L'arca olearia
Come difendersi da attacchi tardivi di mosca delle olive

Siamo ormai a ottobre e la raccolta è alle porte ma il rischio di un attacco di Bactrocera oleae non può essere escluso. Le scelte per gli olivicoltori sono ormai limitate
01 ottobre 2021 | R. T.
Siamo ormai alle porte della raccolta delle olive e, al momento, la stagione fitosanitaria sembra promettere una situazione di relativa calma, con la mosca delle olive che ha fatto capolino in questi ultimi giorni sono al nord e in qualche zona centrale.
Non si può però purtroppo ancora escludere una generazione tardiva di mosca delle olive che attacchi le drupe alla metà di ottobre nel centro e anche a fine ottobre al sud.
Il monitoraggio va quindi proseguito per scongiurare il rischio di danni imprevisti.
Nel caso di un attacco tardivo, le sole strade sono due: raccogliere anticipatamente, cercando di portare al frantoio tutte le olive entro 7-10 giorni dalle prime punture fertili, quindi quando ancora non si hanno i fori di uscita, oppure eseguire un trattamento.
Ovvio che in biologico la sola soluzione è la raccolta anticipata mentre in agricoltura integrata è possibile pensare anche a un intervento fitosanitario.
Sono da escludere i prodotti con tempi di carenza di 21-28 giorni (Spada e Epik) che rischierebbero di prolungare oltre misura l'inizio della raccolta.
Restano quindi due sole possibilità nelle mani dell'olivicoltore. Un trattamento adulticida con deltametrina (Decis) a tutta chioma, con efficacia limitata e utile solo in caso di bassa popolazione e infestazione, oppure un trattamento con acetamiprid a breve tempo di carenza (Kestrel) di soli 7 giorni che ha una buona funzione larvicida.
Entrambe queste soluzioni presentano delle criticità. La deltametrina rischia di residuare nell'extra vergine anche quando il tempo di carenza è abbondantemente superato (10-15 giorni dopo trattamento). Si tratta di residualità marginale ma sufficiente a inibire la vendita dell'olio negli Stati Uniti in cui la deltametrina non è ammessa in toto nell'extra vergine.
L'acetamiprid in formulazione a breve tempo di carenza è una novità dell'anno e quindi, sebbene la formulazione dovrebbe risultare fortemente idrosolubile, l'eventuale minima residualità nell'olio è ignota.
In conclusione eseguire il trattamento in prossimità della raccolta rappresenta comunque un rischio che va ben ponderato in azienda, in ragione soprattutto del mercato di sbocco del prodotto.
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