L'arca olearia
La mosca delle olive negli oliveti italiani, che fare?
Complici le miti temperature e l'elevata umidità, la terza o quarta generazione di mosca sta infestando le olive., proprio alla vigilia della campagna. Raccogliere o trattare? Le scelte per l'olivicoltore sono molto più limitate che in estate ma qualche soluzione ancora esiste
12 ottobre 2018 | R. T.
Allarmi da attacchi di mosca delle olive si stanno diffondendo da nord a sud, con un effetto contagio che rischia di provocare ingiustificato panico.
Le temperature miti, soprattutto di notte, e l'elevata umidità dell'aria stanno sicuramente favorendo la comparsa della terza, o quarta, generazione della mosca.
Non è certamente il caso di allarmarsi, almeno per qualche altro giorno ancora, per quanti hanno eseguito un trattamento larvicida a metà/fine settembre. L'effetto del principio attivo è certamente in diminuzione, anche a causa delle piogge degli ultimi giorni, ma ancora attivo.
Diverso il caso di chi ha preferito aspettare, e rischiare. L'abbassamento termico momentaneo di fine settembre ha certamente rallentato le infestazioni che però hanno ripreso a pieno ritmo, portando anche a infestazioni attive del 10-15% ma a infestazioni totali, quindi considerando anche i fori di uscita della generazione settembrina, che possono arrivare al 30%, ovvero il limite di guardia, oltre il quale è difficile produrre olio extra vergine di oliva.
In questi casi l'unica soluzione ragionevole è affrettarsi il più possibile nella raccolta, sperando che le temperature notturne scendano, rallentando lo sviluppo delle larve nell'oliva.
Per chi ha eseguito il trattamento larvicida nella prima metà di settembre, il dilemma si presenta più concreto. Finito l'effetto del principio attivo, si è esposti a nuove infestazioni. Raramente, in tali circostanze, le infestazioni attive stanno già superando le soglie economiche di intervento (8-10%) ma comunque si nota l'inizio di un attacco. 
In questi casi le possibilità sono ben tre. La prima soluzione è raccogliere il prima possibile e andare al frantoio, con il rischio però di trovarsi oli squilibrati su amaro e piccante, poco profumati o addirittura legnosi. La seconda soluzione è operare un trattamento adulticida, con principi attivi come i piretroidi, tra cui la deltametrina. Non si colpiscono le larve già dentro nell'oliva ma si abbatte la popolazione, riducendo la capacità di ovodeposizione e quindi un aumento dell'infestazione. E' evidente che, in caso di forte pressione della mosca, misurabile grazie alle trappole cromotropiche, l'effetto sarà limitato. Un trattamento simile ha però il vantaggio di avere un tempo di carenza minimi: 7 giorni, quindi offrendo una parziale copertura dell'oliveto prima della raccolta. La terza scelta è ovviamente quella di effettuare un trattamento larvicida, per esempio con dimetoato, sapendo però che la raccolta dovrà slittare di 28-30 giorni, che è il tempo di carenza medio di questo genere di prodotti. E' quindi consigliabile intervenire in tale senso solo per gli oliveti che andranno a raccolta a fine della stagione e per le varietà a maturazione tardiva.
In regime di agricoltura biologica le scelte si riducono a due: raccolta anticipata o trattamento adulticida, in questo caso con prodotti autorizzati, come lo Spintor Fly. Anche per questo prodotto il tempo di carenza è di 7 giorni.
Raccogliere in fretta e portare al frantoio non è l'unica scelta, ve ne sono delle altre, che vanno ponderate con cura, in ragione delle condizioni meteo e della pressione di popolazione e infestazione di mosca delle olive.
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