L'arca olearia
Xylella fastidiosa è sbarcata in Salento nel 2008

Confermato che Xylella sarebbe arrivata in Italia con una pianta di caffè infetta importata dal Centro America. Il ceppo italiano ha perso alcuni geni e ne ha acquisiti altri, potenzialmente correlati all'adattamento agli olivi pugliesi
02 marzo 2022 | T N
E' stato pubblicato uno studio internazionale, a cui ha partecipato l'Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ipsp), che riporta evidenze significativamente più solide di quelle note fino ad ora sull’origine dell’epidemia che il batterio Xylella fastidiosa sta causando in Puglia, dove il patogeno si è adattato ed ha già sterminato milioni di ulivi.
Secondo tali evidenze, Xylella sarebbe arrivata in Italia con una pianta di caffè infetta importata dal Centro America. Considerando il tasso medio di mutazione di questi batteri, i ricercatori sono stati in grado di confermare il 2008 come l'anno più probabile di introduzione della Xylella in Italia. Questo sarebbe coerente con le prime segnalazioni di alberi infetti da parte degli agricoltori pugliesi nel 2010, poiché il periodo di incubazione della malattia può durare più di due anni.
Lo studio fa anche luce su alcuni tratti genetici che potrebbero aver aiutato il batterio a diffondersi.
In relazione a tale studio, Maria Saponari, ricercatrice del Cnr-Ipsp di Bari che ha partecipato allo studio, spiega nell'articolo “Come la Xylella è arrivata in Puglia”, uscito su Nature, origine e caratteristiche del patogeno.
Le differenze tra i genomi costaricani e italiani, anche se piccole, sono rilevanti. "Il ceppo italiano ha perso alcuni geni e ne ha acquisiti altri, potenzialmente correlati all'adattamento agli ulivi pugliesi", sottolinea Saponari. Questi geni potrebbero diventare nuovi bersagli per combattere la malattia, ad esempio modificando il batterio in modo che non possa più infettare gli ulivi.
Potrebbero interessarti
L'arca olearia
I polifenoli dell’olio extravergine di oliva: da antiossidanti e antinfiammatori a discriminanti per l’origine

L'analisi dei componenti minori dell'olio d'oliva, come i polifenoli, potrebbe essere utilizzata per la discriminazione su base geografica. Gli estratti di polifenoli dell’extravergine hanno effetti antinfiammatori sul fenotipo dei macrofagi
16 luglio 2025 | 14:00
L'arca olearia
L'agricoltura biologica aumenta il contenuto fenolico dell'olio di oliva

Sia le pratiche agronomiche che le cultivar possono influenzare notevolmente le proprietà chimiche e nutrizionali dell'olio di oliva vergine extra, con l'agricoltura biologica che potenzia la concentrazione di oleocantale e oleaceina.
15 luglio 2025 | 16:00
L'arca olearia
Il presente e il futuro delle olive dolci, pronte all'uso e alla cucina

Osservate differenze significative nel peso, nella lunghezza e nella larghezza dei frutti in base sia alla cultivar di olivo che all'anno. La composizione fenolica delle cultivar di olive è stata significativamente influenzata sia dalla varietà che dall'anno di raccolta
14 luglio 2025 | 16:00
L'arca olearia
La vera efficacia di Acetamiprid e Flupyradifurone contro la mosca dell’olivo

I dubbi sulla reale efficacia dei nuovi neonicotinoidi contro la mosca dell’olivo è sempre più presente. Ecco un test di efficacia condotto negli Stati Uniti con Acetamiprid e Flupyradifurone
14 luglio 2025 | 14:00
L'arca olearia
La moderna differenziazione dell'olio di oliva è superata: torniamo a quella degli Antichi Romani

Abbiamo perso quella che era una migliore classificazione dell’olio di qualità fatta duemila anni fa: Oleum ex albis ulivis e Oleum viride, oggi ricompresi nell’unica categoria dell’olio extra vergine. E l'Alta Qualità?
11 luglio 2025 | 18:00 | Alessandro Vujovic
L'arca olearia
La varietà di olivo Arbequina è più produttiva della Coratina? Non sempre, ecco perché

La sommatoria termica, ovvero i gradi giorno di temperatura, influenzano relativamente la crescita dei germogli di olivo mentre il carico produttivo ha mostrato un'influenza negativa sull'allungamento. In questo il comportamento di Coratina e Arbequina è molto diverso
11 luglio 2025 | 17:00