L'arca olearia
In cottura l'extra vergine non ha rivali, neanche nella famiglia degli oli d'oliva
Al termine di uno stress termico prolungato l'olio di oliva vede diminuire il contenuto di acidi grassi insaturi, aumentare esponenzialmente il numero di perossidi. A proteggere l'extra vergine dall'ossidazione il buon contenuto in α-tocoferolo e in polifenoli
24 luglio 2015 | R. T.
Una ricerca marocchina ha messo a confronto cosa succede all'olio extra vergine di oliva e all'olio di oliva dopo uno stress termico prolungato, per testare la resistenza allo stress ossidativo dei due oli e capire se, nell'uso di cucina, è comunque sempre preferibile l'utilizzo dell'extra vergine oppure se non sarebbe utilizzare anche l'olio di oliva.
Il risultato, nelle severe condizioni sperimentali imposte, è senza appello.
L'olio extra vergine di oliva vince su tutti i fronti, grazie soprattutto al buon contenuto in α-tocoferolo e in polifenoli.
L'olio extra vergine utilizzato era di una Picholine marocchina. Lo stesso olio è stato raffinato.
Il trattamento termico imposto ai due oli è stato molto severo, condotto con un apparecchio Rancimat, a 100 gradi di temperatura, con flusso di aria di 10 litri/ora per un totale di 120 ore. Il termine dell'esperimento si è avuto quando la curva di conduzione del campione più stabile, ha cominciato a innalzarsi velocemente.
Di seguito i valori dei principali parametri chimico-fisici prima e successivamente all'esperimento.
Come immaginabile, la differenza più evidente tra i due oli dopo il riscaldamento è stato l'incremento del numero di perossidi.
Come mostrato dall'assorbimento alla spettrofotometria, nell'olio di oliva, inoltre, vengono creati un maggior numero di dieni e trieni, segno di una maggiore ossidazione del prodotto.
Ma la diversa stabilità si riscontra anche nella composizione in acidi grassi.
La differenza tra i due oli, prima della prova, è assai modesta ma diventa assai più significativa al termine dello stress termico.
Le modifiche nella composizione degli acidi grassi forniscono informazioni la cinetica delle reazioni di ossidazione degli acidi grassi.
Lo studio mostra solo un lieve effetto del riscaldamento, non statisticamente significativo, sulla composizione in acidi grassi dell'extra vergine.
Al contrario, per l'olio d'oliva, l'esperimento mostra significativi cambiamenti nella composizione degli acidi grassi, in particolare per gli acidi grassi insaturi,diminuiti dal 87,4% al 84,4%.
L'olio extra vergine ha un maggior contenuto di composti antiossidanti, capaci di proteggere gli acidi grassi insaturi dal deterioramento. Come immaginabile, al termine dello stress termico, il contenuto in polifenoli e tocoferoli per entrambi gli oli era praticamente azzerato.
Il risultato della prova indica che l'olio di oliva viene degradato maggiormente rispetto all'extra vergine, al termine di un riscaldamento prolungato e severo. L'ossidazione, senza tocoferoli e polifenoli a protezione, procede in maniera molto più intensa nell'olio di oliva, con un impatto significativo anche sugli acidi grassi insaturi.
Bibliografia
Said Gharby, Hicham Harhar, Bertrand Matthäus, Zakia Bouzoubaa, Zoubida Charrouf, The Chemical Parameters and Oxidative Resistance to Heat Treatment of Refined and Extra Virgin Moroccan Picholine Olive Oil, Journal of Taibah University for Science, Available online 20 July 2015
Potrebbero interessarti
L'arca olearia
La gestione delle paste difficili: microtalco per aumentare la resa in olio di oliva

Le rese industriali aumentano quando il microtalco naturale è stato utilizzato durante la produzione di olio. L'indice di estraibilità dell'olio migliorain ragione della varietà ma è indipendente dalla campagna olearia
16 settembre 2025 | 14:00
L'arca olearia
L'importanza di biostimolanti e concime organico per aumentare la produzione dell'olivo

La bassa produzione e l'alternanza per l'olivo si possono combattere anche con un'adeguata fertilizzazione. Gli effetti anche sulla crescita e sullo sviluppo della superficie fogliare, oltre che sul peso medio delle olive
15 settembre 2025 | 16:00
L'arca olearia
Le procedure pre e post raccolta delle olive che garantiscono un olio extravergine di oliva ad alto contenuto di fenoli

L'effetto del grado di maturazione delle olive sul contenuto fenolico dell'olio extravergine di oliva. Dimostrata una forte correlazione tra il contenuto di polifenoli e la stabilità ossidativa. L'effetto antiossidante dei polifenoli è dose-dipendente
12 settembre 2025 | 18:00
L'arca olearia
L'impatto delle condizioni di conservazione sui contenuti fenolici dell'olio d'oliva extra vergine

Per preservare la durata di conservazione dell'olio extravergine di oliva e il valore nutrizionale, le pratiche di conservazione adeguate devono essere attuate lungo la catena di approvvigionamento e a casa dei consumatori
12 settembre 2025 | 17:40
L'arca olearia
L'influenza sulla quantità e qualità dell'olio di oliva di trattamenti con caolino e zeolite

L'applicazione di caolino ha influenzato negativamente la traspirazione e la conduttanza stomatale, con potenziali effetti negativi sulla resa in olio delle olive. Le potenzialità dell'uso della zeolite come vettore di sostanze nutritive: la zeolite arricchita NH4+
12 settembre 2025 | 16:50
L'arca olearia
Gli isotopi radiogenici per la tracciabilità dell’origine dell’olio extravergine di oliva

I valori degli isotopi 87 Sr/ 86 Sr riflettono sia la geochimica del suolo dell’oliveto che l'acqua utilizzata in frantoio. Possibile ottenere un modello di regressione per rintracciare la provenienza degli oli extravergini di oliva
12 settembre 2025 | 16:30
Commenta la notizia
Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Accedi o Registrati