L'arca olearia 08/02/2019

Mai più soda per produrre le olive da tavola

Mai più soda per produrre le olive da tavola

Oggi l'utilizzo della soda come composto per la deamarizzazione delle olive da tavola è il tallone d'Achille della sostenibilità ambientale di questa industria alimentare. Dagli Stati Uniti l'indicazione di un metodo innovativo per ottenere un prodotto sano e nutriente


 Le olive sono alimenti fondamentali della dieta mediterranea, che è stata collegata ad una ridotta incidenza di malattie cardiovascolari, del morbo di Alzheimer e di altre patologie. Tuttavia, le olive appena raccolte sono molto amare e richiedono una lavorazione per renderle appetibili, utilizzando molta acqua e, a volte, sostanze chimiche aggressive, come la soda.

Ora, i ricercatori hanno trovato un modo più ecologico per rimuovere i composti fenolici amari dalle olive. I loro risultati sono riportati nel Journal of Agricultural and Food Chemistry di ACS.

Il sapore amaro delle olive fresche è dovuto a dei composti fenolici come l'oleuropeina e il ligstroside. Si tratta di molecole che servono a proteggere il frutto da patogeni e stress.

L'amaro accentuato delle olive fresche, però, è poco gradevole per il consumatore medio e quindi si procedere normalmente alla lavorazione delle olive fresche per allontanare questi composti, immergendo i frutti in una soluzione diluita di soda, seguita da numerosi lavaggi. Tuttavia, questo processo consuma grandi quantità di acqua e produce acque reflue tossiche.

Alyson Mitchell e Rebecca Johnson hanno sviluppato un metodo più sostenibile dal punto di vista ambientale per rimuovere i composti fenolici dalle olive.

I ricercatori hanno valutato quattro diversi tipi di resine macroporose Amberlite™ per la loro capacità di assorbire i composti fenolici delle olive intere durante il tipico stoccaggio della salamoia.

Dopo 76 giorni, una delle resine, chiamata FPX66, ha ridotto la concentrazione di oleuropeina nelle olive intere a un livello ancora più basso di quello delle olive nere lavorate commercialmente in stile californiano.

La resina ha inoltre ridotto i livelli dei composti fenolici ligstroside e oleuropeina aglicone. Successivamente, i ricercatori hanno trattato la resina con etanolo per recuperare i composti fenolici. Sono in corso ricerche per capire se i fenoli recuperati possono essere utilizzati successivamente come ingredienti o integratori di alto valore.

 

Bibliografia

Rebecca Johnson, Alyson E. Mitchell -Use of Amberlite Macroporous Resins To Reduce Bitterness in Whole Olives for Improved Processing Sustainability - J. Agric. Food Chem., 2019, 67 (5), pp 1546–1553

di R. T.