L'arca olearia

Per una corretta gestione dell’oliveto bisogna partire dal basso. Anzi, da sottoterra

L'andamento delle radici dell'olivo dipendono dal suolo e dall'acqua. In terreni sciolti le radici possono approfondirsi fino ad alcuni metri di profondità. La disposizione dell'impianto di irrigazione è fondamentale. Anche la gestione della chioma può avere effetti più o meno marcati sull’apparato radicale

15 aprile 2016 | Giovanni Caruso

Sono “invisibili agli occhi” e di certo “essenziali”, ma qui non si parla del “Piccolo Principe” di Antoine de Saint Exupèry, bensì delle radici dell’olivo. L’impossibilità di seguire il loro sviluppo nelle diverse fasi di crescita e di visualizzare la loro struttura e distribuzione nel suolo porta l’olivicoltore a trascurare le esigenze delle radici e ad operare, talvolta, in modo approssimativo e controproducente. Alcune informazioni sulle principali caratteristiche dell’apparato radicale dell’olivo possono essere utili per una migliore gestione delle pratiche agronomiche nell’oliveto.

Nelle prime fasi di sviluppo l’apparato radicale può risultare condizionato dal metodo di propagazione impiegato. Nelle giovani piante da seme l’apparato radicale è inizialmente di tipo fittonante e tende ad approfondirsi nel suolo. Successivamente, il fittone principale viene gradualmente sostituito da un sistema di radici avventizie che si dipartono dalla porzione del tronco interrato e da altri monconi del fittone principale. Nelle piante provenienti da talea autoradicata, invece, l’apparato radicale si sviluppa a minore profondità e in maniera pluridirezionale e, pertanto, risulta fin dall’inizio distribuito in maniera più regolare rispetto a quello delle piante da seme.

L’apparato radicale dell’olivo, così come in tutti gli alberi, ha una duplice funzione: ancoraggio al suolo e assorbimento di acqua e sostanze nutritive necessari per lo sviluppo della parte epigea dell’albero. Circa il 20% dell’intero sistema radicale svolge la funzione di ancoraggio e garantisce la continuità vascolare tra il rimanente 80% delle radici (assorbenti) e il fusto dell’albero. Il sistema radicale, inoltre, è implicato nella sintesi ormonale e nello stoccaggio temporaneo di sostanze di riserva, fondamentali per l’equilibrio fisiologico chioma-radice e dell’attività vegeto-produttiva dell’intero albero. La maggior parte delle radici (circa il 70-80%) si trova ad una profondità compresa tra i 20 e gli 80 cm di profondità. In condizioni di forte siccità e in terreni sciolti le radici possono approfondirsi fino ad alcuni metri di profondità, mentre in suoli pesanti e soggetti a ristagno idrico le radici tendono a distribuirsi nella zona superficiale e maggiormente areata del terreno e, di conseguenza, gli olivi risultano maggiormente suscettibili alla carenza idrica nei mesi estivi. A tal proposito, una gestione del suolo mediante inerbimento permanente può consentire di ridurre in fenomeni di ristagno idrico nell’oliveto grazie ad una maggiore velocità di infiltrazione dell’acqua rispetto ai suoli sottoposti a lavorazione periodica. Nel caso in cui l’inerbimento permanente non risulti idoneo alle condizioni pedoclimatiche della zona di coltivazione la lavorazione del suolo dovrebbe comunque essere effettuata ad una profondità non superiore ai 15 cm ed utilizzando sistemi che riducano al minimo l’impatto sulla micro- e macroporosità del terreno.

Anche la disponibilità idrica influenza la distribuzione e la densità radicale dell’olivo. In oliveti dotati di impianto di irrigazione localizzata la distribuzione spaziale delle radici è influenzata dai punti di attingimento che si vengono a creare in corrispondenza della zona bagnata dai gocciolatori. In uno studio condotto in Sicilia in un oliveto intensivo irrigato a goccia è stata caratterizzata la distribuzione delle radici assorbenti al fine di descrivere le dinamiche di attingimento dell’acqua ed ottimizzare gli interventi irrigui (Figura 1).

Figura 1. Mappa di distribuzione delle radici (root length density) a diverse profondità (da 0 a 1m). (Fonte: Rallo e Provenzano, 2013)

Le indagini preliminari, effettuate mediante campionamenti di suolo e radici a diverse profondità e distanze dall’albero, hanno consentito di identificare due volumi di suolo esplorati dalle radici di olivo. Il primo, dove avviene la maggior parte dell’assorbimento radicale, si trova in corrispondenza delle zone bagnate durante gli interventi irrigui, il secondo nella zona di suolo non raggiunta dall’acqua di irrigazione. In particolare, è stato osservato che circa l’80% delle radici assorbenti erano localizzate nel volume di suolo corrispondente alla striscia bagnata dai gocciolatori ed avente una larghezza di circa 1.5 m e una profondità di 0.75 m. Tali informazioni risultano particolarmente utili, oltre che per la gestione dell’irrigazione, anche per la somministrazione dei concimi al suolo. Infatti, la distribuzione mirata dei concimi in corrispondenza della zona di suolo maggiormente interessata dalle radici assorbenti dell’olivo può consentire una maggiore efficienza di applicazione ed avere risvolti positivi dal punto vista economico ed ambientale.

Anche la gestione della chioma può avere effetti più o meno marcati sull’appartato radicale in quanto in grado di modificare il rapporto chioma-radice preesistente. Ogni radice principale è collegata con una delle branche creando una interazione tra una radice ed una sezione specifica della chioma. Le manipolazioni della chioma, pertanto, possono alterare l’equilibrio dell’albero e modificare la crescita e lo sviluppo dell’apparato radicale. L’eliminazione di una branca, ad esempio, può portare ad una drastica riduzione dell’attività di assorbimento, e in alcuni casi alla decadenza, del corrispondente apparato radicale e, di contro, si possono sviluppare nuove radici in corrispondenza della crescita di nuove branche. Ciò è da tenere ben in considerazione quando si effettuano degli interventi di potatura di ringiovanimento e ricostituzione in quanto, in tali condizioni, il raggiungimento di un nuovo equilibrio chioma-radice avviene più lentamente che in alberi giovani o in piena produzione.

Bibliografia

G. Rallo e G. Provenzano, 2013. Modelling eco-physiological response of table olive trees (Olea europaea L.) to soil water deficit conditions, Agricultural Water Management, Volume 120, 79-88, ISSN 0378-3774

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