L'arca olearia
Troppo azoto all'olivo fa male alla qualità dell'olio extra vergine di oliva
Un eccesso d'azoto alla pianta, in particolare durante la maturazione dei frutti, può provocare innalzamenti dell'acidità libera anche oltre lo 0,6% e anche una riduzione del contenuto fenolico, fenomeni metabolici intrinsecamente legati
02 novembre 2018 | R. T.
La fertirrigazione, l'irrigazione, l'aumento della densità d'impianto e nuove gestioni della chioma, oltre alla meccanizzazione della raccolta sono la risposta all'incremento della domanda di olio d'oliva a livello mondiale.
Il problema è che simili intensificazioni colturali hanno necessità di tecniche e di input che potrebbero minare la qualità finale dell'olio extra vergine di oliva.
La necessità di rivedere i gradi di maturazione, dando una priorità a quella tecnologica, la necessità di conservare le olive prima della frangitura, in assenza di infrastruttura adeguata a ricevere grandi masse in breve tempo, e i protocolli di estrazione hanno un'influenza sulla qualità.
Un parametro scarsamente verificato è quello della nutrizione dell'olivo, in particolare dell'esigenza di maggiori quantità di elementi minerali per soddisfare le esigenze della pianta, rischiando però di creare squilibri che possono avere un impatto sulla qualità dell'olio.
Una ricerca israeliana si è concentrata sul rapporto tra azoto, in concimazione, e qualità dell'olio extra vergine di oliva in rapporto alla presenza di acidi grassi liberi e del livello di polifenoli.
Lo studio è stato condotto su tre livelli: su piante in vaso, in un campo sperimentale e infine in 25 olivete produttive in varie aree di Israele, tutte con cultivar Barnea.
Nello studio su piante in vaso è stato riscontrato un aumento lineare degli acidi grassi liberi in relazione al contenuto di azoto sia nelle foglie sia nei frutti. Vicevera, per i polifenoli, è stato riscontrata una diminuzione lineare del tenore fenolico in relazione all'azoto nelle foglie, mentre la correlazione appariva meno stabile per l'azoto nei frutti.
In campo si è evidenziato un trend simile a quello nella sperimentazione in vaso, con una riduzione sensibile e significativa dei polifenoli e un aumento degli acidi grassi liberi man mano che aumentava il tasso di azoto somministrato: niente azoto - 75kg/ha – 150 Kg/ha – 300 kg/ha.

Simili risultati sono anche stati riscontrati in campo, con una correlazione positiva, particolarmente evidente tra il contenuto di azoto nei frutti e il contenuto di acidi grassi liberi, e quindi l'acidità dell'olio, che poteva salire oltre lo 0,6%.
I risultati complessivi della sperimentazione mostrano che esiste una correlazione positiva tra i livelli di azoto, nei frutti e nelle foglie, e il livello di acidi grassi liberi nell'olio.
Le tre piattaforme sperimentali, con approcci concettuali diversi, hanno tutte ha indicato la stessa tendenza: l'aumento di azoto negli olivi comporta livelli di acidità più elevati e livelli di polifenoli più bassi.
Non si tratta di un'assoluta novità, in quanto gli effetti inibitori dell'azoto sulla biosintesi di polifenoli sono stati segnalati da Fernández-Escobar nel 2006. È stato suggerito che questa
correlazione è dovuta alle vie biosintetiche delle proteine e dei fenoli, che condividono fenilalanina come precursore comune. Elevati livelli di azoto inducono la biosintesi delle proteine, limitando la disponibilità di fenilalanina per la produzione di polifenoli.
L'aumento degli acidi grassi liberi, e dell'acidità dell'olio, è probabilmente legata al più basso tenore fenolico, con riduzione della saturazione degli acidi grassi e minore stabilità dell'olio.
E' quindi evidente che la concimazione azotata, in particolare in fertirrigazione nel periodo di maturazione del frutto, va dosata con molta cura per evitare conseguenze negative sulla qualità dell'olio.
Bibliografia
A. Dag, R. Erel1, Z. Kerem, A. Ben-Gal, N. Stern, A. Bustan, I. Zipori and U. Yermiyahu, Effect of nitrogen availability on olive oil quality, Acta Hortic. 1199. ISHS 2018. DOI 10.17660/ActaHortic.2018.1199.74, Proc. VIII Int. Olive Symposium
Potrebbero interessarti
L'arca olearia
Senza potassio è inutile concimare l’olivo con azoto: l’influenza su crescita e produzione
La percezione che un aumento di azoto comporti un aumento della produzione porta a un'applicazione eccessiva di fertilizzanti azotati. Il potassio può invece presentare problemi di carenza per diversi problemi che ne impediscono l'assorbimento da parte dell’olivo
18 novembre 2025 | 09:00
L'arca olearia
Le molecole chiave che danno il sentore di muffa e riscaldo-morchia all'olio di oliva
Entrambi i difetti sensoriali potrebbero essere discriminati con successo dagli oli extravergini di oliva per mezzo di un'analisi molecolare. Ecco la correlazione tra la concentrazioni di due composti volatili e le intensità dei difetti
17 novembre 2025 | 13:00
L'arca olearia
Aumentare l’efficienza di estrazione in frantoio e la resa in olio: trucchi e segreti
La resa in olio al frantoio dipende dall’efficienza di estrazione che può variare dal 78 al 91% a seconda delle regolazioni delle macchine. Ecco quali sono i fattori che possono più incidere sula resa e come intervenire
17 novembre 2025 | 11:00
L'arca olearia
Effetti della gestione del terreno sul deflusso, erosione e proprietà del suolo in oliveto
Un confronto tra tre sistemi di gestione del suolo in ragione dei tassi di precipitazioni, deflusso e perdita del suolo in un oliveto. Il risultato peggiore si ha con l'uso intensivo di erbicidi per lasciare il suolo nudo
16 novembre 2025 | 12:00
L'arca olearia
L'inerbimento dell'oliveto: chiave per il controllo dei parassiti dell'olivo
L'attuazione di un buon inerbimento dovrebbe essere focalizzato, tra gli altri obiettivi, sul controllo fitosanitario, modificando il microclima del suolo, riducendo le oscillazioni termiche e l'umidità relativa, che ostacola lo sviluppo della mosca dell'olivo
15 novembre 2025 | 12:00
L'arca olearia
L'olio venduto a scaffale è davvero extravergine di oliva? Gli oli a basso costo spesso provengono da processi di produzione meno controllati
Se non c’è fiducia del consumatore l’unico motivo di guida diventa il prezzo a scaffale. La tensione di un continuo ribasso dei prezzi dell’olio extravergine di oliva porta a ridurre la qualità, intrinseca e percepita. Una spirale senza fine e un disallineamento tra le aspettative dei consumatori e la qualità effettiva del prodotto
14 novembre 2025 | 17:30