L'arca olearia
I limiti degli oliveti superintensivi con Arbequina svelati dalla ricerca
Due studi indipendenti, uno spagnolo e uno portoghese, evidenziano le criticità di una diffusione del modello superintensivo basato sull'Arbequina, cultivar che sarebbe autoincompatibile e che, in impianti ad alta densità, evidenzia problemi anche sulla qualità dell'olio per acidità e composizione in acidi grassi
25 maggio 2018 | R. T.
Due studi indipendenti, l'uno dell'Università dell'Almeria (Spagna) e l'altro dell'Instituto Politécnico de Bragança (Portogallo), evidenziano i limiti e le criticità degli impianti superintensivi basati su Arbequina, ancor oggi la varietà più diffusa per questo genere di oliveti.
Sebbene l'Arbequina sia considerata da molti autori come auto-compatibile, sempre più evidenze ne mettono in dubbio la piena auto-compatibilità.
I risultati della ricerca spagnola dimostrano chiaramente che, contrariamente alle ipotesi precedenti, l'Arbequina si comporta come una varietà autoincompatibile.
Il rifiuto dell'autoimpollinazione nello stile, i bassi livelli di autofecondazione e la diminuzione dei frutti iniziali e finali dopo l'autoimpollinazione rispetto ai trattamenti di autoimpollinazione indicano chiaramente che l'Arbequina è autoincompatibile.
Inoltre, anche le dimensioni dei semi e dei frutti sono state depresse a causa dell'autoimpollinazione.
Entrambi gli impollinatori testati, Manzanillo e Picual, hanno eguagliato i risultati ottenuti con l'autoimpollinazione libera e hanno aumentato significativamente la produttività ottenuta con l'autoimpollinazione.
I ricercatori iberici, così, suggeriscono la convenienza di utilizzare degli impollinatori per i grandi oliveti ad alta densità di Arbequina.
Ma non vi è solo il problema dell'impollinazione che, lo ricordiamo, nell'olivo è anemofila, ovvero avviene grazie al vento.
Ricercatori portoghesi hanno testato la qualità dell'olio ottenuto da piante di Arbequina, in quattro diverse annate, con densità di impianto di 1250 olivi/ettaro e 2500 olivi ettaro, variando sia lo spazio tra le file (da 3 a 4 metri) sia lo spazio sulla fila (da 1 a 2 metri).
I risultati indicano che i parametri di qualità, la composizione, l'attività antiossidante e la stabilità ossidativa sono stati significativamente influenzati dalla densità delle piante e dall'annata.
Se l'influenza dell'annata è nota, meno è quella della densità di impianto sulle caratteristiche dell'olio prodotto.
Un aumento delle piante nel filare e tra i filari ha mostrato una tendenza ad un aumento dell'acidità libera, una riduzione del valore del perossidi e dei coefficienti spettrofotometrici.
Anche la composizione in acidi grassi è stata influenzata, con una tendenza alla diminuzione di C16:0, C18:0, SFA (acidi grassi saturi) e PUFA (acidi grassi polinsaturi), e un aumento di C18:1, C18:2 e (acidi grassi monoinsaturi).
Infine anche l'attività antiossidante e la stabilità ossidativa hanno mostrato un trend di riduzione.
Nel complesso, quindi, occorre valutare con attenzione gli impianti ad alta densità di Arbequina, non tenendo conto solo delle positività ma anche dei limiti e delle criticità.
Bibliografia
Nuno Rodrigues, Susana Casal, António M. Peres, Paula Baptista, Albino Bento, Hugo Martín, M. Cármen Asensio-S.-Manzanera, José Alberto Pereira, Effect of olive trees density on the quality and composition of olive oil from cv. Arbequina, Scientia Horticulturae, Volume 238, 2018, Pages 222-233, ISSN 0304-4238
Alberto Sánchez-Estrada, Julián Cuevas, ‘Arbequina’ olive is self-incompatible, Scientia Horticulturae, Volume 230, 2018, Pages 50-55, ISSN 0304-4238
Potrebbero interessarti
L'arca olearia
Ecco il composto chimico naturale che inibisce l'ovideposizione della mosca dell'olivo

Interrompere la comunicazione chimica intraspecifica della specie apre la strada allo sviluppo di nuove strategie per la difesa contro la mosca dell'olivo. L'uso di semichimici come strumenti di interferenza ovipositione
30 maggio 2025 | 16:00
L'arca olearia
La spettroscopia NMR per stimare i profili chimici e sensoriali dell’olio d’oliva

NMR accoppiato con la chemiometria consente una valutazione più completa della composizione dell'olio d'oliva e ha il potenziale per migliorare la velocità e l'accuratezza dei processi di controllo della qualità nell'industria dell'olio d'oliva. I confronti tra Frantoio, Leccino, Moraiolo, Leccio del Corno
30 maggio 2025 | 15:00
L'arca olearia
I danni dei raggi ultravioletti sulla fioritura dell'olivo

Le radiazioni UV-B influenzano la germinazione del polline e la riproduzione dell'olivo. Le radiazioni UV-B hanno inibito in modo significativo la crescita dei tubetti pollinici, impedendo così la fecondazione di successo
30 maggio 2025 | 14:00
L'arca olearia
Pirofeofitine e digliceridi, nuovi parametri di qualità dell'olio extravergine di oliva: sfida per l'Italia o la Spagna?

Pirofeofitine e 1,2 digliceridi non sono parametri legati direttamente alla qualità sensoriale dell’olio, ma strumenti analitici che permettono di raccogliere alcuni indizi sulla storia e sulla lavorazione del prodotto. Chi coordina i lavori del CODEX è Angelo Faberi
30 maggio 2025 | 12:00
L'arca olearia
Nessuna guarigione spontanea da Xylella fastidiosa degli olivi del Parco delle Dune Costiere

Gli olivi continuano a essere infetti ma si è solo ridotta la carica batterica nelle piante, un fenomeno già evidenziato in altri territori infetti, dove la riduzione delle popolazioni di sputacchina limita le superinfezioni da Xylella fastidiosa
29 maggio 2025 | 16:00
L'arca olearia
La crescita delle olive dipende dal suo tasso di fotosintesi

Il tasso fotosintetico delle olive in piena luce solare è elevato nelle prime 3 settimane dopo l’allegagione, poi diminuisce progressivamente. La fotosintesi dei frutti può ridurre notevolmente l'uso di assimilati per la respirazione e favorire la crescita
29 maggio 2025 | 13:00