L'arca olearia

L'Italia olivicola non ha bisogno di promuovere i suoi extra

Il nostro Paese approva la proposta della Commissione europea di ridurre gli stanziamenti al Consiglio oleicolo internazionale per la promozione. Intanto a Madrid la presidenza dello strategico comitato per la diffusione della cultura olearia va a un iraniano

29 novembre 2013 | Alberto Grimelli

Tanto tuonò che piovve, anzi diluviò.
Pessime notizie per l'Italia olivicola giungono infatti da Bruxelles a da Madrid, rispettivamente comitato ProBa (prodotti agricoli di base) dell'Unione europea e dal Coi.
Nel volgere di 7 giorni, infatti, l'Italia è riuscita nell'intento di dichiarare ai funzionari della Commissione europea, in verità piuttosto stupiti, che un taglio ai finanziamenti al Consiglio oleicolo internazionale per la promozione avrebbero ricevuto l'assenso del nostro Paese. Manco a dirlo la Spagna invece si è espressa in maniera assolutamente contraria.
So che in molti considerano il Coi un inutile carrozzone e quindi potrebbero anche applaudire alla scelta italiana di appoggiare una riduzione dei fondi a tale istituzione. Ammesso e non concesso che la promozione operata dal Consiglio oleicolo internazionale su mercati strategici, Cina, Russia e Usa per citare gli ultimi tre, siano davvero uno spreco di denaro è lecito chiedersi se quei soldi risparmiati andranno a beneficio dell'olivicoltura. Oppure se saranno destinati ad altri settori che, anziché acconsentire bellamente e per nulla forzosamente, protestano e inveiscono ad ogni ipotesi di tagli sul loro budget.
Il messaggio che abbiamo trasmesso a Bruxelles, volenti e contenti, è che il settore olivicolo accoglie col sorriso tagli al suo bilancio. Eppure avremmo estrema necessità di diffondere una buona, e sottolineo buona, cultura oleicola.
L'olio extra vergine d'oliva, ma più in generale tutti gli oli d'oliva, sono prodotti d'elite. Possono soddisfare solo una piccola parte delle esigenze mondiali di grassi alimentari. Sono il 3% del mercato degli oli e grassi. Bazzecole. Esattamente come l'alta moda è una frazione del mercato dell'abbigliamento. L'alta moda promuove le sue creazioni. Vi destina risorse considerevoli e in momenti di crisi investe, se possibile, ancor di più.
A voler fare i bastian contrari, ruolo che l'Italia sa impersonare alla perfezione, tanto da riuscire a danneggiarsi da sola, la posizione a Bruxelles ci è anche costata la presidenza del Comitato di promozione del Consiglio oleicolo internazionale.
Era tecnicamente e politicamente possibile proporci per quel ruolo, così cercando di indirizzare correttamente i fondi destinati, per il 2014, alla promozione nei Paesi membri del Coi. Tra l'altro, è bene ricordarlo, l'Unione europea è la principale finanziatrice del Consiglio oleicolo internazionale e, all'interno della Ue, l'Italia è quella che manda più risorse a Madrid.
La posizione espressa a Bruxelles ci ha, sostanzialmente, tagliato ogni speranza e velleità su quel posto strategico e l'unica cosa che siamo riusciti a imporre è che non vi andasse qualche altro paese europeo. Il risultato? Alla presidenza del comitato promozione del Coi vi sarà un iraniano. La vicepresidenza è andata a un siriano.
Il 2014 sarà un anno decisivo per il Consiglio oleicolo internazionale. Va infatti rinnovato, scade il 31 dicembre 2014, l'accordo fondativo del Coi. Siglato nel 2005 ne prevede il funzionamento, i pesi e i contrappesi. E' una sorta di carta costituente. Nella stessa data è in scadenza il mandato del direttore esecutivo, il francese Jean-Louis Barjol. Il direttore esecutivo è una posizione chiave nell'organigramma del Coi perchè è il curatore della gestione dell'istituzione.
Cosa accadrà? I giochi e le trattative si sono appena aperte e l'incertezza regna sovrana. Auspico solo che la partita venga giocata meglio che nella circostanza attuale. Altrimenti, forse, è meglio proprio non mettersi in gara.

Potrebbero interessarti

L'arca olearia

Il presente e il futuro delle olive dolci, pronte all'uso e alla cucina

Osservate differenze significative nel peso, nella lunghezza e nella larghezza dei frutti in base sia alla cultivar di olivo che all'anno. La composizione fenolica delle cultivar di olive è stata significativamente influenzata sia dalla varietà che dall'anno di raccolta

14 luglio 2025 | 16:00

L'arca olearia

La vera efficacia di Acetamiprid e Flupyradifurone contro la mosca dell’olivo

I dubbi sulla reale efficacia dei nuovi neonicotinoidi contro la mosca dell’olivo è sempre più presente. Ecco un test di efficacia condotto negli Stati Uniti con Acetamiprid e Flupyradifurone

14 luglio 2025 | 14:00

L'arca olearia

La moderna differenziazione dell'olio di oliva è superata: torniamo a quella degli Antichi Romani

Abbiamo perso quella che era una migliore classificazione dell’olio di qualità fatta duemila anni fa: Oleum ex albis ulivis e Oleum viride, oggi ricompresi nell’unica categoria dell’olio extra vergine.  E l'Alta Qualità?

11 luglio 2025 | 18:00 | Alessandro Vujovic

L'arca olearia

La varietà di olivo Arbequina è più produttiva della Coratina? Non sempre, ecco perché

La sommatoria termica, ovvero i gradi giorno di temperatura, influenzano relativamente la crescita dei germogli di olivo mentre il carico produttivo ha mostrato un'influenza negativa sull'allungamento. In questo il comportamento di Coratina e Arbequina è molto diverso

11 luglio 2025 | 17:00

L'arca olearia

Comportamento dello smorzamento dell’olivo sotto scuotimento del tronco

La ricerca sul fabbisogno energetico degli scuotitori per olivi ha dimostrato una notevole differenza tra le previsioni teoriche e l'energia effettivamente necessaria. L'ottimizzazione dell'altezza di attacco durante la raccolta meccanica può migliorare l'efficienza energetica e ridurre al minimo i danni

11 luglio 2025 | 16:00

L'arca olearia

L’impatto della micropropagazione in vitro dell’olivo sulla morfologia e sui parametri fisiologici di diverse cultivar

La risposta allo stress idrico dell’olivo e la sua capacità di risposta e recupero dipendono anche dal sistema di propagazione dell’olivo. Ecco le differenze per Arbequina, Coratina, Frantoio e Urano tra olivi micropropagati e autoradicati

11 luglio 2025 | 15:00

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati

Accedi o Registrati