L'arca olearia
Ecco come l'oleuropeina aglicone dell'olio extra vergine di oliva può aiutare a sconfiggere l'Alzheimer
La locuzione latina “Mens sana in corpore sano” di Giovenale, conferma la relazione tra abitudini alimentari e stato di salute.Un fenolo dell'extra vergine è capace di attivare più meccanismi metabolici di neuroprotezione
11 settembre 2020 | Antonella Mancuso
La malattia di Alzheimer (AD) è una delle principali malattie neurodegenerative in età avanzata, caratterizzata dal progressivo deficit cognitivo, demenza ed atrofia del sistema nervoso centrale. Le principali caratteristiche istopatologiche sono rappresentate dall’accumulo del peptide Aβ nelle placche extracellulari, la presenza di grovigli neurofibrillari intracellulari e la riduzione del volume del cervello. Il peptide Aβ attiva la proteina poli (ADP-ribosio) polimerasi-1 (PARP1) portando indirettamente alla morte delle cellule nervose. PARP1 è un enzima di riparazione del DNA, normalmente attivato da rotture a singolo filamento in seguito a stress ossidativo, che catalizza la formazione di polimeri di ADP-ribosio (PAR) dal precursore NAD+. La patologica iperattivazione di PARP1, indotta da Aβ, provoca l’esaurimento dei livelli di NAD+ portando a morte cellulare. Il deficit del coenzima è dannoso in organi metabolicamente attivi come il cervello; le proteine maggiormente colpite dai cambiamenti dei livelli cellulari di NAD+ sono le istone deacetilasi NAD+ dipendenti (Sirtuine) e, poichè queste come PARP utilizzano il NAD+ per le loro attività, è stato suggerito un crosstalk tra queste. Nell’ambito delle patologie neurodegenerative prevale l’idea che l’autofagia rappresenti una risposta neuroprotettiva e che disfunzioni dell’attività autofagica favoriscono la morte delle cellule nervose.
Un carattere distintivo in cervelli affetti da AD è proprio la disfunzione dell’autofagia con conseguente neurodegenerazione.
La locuzione latina “Mens sana in corpore sano” di Giovenale, conferma la relazione tra abitudini alimentari e stato di salute.
Numerose evidenze scientifiche sottolineano l’effetto positivo della dieta mediterranea sulla prevenzione delle malattie neurodegenerative; questi effetti sono stati attribuiti in buona parte al consumo dell’olio extra vergine di oliva (EVOO) e soprattutto ai polifenoli in esso contenuti; tra essi, all’oleuropeina aglicone (OLE) sono stati attribuiti molteplici effetti, tra cui effetti neuroprotettivi. Poiché PARP genera polimeri di PAR siamo andati a determinare i livelli di proteine parilate in colture cellulari di neuroblastoma murino(N2A); la parilazione delle proteine indotta dall’agente alchilante metilnitrosoguanidina (MNNG), attivatore di PARP, è stata ridotta dal pre-trattamento per 24h con OLE (100µM) o con due inibitori di PARP. Poichè l’enzima necessita del NAD+ per la sua attività, abbiamo misurato i livelli di NAD+ nelle cellule N2A esposte a MNNG (100 µM) per 90 minuti, rilevando una significativa riduzione dei livelli comparata ai livelli di controllo; tale riduzione risultava attenuata ma non in maniera significativa con il trattamento per 24h con PJ-34 o con OLE.
Questo dato suggerisce l’esistenza di altri meccanismi che vengono attivati in queste condizioni e che influenzano i livelli di NAD+. Abbiamo poi investigato la possibile attivazione di SIRT1 da parte di OLE, ed abbiamo osservato un aumento di questa. Infine essendo noto che l’attivazione di PARP1 induce autofagia, abbiamo misurato i livelli di beclina1, marker di questo processo, in cellule N2A pretrattate e non con OLE 24h prima dell’esposizione ad MNNG; i livelli di beclina1 sono risultati aumentati in assenza di OLE e quasi raddoppiati in sua presenza.
In conclusione i nostri dati dimostrano che OLE contrasta la cascata di eventi mediata da PARP1 fornendo un nuovo meccanismo di neuroprotezione con possibili implicazioni in AD.

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