L'arca olearia

I vini bianchi continuano ad essere prevalenti sui vini rossi in Italia

I vini bianchi continuano ad essere prevalenti sui vini rossi in Italia

Poco meno della produzione nazionale è destinata al consumo interno ed è quindi fondamentale perseguire politiche e strategie di consolidamento del trend positivo dell’export che vale 6,3 miliardi 

23 settembre 2021 | C. S.

Il master “Vini italiani e mercati mondiali”, organizzato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, in maniera congiunta con l’Università di Pisa, l’Università per Stranieri di Siena, l’Università di Siena, in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier (AIS), forma una figura professionale che, grazie alle conoscenze dei principi della produzione vitivinicola,  dei meccanismi e strumenti della comunicazione e marketing, nonché delle tecniche di degustazione sviluppate durante le attività didattiche, è in grado di contribuire alla diffusione della conoscenza dei vini italiani all’estero, alla loro promozione e affermazione sui mercati mondiali, considerando sia quelli consolidati (Stati Uniti, Germania, Regno Unito) sia quelli in espansione (Cina, Corea, Russia, Brasile, America latina), con una particolare attenzione su paesi “emergenti” come India, Africa, Sud-est asiatico.

Gli “ambasciatori del vino italiano”, formati dal master, sono specialisti in temi riguardanti la conoscenza dei vini italiani - grazie anche alle competenze in degustazione, acquisite all’interno del master con il diploma di sommelier AIS - dei territori che li producono e dei risvolti qualitativi, culturali, socio-economici e commerciali, delle tecniche e delle modalità di comunicazione specifiche per i prodotti enologici. Particolare attenzione è dedicata anche alle caratteristiche e alle tendenze dei diversi mercati mondiali e dei consumatori internazionali.

“Nonostante le naturali oscillazioni, l’Italia continua a mantenere la leadership mondiale in termini di produzione di vino che, anche nella vendemmia 2020, sfiora i 50 milioni di ettolitri - commenta il direttore del master, Pietro Tonutti, docente di viticoltura alla Scuola Superiore Sant’Anna - Un interessante trend, che può avere riflessi a livello di mercati internazionali, è il fatto che i vini bianchi continuano ad essere prevalenti sui vini rossi, raggiungendo il 57% della produzione totale. Un altro elemento di interesse è senz’altro rappresentato dal consolidamento delle produzioni Doc/Docg che rappresentano quasi il 45% della produzione totale. Poco meno della produzione nazionale è destinata al consumo interno ed è quindi fondamentale perseguire politiche e strategie di consolidamento del trend positivo dell’export che, pur avendo evidenziato una lieve flessione nel 2020 rispetto all’anno precedente, dovuta anche ad aspetti legati alla pandemia Covid-19, si attesta attorno ai 6.3 miliardi di euro”.

“I mercati europei e nord-americani – prosegue Pietro Tonutti - hanno mantenuto od incrementato (anche in modo marcato, come nel caso di alcuni paesi scandinavi) i livelli di importazioni dei vini italiani, alcune criticità si sono invece manifestate nei mercati asiatici. L’export del vino rappresenta un fattore di assoluta importanza per il settore enologico nazionale con positive ripercussioni anche su altri ambiti ad esso collegati (come il turismo e la promozione più generale del “Made in Italy”). Da qui la necessità di formare figure professionali in grado di creare opportunità e sviluppare nuove strategie aziendali (anche in relazione alle problematiche create dal Covid-19), e di diffondere con successo la conoscenza dei vini italiani, delle numerose Dop (“Denominazioni di Origine Protetta”) e della cultura legata alle tradizioni enologiche e ai diversi territori. Per raggiungere questo scopo – conclude il direttore del master - è necessaria una forte 'complementazione' delle competenze viticolo-enologiche e di marketing con quelle più squisitamente di tipo socio-culturale e di comunicazione da integrare con quelle relative allo studio delle caratteristiche dei mercati e delle tipologie dei consumi e dei consumatori internazionali”.

Potrebbero interessarti

L'arca olearia

Le molecole chiave che danno il sentore di muffa e riscaldo-morchia all'olio di oliva

Entrambi i difetti sensoriali potrebbero essere discriminati con successo dagli oli extravergini di oliva per mezzo di un'analisi molecolare. Ecco la correlazione tra la concentrazioni di due composti volatili e le intensità dei difetti

17 novembre 2025 | 13:00

L'arca olearia

Aumentare l’efficienza di estrazione in frantoio e la resa in olio: trucchi e segreti

La resa in olio al frantoio dipende dall’efficienza di estrazione che può variare dal 78 al 91% a seconda delle regolazioni delle macchine. Ecco quali sono i fattori che possono più incidere sula resa e come intervenire

17 novembre 2025 | 11:00

L'arca olearia

Effetti della gestione del terreno sul deflusso, erosione e proprietà del suolo in oliveto

Un confronto tra tre sistemi di gestione del suolo in ragione dei tassi di precipitazioni, deflusso e perdita del suolo in un oliveto. Il risultato peggiore si ha con l'uso intensivo di erbicidi per lasciare il suolo nudo

16 novembre 2025 | 12:00

L'arca olearia

L'inerbimento dell'oliveto: chiave per il controllo dei parassiti dell'olivo

L'attuazione di un buon inerbimento dovrebbe essere focalizzato, tra gli altri obiettivi, sul controllo fitosanitario, modificando il microclima del suolo, riducendo le oscillazioni termiche e l'umidità relativa, che ostacola lo sviluppo della mosca dell'olivo

15 novembre 2025 | 12:00

L'arca olearia

L'olio venduto a scaffale è davvero extravergine di oliva? Gli oli a basso costo spesso provengono da processi di produzione meno controllati

Se non c’è fiducia del consumatore l’unico motivo di guida diventa il prezzo a scaffale. La tensione di un continuo ribasso dei prezzi dell’olio extravergine di oliva porta a ridurre la qualità, intrinseca e percepita. Una spirale senza fine e un disallineamento tra le aspettative dei consumatori e la qualità effettiva del prodotto

14 novembre 2025 | 17:30

L'arca olearia

Oliveto superintensivo: quando conviene e quando no

La vera incognita nella proposta di produzione olivicola superintensiva è la capacità di raggiungere il pieno potenziale produttivo degli alberi per un periodo di tempo sufficientemente lungo. L’analisi tecnico-agronomica deve precedere quella economica

14 novembre 2025 | 15:00