L'arca olearia

SOLITA STORIA ALL’ITALIANA. LE RICHIESTE IMPOSSIBILI INTORNO ALLE ACQUE DI VEGETAZIONE

Tra poco riaprono i frantoi ma la burocrazia incombe minacciosa. Com’è difficile la vita del frantoiano, sempre pronto a dover fronteggiare uno stato di costante incertezza e indifferenza da parte delle Istituzioni. C’è un decreto che detta criteri e norme, ma si prospetta una situazione critica

01 ottobre 2005 | Mena Aloia

La nuova campagna olearia è alle porte e, come ogni anno, iniziano le incertezze.
Pensiamo al clima, alla manodopera, ai costi della materia prima, ai costi del prodotto finito e, naturalmente, pensiamo alla burocrazia.
Quest’anno, poi, credo si sia raggiunto un picco d’indifferenza da parte delle istituzioni davvero difficile da accettare.

Ad oggi l’unica nuova normativa certa riguarda le acque di vegetazione.
Esiste un D.M. del 6 luglio 2005 (GU n.166 del 19/7/2005) che detta i criteri e le norme tecniche generali per la disciplina regionale dell’utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione e degli scarichi dei frantoi oleari. Se si legge, però, attentamente, il decreto ci si accorge che di certo vi è ben poco.
Il decreto rimanda in più punti e per questioni affatto marginali, alle regioni che hanno 180 giorni di tempo per decidere sui propri provvedimenti.

Sarò più precisa, su 9 articoli di cui è composto il decreto, il richiamo alle regioni è presente all’art.3 (comma 5); all’art.4 (comma 2); all’art.5 (commi 3,4,5,7,8,9,10); all’art.6 (comma 3); all’art.7 (comma 1); all’art.8 (comma 2) ed, infine, anche all’art.9.
Facciamo due conti. Il D.M. è del 6 luglio. Aggiungiamo 180 giorni. Arriviamo a gennaio.
Se questa non è incertezza!

Ma intanto il decreto esiste e non lo si può ignorare.
Quindi, è bene leggere attentamente gli allegati 1 e 2 che riguardano rispettivamente le notizie e i dati da inserire nella comunicazione preventiva da inviare al sindaco almeno trenta giorni prima dell’inizio dello spandimento, e le notizie e i dati da inserire nella relazione tecnica. Qualora tale decreto fisse stato ignorato e fosse stata inviata una comunicazione preventiva priva di alcune informazioni, il consiglio è di chiedere all’ARPA della vostra regione e al sindaco di poter integrare la comunicazione già fatta pervenire al Comune in modo da rispettare il limite dei trenta giorni e non incorrere in sanzioni che, in verità, non esistono ancora!

In ultimo, vi segnalo una curiosità di questo decreto riguardante le unità di misura richieste.
I quantitativi di olive devono essere riportati in tonnellate. Nessun appunto anche se, volendo proprio essere precisi, ormai in tutti i documenti contabili si parla di kg.
Le acque di vegetazione devono essere indicate in m3. Anche qui nulla da dire.
Il decreto parla, poi, di sanse umide ed anche per queste chiede che le quantità vengano espresse in m3.
Ora, come si fa a parlare di m3 per un elemento comprimibile?
Ho cercato, ma non sono riuscita a trovare il peso specifico delle sanse umide.
Chi sa mi aiuti a risolvere questo dilemma.

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