L'arca olearia
Ftalati nell'olio extra vergine d'oliva: necessario scoprire l'origine della contaminazione

Contenuti di ftalati fino a 7,5 mg/kg, superiori anche ai limiti di migrazione previsti dal regolamento comunitario 10/2011. Se per il lampante la contaminazione può derivare dal processo di raffinazione, occorre capire perchè fuori norma risultano anche gli extra vergini
01 agosto 2019 | R. T.
Oli extra vergini di oliva fuori norma, con livelli di ftalati superiori ai limiti di migrazione previsti dal regolamento comunitario 10/2011.
E' quanto hanno scoperto ricercatori portoghesi esaminando un numero esiguo di campioni: 16 oli di oliva comprati al supermercato.
L'attenzione dei consumatori e della Grande Distribuzione sulla contaminazione di questi composti è elevata.
Gli ftalati sono contaminanti ubiquitari nell'ambiente e nei prodotti di consumo. Sono utilizzati come plastificanti in molte materie plastiche utilizzate per l'imballaggio e articoli per la lavorazione, la manipolazione e la conservazione degli alimenti.
Alcuni ftalati e i loro metaboliti sono noti per essere tossici per la riproduzione e perturbatori endocrini. Tra questi vanno segnalati il diottilftalato (DEHP) e il diisononilftalato (DINP).
Per quanto riguarda i campioni di olio di oliva raccolti, sono stati rilevati DEHP e DINP in tutti i campioni con una concentrazione media di 1,31 e 1,52 mg/kg e con una concentrazione massima di 7,52 e 6,29 mg/kg, rispettivamente.
I risultati mostrano quattro, dei sedici campioni, con una concentrazione di DEHP superiore ai limiti di migrazione applicabili ai sensi della normativa sui materiali a contatto con gli alimenti.
Uno dei campioni è l'olio di sansa e quindi la fonte di contaminazione può essere il solvente utilizzato nel processo di estrazione. Ma gli altri tre campioni sono oli extravergini e oli di oliva vergini.
È quindi importante sviluppare gli sforzi per risalire alla fonte di contaminazione.
Un altro problema che si pone è l'alto costo della ricerca di ftalati e la complessità dell'analisi.
E' questa la ragione per cui i ricercatori hanno confrontato un metodo alternativo per l'introduzione dei campioni nel sistema cromatografico con la tradizionale estrazione liquida seguita da analisi preventive della concentrazione.
Il metodo ChromatoProbe ha presentato prestazioni simili per quanto riguarda i limiti di rilevazione e quantificazione, ma, contrariamente ad altre matrici come il vino, non elimina la necessità di estrazione preliminare di liquidi. Il vantaggio principale consiste nel non richiedere la fase di concentrazione e nel diminuire gli arresti dell'impianto per la manutenzione.
Bibliografia
Joel Pereira, Maria do Céu Selbourne, Fátima Poças, Determination of phthalates in olive oil from European market, Food Control,
Volume 98, 2019, Pages 54-60, ISSN 0956-7135
Potrebbero interessarti
L'arca olearia
La moderna differenziazione dell'olio di oliva è superata: torniamo a quella degli Antichi Romani

Abbiamo perso quella che era una migliore classificazione dell’olio di qualità fatta duemila anni fa: Oleum ex albis ulivis e Oleum viride, oggi ricompresi nell’unica categoria dell’olio extra vergine. E l'Alta Qualità?
11 luglio 2025 | 18:00 | Alessandro Vujovic
L'arca olearia
La varietà di olivo Arbequina è più produttiva della Coratina? Non sempre, ecco perché

La sommatoria termica, ovvero i gradi giorno di temperatura, influenzano relativamente la crescita dei germogli di olivo mentre il carico produttivo ha mostrato un'influenza negativa sull'allungamento. In questo il comportamento di Coratina e Arbequina è molto diverso
11 luglio 2025 | 17:00
L'arca olearia
Comportamento dello smorzamento dell’olivo sotto scuotimento del tronco

La ricerca sul fabbisogno energetico degli scuotitori per olivi ha dimostrato una notevole differenza tra le previsioni teoriche e l'energia effettivamente necessaria. L'ottimizzazione dell'altezza di attacco durante la raccolta meccanica può migliorare l'efficienza energetica e ridurre al minimo i danni
11 luglio 2025 | 16:00
L'arca olearia
L’impatto della micropropagazione in vitro dell’olivo sulla morfologia e sui parametri fisiologici di diverse cultivar

La risposta allo stress idrico dell’olivo e la sua capacità di risposta e recupero dipendono anche dal sistema di propagazione dell’olivo. Ecco le differenze per Arbequina, Coratina, Frantoio e Urano tra olivi micropropagati e autoradicati
11 luglio 2025 | 15:00
L'arca olearia
L’influenza del clima estivo sulle caratteristiche dell’olio extravergine di oliva

Un deficit idrico durante lo sviluppo iniziale dell’oliva può comportare una diminuzione irreversibile delle dimensioni delle cellule della polpa. Lo stress idrico estivo influenza negativamente l'acidità, mentre i valori di perossidi e K232 e K270 mostrano correlazioni dirette
11 luglio 2025 | 14:00
L'arca olearia
La speranza contro Xylella fastidiosa dell'olivo viene da spore batteriche

Identificate spore batteriche in diversi oliveti andalusi che hanno attività antimicrobica contro la Xylella fastidiosa. Queste spore sono caratterizzate dalla loro resistenza alle sfide ambientali, come le alte temperature, la radiazioni ultraviolette e la scarsità di acqua
11 luglio 2025 | 10:00