L'arca olearia

La mass trap non ha funzionato nel controllo della mosca delle olive. Perchè?

L'efficacia del metodo dipende da numerosi fattori, tecnici e climatici, ma anche dalla formulazione del prodotto. Proteine idrolizzate e solfato d'ammonio non hanno la stessa capacità attrattiva e da questa proprietà dipende il risultato

18 dicembre 2014 | R. T.

La mass trap non ha funzionato come gli olivicoltori si sarebbero attesi quest'anno. La limitazione del danno è stata bassa, per non dire nulla.

Il metodo è dunque efficace? E' purtroppo noto che, in presenza di elevata popolazione di mosca delle olive, la cattura massale non riesce a proteggere a sufficienza i frutti. Non è solo questione di tempestività nel posizionamento delle trappole, o del trattamento, e degli eventuali rinfittimenti o nuovi interventi. Neanche delle superfici minime o di omogeneità di lotta nel comprensorio. Ovviamente ha un'incidenza anche l'andamento climatico, tanto sarà umido-piovoso e tanto meno sarà la capacità di attrazione delle trappole, un fattore determinante per l'efficacia del metodo. Un altro modo di chiamare la mass trap, infatti, è attract and kill (attrai e uccidi).

Non esiste, in commercio, un'unica soluzione di attrazione. Vi sono le trappole a sacchetto che contengono all'interno, come attrattivo, solfato d'ammonio e vi sono i pannelli o le soluzioni da spruzzare che invece sono a base di proteine idrolizzate.

Ma quante mosche riesce ad attrarre una singola trappola o comunque punto di cattura? Secondo uno studio greco, in un'annata di normale pressione, la capacità di attrazione è di circa una mosca al giorno, calcolata per un periodo di esposizione di 24 giorni. Ovviamente la capacità di attrazione è decisamente maggiore nei primi giorni dal posizionamento. Ma dipende anche dalla formulazione di proteine idrolizzate utilizzate e dalla loro concentrazione.

I ricercatori greci hanno testato due formulazioni di proteine idrolizzate, al 55% e al 75% w/w, utilizzando diverse concentrazioni sulla trappola attrattiva. Per ciascuna formulazione di proteine idrolizzate: 0,5, 1, 2, 4, 8%.

Generalmente, nei formulati commerciali, viene utilizzata una concentrazione pari al 2% ma non sempre risulta la migliore soluzione. Infatti, in base allo studio, il maggior numero di catture, nei primi giorni dall'esposizione, è stato ottenuto con una concentrazione dell'1% per la formulazione al 55% o dello 0,5% con formulazione al 75%. In entrambi i casi il numero di cattore era di 30 mosce/trappola/settimana. Decisamente inferiore, invece, l'efficacia con l'aumento della concentrazione. All'8% le catture sono state decisamente inferiori: 19 mosche/trappola/settimana per la formulazione al 55% e 10 mosche/trappola/settimana per la formulazione al 75%. Un indizio che fa capire come, indugiare troppo nell'esecuzione del trattamento spray sul singolo albero, possa risultare persino controproducente.

Nessuna differenza è stata notata tra la soluzione di solfato d'ammonio e le proteine idrolizzate nella prima settimana dall'esposizione, mentre è stata notata la progressiva riduzione della capacità di attrazione. Dopo 7 giorni l'efficacia di attrazione si riduce alla metà rispetto ai primi 3 giorni. Il punto più basso di attrattiva è toccato con il solfato di ammonio che, già dopo 14 giorni, attraeva circa 5 mosce/trappola/settimana.

Nel complesso il sistema del mass trapping, anche quando si utilizzino le migliori condizioni tecniche, se utilizzato per 24 giorni, ovvero il tempo di impiego massimo, ha una capacità media di attrazione di 0,6-1 mosca/trappola/giorno.

Risulta così evidente il limite del metodo nel caso di livelli di popolazione alti o molto alti di mosca delle olive.

Bibliografia

Kyriaki Varikou, Nikos Garantonakis, Athanasia Birouraki, Comparative field studies of Bactrocera oleae baits in olive orchards in Crete, Crop Protection, Volume 65, November 2014, Pages 238-243, ISSN 0261-2194

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