo della ricerca scientifica e quello dell’imprenditoria agricola, per garantire sia la massima qualità delle produzioni olivicolo-olearie, nel rispetto dell’ambiente, con il supporto dell’innovazione tecnologica sia il trasferimento delle conoscenze agli olivicoltori dell’intero bacino del Mediterraneo.
Potrebbero interessarti
L'arca olearia
Ottimizzazione della gramolazione della pasta di olive: tempo, temperatura, ossigeno e additivi naturali
Un aspetto chiave dell'estrazione dell'extravergine è la coalescenza di piccole goccioline di olio generate durante la frangitura in goccioline più grandi, che possono essere facilmente separate attraverso metodi meccanici. Ecco come ottimizzare il processo
12 dicembre 2025 | 16:30
L'arca olearia
Effetti della sostituzione dell'azoto minerale con azoto organico sul comportamento floreale, sulla qualità dei frutti e sulla resa dell'olivo
L'azoto è il nutriente minerale chiave negli oliveti, essenziale per la crescita. La sua carenza riduce significativamente la fotosintesi. L'elevata efficienza di fioritura con fertilizzanti organici azotati potrebbe essere attribuita alla capacità dei microrganismi del suolo di rilasciare regolatori di crescita come citochinine, auxine e gibberelline
12 dicembre 2025 | 15:00
L'arca olearia
Tolleranza alla mosca dell’olivo: aspetti morfologici, dimensioni della cuticola e composti volatili che difendono le olive
Diverse cultivar esposte alla mosca dell'olivo mostrano differenze nelle punture sterili e nella percentuale di infestazione larvale ma esistono anche meccanismi di difesa post-ovideposizione
12 dicembre 2025 | 14:00
L'arca olearia
Le diverse strategie di gestione dell'acqua in tre cultivar di olivo
La gestione dell'acqua all'interno delle piante dipende quindi da fattori come il controllo stomatale, le molecole osmoprotettive e le proprietà chimiche e anatomiche del legno. Le analisi biochimiche e strutturali rivelano come le tre cultivar di olivo hanno risposto in modo diverso allo stress da siccità.
12 dicembre 2025 | 13:00
L'arca olearia
Stretta spagnola sull'olio di oliva tunisino: la Commissione europea se ne lava le mani
Proprio mentre il governo tunisino decide una stretta sull'export, minancciando di bloccare le licenze di esportazione a chi vende a meno di 3,5 euro/kg, ecco che la Commissione europea fa orecchie da mercante all'interrogazione di Dario Nardella
11 dicembre 2025 | 15:00 | Alberto Grimelli
L'arca olearia
Le prospettive dei vini dealcolati e parzialmente dealcolati
L’indagine ha confermato l’interesse dei produttori per i vini no alcol, con oltre il 60% degli intervistati propenso a introdurre questo tipo di produzione. L’elemento che maggiormente influenza l’intenzione di produrre vini dealcolati è rappresentato dalle aspettative dei vantaggi che ne possono derivare
11 dicembre 2025 | 14:00