L'arca olearia 09/02/2018

Reti di impresa in olivicoltura: la parola chiave è fiducia

Reti di impresa in olivicoltura: la parola chiave è fiducia

Spesso ci si approccia a nuovi modelli organizzativi con diffidenza, pensando di rimetterci in autonomia e identità. Spesso la diffidenza è nei confronti dei propri vicini di casa, pensando sia impossibile qualunque forma di accordo. La flessibilità del sistema della rete d'impresa consente di ovviare a molti problemi, ottenendo innumerevoli vantaggi. Occorre però stabilire le regole del gioco


Affrontare il tema delle ‘reti d’impresa’ in genere ed in agricoltura in particolare, è sempre di più all’ordine del giorno e spesso si tratta questo argomento presentandolo come la soluzione a problemi congeniti del sistema. In sostanza però, tutto si ferma ad un’illustrazione teorica, a tratti quasi umanistica, di un’articolazione operativa che in realtà merita un’attenzione diversa.
Si parla di ‘reti d’impresa in agricoltura’ senza mai unire alla teoria, affascinante e coinvolgente, note pratiche per la realizzazione.
Noi proviamo ad entrare nel merito, per fornire al lettore un esempio, quasi una dimostrazione pratica, che traendo spunto dai numerosi ‘case history’ spesso enunciati, chiarisca perché farlo, cosa fare e come.

Affrontiamo quindi l’argomento senza voler saltare passaggi o regalare qualcosa a qualcuno, ma per chiarire che l’aspetto fondamentale sul quale si basa l’attuazione pratica di questa strategia operativa – tale è il contratto di Rete – che è essenzialmente la comprensione reale del mezzo, del sistema.
Dunque vediamo come costruire la nostra rete di impresa elencando elementi imprescindibili, che devono essere rispettati da tutti i componenti della rete a cominciare da quelli scontati: che si sia imprenditore (art. 2082 Cc), che si svolga un’attività economica che preveda la produzione e lo scambio di beni e servizi e si sia iscritti al Registro delle imprese.
Il contratto di rete è un accordo tra uno o più imprenditori, che possono appartenere a diversi settori ed ha lo scopo di accrescere, sia individualmente che collettivamente, la propria capacità innovativa.
Le imprese si impegnano a collaborare tra di loro sulla base di un programma comune, nel quale vengono definiti gli obiettivi da raggiungere, le modalità e le regole che tutti devono rispettare.
Il contratto si stipula davanti al Notaio, come atto pubblico, scrittura privata autenticata o con firma autenticata.

Logicamente, alla base dell’accordo tra imprese, dev’esserci la definizione di obiettivi legati all’incremento della capacità competitiva dei partecipanti. La gestione di questo nuovo soggetto, all’interno del quale ogni imprenditore ed ogni impresa mantengono il proprio status, può essere affidata ad un soggetto esterno, una sorta di Direttore, che si occupa dell’esecuzione operativa del programma, o ad un organo comune, formato da più soggetti, o direttamente dai retisti, senza sovrapposizioni, ma valorizzando al meglio le caratteristiche individuali.
E' evidente che nel primo caso il direttore, oltre al ruolo manageriale intrinseco, ha anche funzione di mediatore tra i diversi soggetti componenti la rete d'impresa. Nel secondo caso ci si affida all'armonia del gruppo e alla capacità di trovare accordi e compromessi attraverso un dialogo tra i componenti della rete.

Un possibile esempio pratico di rete olivicola è rappresentato da quella costituita da due o più olivicoltori e un frantoiano.
Una rete di questo tipo può portare a molteplici vantaggi, uno fra questi la condivisione di risorse umane per la potatura e raccolta delle olive, lavorando in base alle esigenze giornaliere e riducendo così i costi della manodopera. Non solo divisione della forza lavoro, ma la rete rende possibile anche la condivisione di macchine per raccolta, alcune di queste particolarmente costose. La presenza di un frantoiano offre la possibilità agli olivicoltori di avere a disposizione una struttura per l’estrazione, con la possibilità di entrare sul mercato con il proprio olio. Nel caso di una rete di soli olivicoltori, la soluzione è quella dell’acquisto in comune di un frantoio, il quale viene gestito direttamente dagli imprenditori che hanno sottoscritto il contratto.
Uno dei vantaggi più grandi è sicuramente quello della “prevalenza” dei prodotti, che consente una considerevole riduzione delle tasse. Infatti l’olivicoltore acquistando le olive direttamente dagli altri imprenditori facenti parte della rete – con quote stabilite in fase di stipula del contratto – ha la possibilità di dichiarare tale prodotto ad origine propria, continuando ad usufruire dei vantaggi della fiscalità agricola.
Una rete così articolata può portare a cambiamenti importanti anche da un punto di vista della commercializzazione del prodotto. Infatti può essere presa in considerazione l’idea da parte degli olivicoltori di creare un unico brand, nel quale si identificano tutti gli imprenditori che hanno deciso di sottoscrivere il contratto. Questo può portare a nuove opportunità di mercato, aumentando la propria competitività basata su una strategia comune. Per fare questo però è necessario fidarsi dell’altro; le reti che funzionano non sono quelle che hanno trovato partner complementari da un punto di vista del posizionamento, ma quelle in cui ci sono teste che creano condivisione.
Dobbiamo fare tutti un passo indietro, se vogliamo andare avanti.

di Edoardo Pescari

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