L'arca olearia

Allarme rosso per le basse rese in frantoio a ottobre

Quest'anno non è la mosca ad aver causato problemi agli olivicoltori ma il meteo. Tra un settembre troppo siccitoso e un ottobre troppo piovoso la maturazione delle olive è proceduta a singhiozzo e le continue piogge hanno ridotto le rese

23 ottobre 2020 | R. T.

La paura per la mosca delle olive e per il maltempo, con conseguenti perdite di prodotto, hanno indotto gli olivicoltori a raccogliere precocemente, facendo partire la campagna olearia anche al Sud con 15 giorni di anticipo almeno rispetto al solito.

Le olive, tuttavia, non erano pronte alla raccolta, ovvero sicuramente non avevano raggiunto il grado ottimale di maturazione qualitativa e tecnologica.

Il meteo ha poi complicato notevolmente l'andamento di questo avvio della campagna olearia con il continuo arrivo di perturbazioni che hanno scaricato su quasi tutte le regioni italiane le piogge che non sono arrivate nel mese di settembre.

Dal punto di vista fisiologico la siccità ha provocato un ritardo nell'inolizione delle olive, ovvero nell'accumulo di olio nel frutto. Se è vero che settembre è il mese d'oro per l'inolizione, è possibile che, nelle regioni del centro nord possa continuare fino a metà ottobre almeno, mentre nelle regioni del sud può proseguire fin quasi alla metà di novembre. E' infatti la combinazione di luce (fotoperiodo tendenzialmente diurno), acqua e temperature miti (minime non inferiori ai 10 gradi e massime non inferiori ai 18 gradi) a favorire il processo di formazione e accumulo di olio nelle drupe.

Purtroppo, con le piogge di ottobre, si è assistito anche a un notevole abbassamento termico, che ha ridotto significativamente la capacità dell'olivo di portar avanti l'inolizione dei frutti.

La combinazione di questi fattori ha portato ad avere, come media nazionale, rese in frantoio (su peso fresco) inferiori di 3-4 punti, al 10-11% contro i 14-15% della media degli ultimi anni.

Minor grado di inolizione certo ma anche grande accumulo di acqua nelle olive. E' infatti fenomeno noto che le olive si riempiano di acqua già entro poche ore dalla pioggia, poi riducendo il contenuto idrico nel volgere di 5-7 giorni e assestandosi intorno al 45-50%. Con la frequenza delle piogge di questo primo scorcio della campagna olearia, mediamente una perturbazione ogni 3-4 giorni, è evidente che olive sono rimaste costantemente piene di acqua. Prova ne è che il contenuto medio di acqua sulle olive fresche era superiore di 10-15 punti, quindi al 60-65%, rispetto alla media del periodo.

Tutto questo ha influito pesantemente sulle rese su peso fresco che sono state in media del 9-10% nel centro nord e del 11-12% al sud, esclusa la Sicilia per alcune varietà.

E' evidente che questa situazione ha creato fibrillazione nei frantoi che acquistano le olive trovandosi di fronte a prezzi medi di 70-90 euro/quintale di olive, più alti nel centro nord che al sud, ma a rese bassissime che alzano enormemente il costo di produzione.

Una situazione che potrebbe cambiare nel volgere di 2-3 settimane, quando anche la Puglia entrerà nel pieno della raccolta, ma che sta creando fibrillazione nel comparto olivicolo.

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