L'arca olearia

Nuova olivicoltura, un chip inserito nell’apparato radicale per la tracciabilità totale

Un progetto Pif vuole consentire di avere la tracciabilità totale, dal vivaio fino alla tavola, grazie alle moderne tecnologie. Un investimento da 2,3 milioni di euro per la valorizzazione dell'extra vergine che saprà raccontare tutto il cliclo produttivo

18 aprile 2019 | C. S.

Oltre 2,3 milioni di euro di investimenti per portare a tavola il miglior olio toscano, dando futuro alla qualità alla tradizione e alla bellezza che ruotano attorno all’olivo toscano. Utilizzerà anche un chip dentro l’apparato radicale e si chiama EVO 2.0: Extra Vergine di Oliva… (nella sua versione più aggiornata), ed è il progetto Integrato di filiera, nato in seno alla rete Coldiretti Pistoia, che prevede la messa a punto di ‘conoscenze e tecniche’ per innovare e rendere competitiva la filiera olivicola-olearia toscana del domani. Stanno lavorando fianco a fianco oltre 60 soggetti, in prevalenza aziende agricole, con frantoi, vivai olivicoli e centri di ricerca (Coripro, Cnr e Università della Tuscia), che investiranno risorse proprie, oltre a utilizzare i finanziamenti Ue, nell’ambito del Psr di Regione Toscana.

“Il progetto indagherà le migliori strade per dare gambe, anche economiche, al patrimonio immateriale che è il paesaggio toscano con i suoi uliveti –commenta Simone Ciampoli, direttore di Coldiretti Pistoia-. Un obiettivo che passa per una serie coordinata di attività”.

A partire dalla tutela della biodiversità genetica, favorendo l’utilizzo delle cultivar di olivo toscano disponibili nei vivai pesciatini.

E poi, aumento della produzione: infittendo gli oliveti esistenti, recuperando quelli abbandonati e realizzando nuovi impianti certificati e resistenti alle malattie.

Inoltre, valorizzando agli occhi dei consumatori (con tanto di logo) le qualità organolettiche e salutistiche dell’olio extravergine di oliva toscano.

“E per rendere tangibile il legame tra territorio e prodotto messo a tavola- conclude Ciampoli-, EVO 2.0 sperimenterà un sistema di tracciabilità digitale che ‘racconterà’ al consumatore tutto il ciclo produttivo, risalendo dall’olio in bottiglia alla pianta del vivaio utilizzata grazie al chip inserito dell’apparato radicale”.

Di seguito i partecipanti al Pif Evo 2.0, con investimenti diretti: Campioni Mauro (capofila), CNR – IVALSA, CO.RI.PRO, UNITUS – DAFNE, CAICT, Impresa Verde Pistoia (società di servizi di Coldiretti Pistoia), Az Agr. Cinelli Luca, Az. Agr. Del Ministro Giampiero, Fattoria Il Cassero di Giovannetti Paolo, Lunardi Ambiente e Territorio di Lunardi Riccardo, Podere Leano di Marsala Francesco, Vivai Rosellini Riccardo, Az. Agr. Settelavatoi nove motori, Soc. Agr. Semplice di Carlesi Alessia e Ercolini Emerson, Volpi Francesca, Az Agr. Pieve dei Medici di Pratesi Edoardo, Az. Ag Gentili di Sarti Elisa, Fattoria Verghereto di Landini Emilio, Pinferi Emanuele Giulio, Soc. Agr. Pacini Luciano di Luciana e Cristina S.S., Olivicoltori Valdinievole Soc. Cooperativa arl, Vivai Pietro Pacini, Società Agricola semplice di Pacini Mario e C., Az. Agr. Bentivoglio di Meacci Elisa, Az. Agr. Montecucco di Balducci Carlo, Tenuta di Campagliana di Batisti Maila, Az. Agr. Il Podere dei Sogni di Piccirillo Valentina, Az. Agr La Gramigna di Conti Renata, Soc. Rio Al Guado di Landini Emilio e Andrea, Az. Agr. Del Bravo di Del Bravo Serafino, Az. Agr. Campioni Catiuscia. Oltre ai partecipanti diretti, al Pif Evo 2.0 collaborano circa altri 30 soggetti.

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