L'arca olearia 22/02/2019

Niente allarmismi per l'oliveto Italia con l'arrivo di Burian II

Niente allarmismi per l'oliveto Italia con l'arrivo di Burian II

Sebbene siano previste nevicate fino a bassa quota, le temperature non dovrebbero arrivare ai picchi dello scorso inverno che causò forti danni all'oliveto Italia. I consigli per affrontare il rischio gelata sulle giovani piante, gli olivi già potati e quelli già in vegetazione


Sarà un weekend gelido, questo promettono le previsioni, con un brusco abbassamento termico e neve fin in pianura sul versante adriatico, ma anche in Calabria e in Sicilia.
Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria dovrebbero essere interessate da nevicate che, tuttavia, dureranno lo spazio di una giornata. Già domenica la neve dovrebbe tramutarsi in pioggia e le temperature tornare a rialzarsi.
Poi da lunedì, secondo i meteorologi, dovrebbe tornare la primavera con temperature che potrebbero essere al di sopra delle medie stagionali.

Nel complesso il fenomeno che ci attende nelle prossime ore non è un Burian II. I venti gelidi, fino a 80-90 Km/h, dovrebbero durare solo nella giornata di sabato e non interessare, se non per poche località, le ore notturne più fredde, scongiurando il rischio di gelicidio che gravi danni ha causato nel 2018.

Nonostante i danni non dovrebbero essere drammatici come nel 2018, non sono escludibili alcune situazioni di rischio in particolare per i giovani impianti olivetati e per le piante potate o quelle già in rigoglio vegetativo.

I giovani impianti olivetati
Nel caso delle giovani piantine il rischio più concreto è la neve. Infatti i giovani tronchi, specie su piante di un anno di età di vivaio, non sono ancora ben lignificati e potrebbero subire un forte danno dal contatto con la neve.
E' quindi intervenire quanto prima per liberare le piantine, manualmente e tramite un trattamento con una soluzione blandamente salina, che favorisca lo scioglimento della neve.

Le piante potate
E' evidente che le piante potate potrebbero soffrire per la presenza della neve in particolare se, sui tagli più grossi e non ancora cicatrizzati, vi si appoggia la neve, con il rischio di spaccature e danni anche ai vasi.
In questo caso l'unico intervento possibile è, dopo il passaggio della gelata, tramite trattamenti rameici che favoriscano la disinfezione di eventuali ferite aperte.

Le piante già in rigoglio vegetativo
Le temperature miti degli ultimi giorni hanno favorito già l'emissione dei nuovi germogli, specie al centro sud. E' chiaro che questi tessuti giovani sono i più sensibili e potrebbero risentire già di temperature prossime allo zero.
In questi casi occorre resistere alla tentazione, appena passata la gelata, di effettuare interventi frettolosi, che potrebbero risultare controproducenti. Spesso, infatti, pensando che la nuova vegetazione sia compromessa, si interviene con concimi, in particolare azotati, per recuperare il tempo perduto. In realtà, qualora il danno sui germogli sia limitato, fatto che si può verificare solo dopo 10 giorni circa dall'evento climatico, il rischio è di creare squilibri vegeto-produttivi che possono anche compromettere in parte la nuova campagna olearia.

In conclusione, vista l'entità del fenomeno e la sua durata, è bene cercare di proteggere il più possibile le giovani piante, effettuare un trattamento rameico aggiuntivo e precauzionale sulle piante potate e attendere qualche giorno per valutare l'eventuale danno sui nuovi germogli, senza intervenire.

di R. T.