L'arca olearia

Monitorare per difendersi da margaronia e cecidomia dell'olivo

Monitorare per difendersi da margaronia e cecidomia dell'olivo

Durante i primi 3-4 anni dall’impianto l’olivicoltore ha la necessità di puntare decisamente sull’integrità della vegetazione in modo che non siano compromessi il suo accrescimento e la forma di allevamento

08 ottobre 2021 | R. T.

La problematica di due specie di insetti fitofagi, la tignola verde dell’olivo (Palpita (=Margaronia) vitrealis (Rossi, 1794) e la cecidomia delle foglie dell’olivo (Dasineura oleae Angelini, 1831) negli oliveti intensivi, durante i primi anni dall’impianto, è stata affrontata nel Progetto Integrato di Filiera (di seguito PIF) “Nuovi MOdelli oLIvicoli in TOscana” (MOLITO).

L’attenzione che gli olivicoltori rivolgono nei confronti di P. vitrealis e D. oleae, i due fitofagi che danneggiano la vegetazione è molto alta in Toscana e in altri areali olivicoli specialmente nei nuovi impianti. Ovviamente, il timore di danno aumenta per gli olivicoltori che eseguono impianti intensivi dati i maggiori investimenti in termini di quantità delle giovani piante messe a dimora. Ciononostante, P. vitrealis è da sempre considerato un fitofago dannoso nei confronti delle giovani piante di olivo, mentre nel caso di D. oleae si tratta di una problematica di recente introduzione.
Durante i primi 3-4 anni dall’impianto l’olivicoltore ha la necessità di puntare decisamente sull’integrità della vegetazione in modo che non siano compromessi il suo accrescimento e la gestione della forma di allevamento.

I danni maggiori sono quelli provocati dall’azione trofica di P. vitrealis sulle giovani piante che, avendo dimensioni ridotte e numerose foglie giovani, sono molto vulnerabili. Il tipo di danno arrecato dalla larva durante il suo sviluppo, è ben visibile sulla vegetazione. Il lepidottero infatti, nel compiere i diversi stadi larvali, in alcuni casi può addirittura compromettere lo sviluppo delle gemme apicali dei nuovi germogli (danno diretto): a questo punto il germoglio, privo della gemma apicale, viene stimolato a sviluppare gemme laterali latenti che alterano l’assetto vegetativo della pianta rendendo difficile il mantenimento della forma di allevamento durante la potatura (danno indiretto).

I principali fitofagi che danneggiano la vegetazione sono classificabili secondo una scala temporale di “rischio di danno” che può essere costruita non solo in base all’età della pianta e alle sue condizioni vegetative ma anche al momento in cui il fitofago provoca il danno. In base a questo e alla luce dell’esperienza maturata durante il periodo di progetto - considerando le grosse dimensioni delle superfici investite dai nuovi impianti intensivi e della difficoltà di gestione e monitoraggio che ne deriva - riteniamo sia necessario illustrare alcuni criteri da seguire per il monitoraggio dei diversi fitofagi.

Margaronia o tignola verde dell’olivo (Palpita vitrealis): il fitofago deve necessariamente essere tenuto sotto attento controllo nei primi 12 mesi dall’impianto. Successivamente, già a partire dal 2° anno di impianto, i danni che provoca possono essere ritenuti meno importanti ai fini della forma di allevamento della pianta. Infatti le tecniche agronomiche eseguite portano ad un forte e veloce sviluppo della vegetazione al punto che, in percentuale, il danno del fitofago si riduce progressivamente.
Cecidomia delle foglie dell’olivo (Dasineura oleae): nei punti di monitoraggio le infestazioni di D. oleae non sono elevate e diffuse come invece accade per P. vitrealis. Questi dati portano a ipotizzare una minor importanza di questa specie nell’ambito della difesa fitosanitaria.
Mosca delle olive (Bactrocera oleae): a partire dal 3° anno dall’impianto, il rischio di danno alla vegetazione, causato dalla margaronia e dalla cecidomia, si riduce notevolmente. A partire da questo momento, bisogna prestare maggiore attenzione ai danni provocati da B. oleae alla produzione.

Monitoraggio della margaronia o tignola verde dell’olivo
Il primo fitofago da monitorare nei primi mesi di impianto è la margaronia. In Toscana, in funzione delle condizioni climatiche del territorio, l’attività di monitoraggio dovrebbe iniziare ad aprile-maggio e proseguire per tutta la stagione fino a ottobre-novembre.
È importante che il monitoraggio della presenza di infestazione e degli stadi di sviluppo della margaronia (uova, larve e pupe) inizi almeno al momento del volo della prima generazione annuale (fine aprile-inizio maggio).

Monitoraggio della cecidomia delle foglie dell’olivo
Per la valutazione dell’infestazione della cecidomia delle foglie dell’olivo sono state individuate tre classi di infestazione:
- Alta: galle diffuse sulla maggior parte delle foglie della pianta (vegetazione degli ultimi 2 anni)
- Media: galle presenti almeno sul 50% della vegetazione (vegetazione degli ultimi 2 anni)
- Bassa: galle presenti solo su alcune foglie (vegetazione dell’ultimo anno)
Per conoscere la densità di popolazione e gli stadi larvali presenti all’interno delle galle, è necessario ricorrere all’ausilio dello stereo-microscopio attraverso attività di laboratorio. Quindi, da ognuna delle sei piante scelte lungo il transetto si consiglia di prelevare un rametto (lunghezza di 8 nodi) per ogni direzione cardinale (in totale 4 rametti per pianta). In laboratorio, per ogni campione viene effettuato il conteggio del numero di foglie presenti sul germoglio, il numero delle foglie con le galle, il numero delle galle presenti sul germoglio, il numero di galle analizzate e infine lo stadio di sviluppo osservato.

Gestione del monitoraggio e del controllo di Palpita vitrealis e Dasineura oleae in oliveti intensivi e superintensivi

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