L'arca olearia
Efsa ribadisce: Leccino e FS17 sono tolleranti a Xylella fastidiosa
Nuovi elementi nel dibattito su tolleranza o resistenza per FS17 e Leccino. L'Update of Scientific Opinion di Efsa del 28 aprile 2019 torna sull'argomento, fornendo un indirizzo chiaro e in continuità con i report del 2017 e del 2018
09 settembre 2019 | Alberto Grimelli
A seguito dell'articolo: Leccino e FS17 sono tolleranti o resistenti a Xylella fastidiosa? Ho ricevuto critiche, qualche sguaiata offesa, ma anche numerosi apprezzamenti e qualche ulteriore contributo alla discussione che reputo necessario condividere, così da arricchire il dibattito con nuovi elementi e spunti di riflessione.
Avevo affermato che la ricerca non è univoca in materia e mi è stato chiesto di esplicitare, con qualche esempio, le differenti opinioni e posizioni che, evidentemente, debbono trovare fondamento in una pubblicazione scientifica.
Ecco dunque due lavori, l'uno dell'Università del Salento (2018) e l'altro dell'Università di Palermo in collaborazione con Crea e Università della California (2018), che parlano di tolleranza per la cultivar Leccino.
Nel primo lavoro si esplicita: “The cv. Leccino exhibits an evident tolerance with a slow disease progression compared with the other cultivars” e ancora “Results suggest a critical role for lignin in X. fastidiosa tolerance of cv. Leccino.”. Nel secondo: “Elevated concentration of quinic acid, a lignin precursor, less concentration of hydroxytyrosolglucoside and the up-regulation of cinnamoyl-CoA reductase and polyphenol oxidase were observed in the most tolerant olive cultivar, Leccino”.
Inoltre è vero che l'unico Statement scientifico di Efsa sulla suscettibilità delle diverse varietà di olivo è del 2017, ma l'Efsa, su richiesta della Commissione europea, aggiorna annualmente lo stato della ricerca su Xylella attraverso Update of Scientific Opinion ad opera dell'Efsa Panel of Plant Health di cui fanno parte 33 ricercatori e scienziati internazionali, tra cui otto italiani.
Vediamo dunque cosa viene scritto nei più recenti Update of Scientific Opinion, partendo da quello pubblicato il 23 luglio 2018, che dedica un intero paragrafo alla questione tolleranza/resistenza: “Following the introduction and spread of X. fastidiosa in the Apulian olive groves, at least two olive cultivars, Leccino and FSâ17, have shown traits of tolerance to the pathogen. The tolerance is expressed by significantly reduced symptoms development, when compared with highly sensitive cultivars (i.e. Ogliarola salentina and Cellina di Nardò) growing under a very high pressure of inoculum inside the infected zone, and by a lower amount of bacterial cells in infected tissues (Baù et al., 2017; Boscia et al., 2017a,b; IPSPâCNR technical report, 2017). Some of the genes putatively involved in the tolerant response to X. fastidiosa in the Leccino cultivar have been identified following a comparative transcriptomic analysis (Giampetruzzi et al., 2016), while others are currently under investigation (Saldarelli, personal communication). These findings, together with further studies aiming at investigating the molecular basis of the host response and pathways modulating different defence responses might open the possibility of breeding for resistance or tolerance. Conventional breeding in California that produced wine grape varieties with strong resistance required decades to produce but the first grapes varieties resistant to X. fastidiosa subsp. fastidiosa are now being released (Walker and Tenscher, 2016; Walker et al., 2016).”
Il documento ribadisce che Leccino e FS17 presentano tratti di tolleranza al patogeno (“...have shown traits of tolerance to the pathogen”) e che le ricerche in corso sui meccanismi di azione e reazione all'infezione possono portare alla possibilità di incroci per ottenere resistenza o tolleranza (“These findings, together with further studies aiming at investigating the molecular basis of the host response and pathways modulating different defence responses might open the possibility of breeding for resistance or tolerance”). Secondo i ricercatori del panel Efsa, quindi, la speranza per il Salento, al fine di ottenere cultivar resistenti, è racchiusa tutta nella parola “breeding” (incrocio) sul modello di quanto operato in California su vite.
Nel successivo Update of Scientific Opinion, adottato da Efsa il 28 aprile 2019, e ugualmente redatto dall'Efsa Panel of Plant Health, la questione tolleranza/resistenza è trattata marginalmente ma con un accenno che vale la pena sottolineare. Si legge. “A global quantitative transcriptome profiling of cv. Leccino and cv. Ogliarola salentina revealed the presence of differentially expressed genes in plants of the two cultivars, and that cv. Ogliarola salentina response to X. Fastidiosa infection resembled the response to drought stress, as shown by the up-regulation of several genes known to be differentially expressed in other plant species. The lower pathogen concentration in cv. Leccino compared to other cultivars suggests that cv. Leccino may have genetic constituents and/or regulatory elements that suppress population growth of X. Fastidiosa (Giampetruzzi et al., 2016; Saponari et al., 2018). EFSA (2017) concluded that, from experimental infectivity studies and from surveys in olive orchards, converging lines of evidence indicate tolerance of the olive variety Leccino to X. Fastidiosa subsp.pauca ST53 infections, although no long-term observations on yield are available yet (EFSA, 2017).”
Nel recentissimo Update, quindi, l'Efsa cita se stessa, ovvero il report del 2017 sulla suscettibilità delle diverse varietà a Xylella, ritenendolo ancora valido e aggiornato, e quindi indicando, nuovamente, che Leccino e FS17 sono tolleranti al batterio.
Alla luce di tali evidenze non possiamo che rafforzare la nostra posizione, continuando a definire Leccino e FS17 come tolleranti a Xylella fastidiosa fino a quando quando la comunità scientifica, e l'Efsa di conseguenza, avranno raggiunto un accordo su tolleranza o resistenza di FS17 e Leccino, sperando che nel frattempo vengano individuate anche altre varietà tolleranti o resistenti a Xylella.
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