L'arca olearia 25/04/2014

La fioritura è alle porte. E' tempo di pensare alla nutrizione e all’irrigazione dell’oliveto

Le carenze idriche e nutrizionali durante il periodo di fioritura possono comportare squilibri vegeto-produttivi nell’albero con ripercussioni negative sia sulle produzioni dell’anno che su quelle successive


La stagione olivicola è ormai iniziata da un paio di mesi e ad “aprire le danze è stata, come sempre, la potatura. Adesso, lasciate alle spalle le prime fatiche dell’anno, è tempo di programmare gli interventi di concimazione e, ove necessario, di irrigazione per evitare pericolose carenze idrico-nutrizionali durante il periodo di fioritura. La fioritura dell’olivo è, infatti, una delle fasi più critiche ed è fortemente influenzata dalle condizioni ambientali che si verificano immediatamente prima e, soprattutto, in concomitanza con l’apertura dei boccioli fiorali e l’inizio dell’impollinazione. Piogge persistenti durante la fioritura comportano una scarsa allegagione a causa del dilavamento del polline e della sua bassa mobilità in condizioni di elevata umidità. Anche temperature elevate (superiori ai 30° C) comportano una riduzione dell’allegagione in quanto possono determinare l’arresto dello sviluppo del tubetto pollinico e, quindi, l’assenza della fecondazione.

Per quanto riguarda le cure colturali, l’olivicoltore deve operare in modo da far giungere la pianta in uno stato di equilibrio vegeto-produttivo nel periodo di fioritura e allegagione. Questo obiettivo si ottiene attraverso una potatura di produzione minima e concimazioni equilibrate, differenziate e frazionate durante tutto il periodo di attività dell’olivo. Proprio in prossimità del periodo di fioritura le concimazioni devono essere mirate a supportare in maniera equilibrata entrambi i processi in atto in primavera, e cioè la ripresa vegetaiva e l’attività riproduttiva. Lo scopo della concimazione è quello di reintegrare gli elementi nutritivi asportati dalla pianta con la raccolta, la potatura e la caduta delle foglie, quelli utilizzati durante la crescita della pianta e lo sviluppo dei diversi organi o persi a causa di fenomeni di dilavamento ed insolubilizzazione (vedi anche “Efficiente, economica ed ecocompatibile. Le tre “E” della concimazione dell’olivo” TN 16 febbraio 2013). Alla luce di queste considerazioni, e stimando per un oliveto in produzione dell’Italia centrale un’asportazione annua di circa 450 g di N, 80 g di P2O5 e 400 g di K2O ad albero, le quantità da reintegrare con la concimazione primaverile potrebbero corrispondere a circa 150 g, 15 g e 100 g a pianta di azoto, fosforo e potassio, rispettivamente. Questa ipotesi di concimazione primaverile, inserita in un piano di concimazione che prevede altri 2/3 interventi nel corso dell’anno, è da considerarsi del tutto orientativa in quanto non tiene conto, ad esempio, della dotazione in elementi nutritivi nel suolo. Inoltre, per la predisposizione di un corretto piano di concimazione bisogna considerare l’età dell’impianto, la possibilità o meno di irrigare, il tipo di gestione del suolo nell’oliveto, la reale produttività dell’impianto nei diversi anni ed eventuali fenomeni di alternanza di produzione.

La somministrazione del concime può essere effettuata mediante distribuzione al suolo, attraverso la ferti-irrigazione o per via fogliare. In condizioni irrigue ed in presenza di un impianto di irrigazione localizzata la concimazione può essere effettuata mediante ferti-irrigazione utilizzando il medesimo impianto. La ferti-irrigazione consente di ridurre le dosi di concime da somministrare e migliora l’assorbimento degli elementi minerali che vengono distribuiti nella zona di suolo bagnata in prossimità delle radici. Un’altra modalità di distribuzione è rappresentata dalla concimazione fogliare. Questa tecnica consente di correggere tempestivamente alcuni squilibri nutrizionali in quanto il concime viene distribuito sulla chioma e assorbito direttamente dalle foglie. Per tale motivo, la concimazione fogliare è particolarmente indicata negli oliveti in asciutto dove la scarsa umidità del suolo rende più difficile l’assorbimento degli elementi minerali da parte delle radici. Attraverso la concimazione fogliare è possibile somministrare anche microelementi, come ad esempio il Boro, implicati positivamente nel processo di fioritura e allegagione dell’olivo. Tuttavia, la somministrazione di Boro per via fogliare andrebbe effettuata solo nei casi di carenze accertate, in quanto solitamente i terreni sono ben dotati di questo microelemento. In generale, la concimazione fogliare deve essere abbinata ad una concimazione al suolo, in quanto la somministrazione dell’intera dose di concime prevista nel piano di concimazione esclusivamente per via fogliare potrebbe causare danni da ustioni da salinità sulle foglie.

Per quanto riguarda il fabbisogno irriguo dell’olivo in primavera bisogna tener presente che esso è determinato dalle caratteristiche del suolo, dalla densità d’impianto dell’oliveto, dalla sua posizione geografica e dall’andamento climatico. Da un punto di vista geografico, gli oliveti del centro-nord Italia generalmente non sono interessati da periodi di carenza idrica in primavera, mentre al sud è necessario monitorare lo stato idrico dell’albero per evitare possibili stress in fase di pre-fioritura e fioritura. Infatti, la carenza idrica in corrispondenza di queste fasi fenologiche può comportare anomalie nella formazione del fiore, una riduzione del numero delle infiorescenze e una minore allegagione. Generalmente il fabbisogno evapotraspirativo dell’olivo in primavera è soddisfatto dalla riserva idrica del suolo e dalle precipitazioni nei mesi di aprile e maggio. Tuttavia, a seguito di inverni poco piovosi e/o di basse precipitazioni primaverili è bene prevedere, anche negli oliveti del centro-nord, degli interventi irrigui per evitare possibili fenomeni di stress.
La corretta gestione della nutrizione e dell’irrigazione nell’oliveto si basa sulla conoscenza dei fattori agronomici e ambientali che determinano l’equilibrio vegetativo e la produttività dell’olivo. La somministrazione di elevate dosi di fertilizzante, sulla base formule di concimazione standardizzate e generiche, può comportare squilibri vegetativi negli alberi con ripercussioni negative nelle annate successive.


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