L'arca olearia
Riprende vita il mercato dell'olio d'oliva nazionale
Dopo un autunno-inverno di difficoltà, ecco che i volumi di commercializzato in ogni segmento olivicolo-oleario danno segni di ripresa anche se le giacenze di olio extra vergine di oliva italiano a fine marzo restano altissime
16 aprile 2021 | T N
Nel mese di marzo sono state commercializzate circa 9 mila tonnellate di olio extra vergine di oliva italiano, con le giacenze che, tuttavia, restano molto alte: a 123 mila tonnellate.
Anche ipotizzando uscite medie da 8 mila tonnellate mensili fino a settembre, le vendite si fermerebbero a circa 50 mila tonnellate, lasciando un residuo da ben 70 mila tonnellate dopo un'annata in cui il raccolto è stato ben poco abbondante, potendo l'Italia vantare una produzione di sole 280 mila tonnellate nel 2020/21.

L'olio extra vergine di oliva italiano, quindi non ci riferiamo all'export di olio dall'Italia che è cresciuto significativamente nel 2020, ha patito moltissimo la chiusura dell'Horeca che è il canale di sbocco privilegiato per questo prodotto, senza tuttavia riuscire a guadagnare spazio né sugli scaffali dei supermercati italiani né di quelli esteri, dove le miscele di comunitario , o extracomunitario, dominano incontrastate.

E' quindi giusto salutare con favore la crescita della commercializzazione di olio nazionale, con una mini ripresa anche per il biologico, con vendite a 2300 tonnellate, quasi la stessa quantità di Dop/Igp che si ferma a 2000 tonnellate, con la differenza che di olio bio ne rimangono stoccate quasi 25 mila tonnellate, mentre per l'olio Dop/Igp sono la metà.
Nel complesso quindi lo stato di salute del settore olivicolo nazionale, sul fronte commerciale, appare precario.
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