L'arca olearia

La Spagna olearia si autodenuncia. E' fasullo un extra vergine su quattro

Nel 2012 sono state effettuate 770 ispezioni, di cui la metà per la categoria olio extra vergine d'oliva. Il 23% dei campioni è risultato irregolare soprattutto per difetti di purezza o qualità, non corrispondendo dunque alla categoria merceologica dichiarata

12 ottobre 2013 | Alberto Grimelli

E' raro che la Spagna presenti pubblicamente dati sui controlli nella propria filiera olivicola-olearia. Evidentemente la strada della trasparenza e della chiarezza, tracciata dall'Italia, non senza qualche polemica e ritrosia, sta contagiando anche il principale playmaker del mercato mondiale.

Nel corso del workshop “Olive oil authentication”, tenutosi a Madrid lo scorso giugno, e i cui atti sono stati recentemente pubblicati dal Coi, Juan Ramon Izquierdo (Laboratorio Arbitral Agroalimentario. Subdirección General de Control y Laboratorios Alimentarios. Dirección General de la Industria Alimentaria. Ministerio de Agricultura, Alimentación y Medio Ambiente.) ha illustrato l'attività investigativa, di contrasto alle frodi e sofisticazioni condotta in Spagna nel corso del 2012.

In base al regio decreto spagnolo 1945 del 22 giugno 1983, i controlli sono delegati ai governi regionali, mentre a quello centrale spetta la raccolta dei dati complessivi, l'armonizzazione e la verifica.

Secondo i dati forniti dai servizi di controllo dei governi regionali, dunque, in Spagna nel 2012 ci sono state un totale di 770 ispezioni. Nel 23% dei campioni esaminati sono state riscontrate irregolarità, la maggior parte delle quali riguardavano la qualità e purezza dell'olio campionato (47,5%), il 32,7% degli illeciti era relativo all'etichettatura, il 4% alla tracciabilità, il 15,7% per altre varie ragioni.

Si tratta di dati, di per sé, abbastanza allarmanti, anche perchè la percentuale di campioni irregolari (24%) per la categoria extra vergine d'oliva, è assolutamente in linea con quella delle irregolarità complessive, a testimonianza del forte interesse nel frodare proprio su questa categoria merceologica.

 

Voglio sottolineare anche come il numero di controlli effettuati sia esiguo rispetto alla mole di olio d'oliva prodotto e stoccato in Spagna nel corso del 2012. La Spagna veniva infatti da una campagna record nel 2011/12 con 1,6 milioni di tonnellate prodotti e una giacenza, all'inizio della campagna olearia 2012/13 di più di 800 mila tonnellate, con una produzione, nella passata campagna, di 700 mila tonnellate. E' quindi stata effettuata, circa, un'ispezione ogni 2000 tonnellate di prodotto commercializzato e detenuto. La metà rispetto a quanto avviene in Italia.

A destare scalpore il fatto che, per la categoria extra vergine d'oliva, la maggior parte delle irregolarità (65%) riguarda infrazioni sulla qualità e purezza dell'extra vergine. In particolare sarebbero state rivelate non conformità sulle caratteristiche organolettiche del prodotto che sarebbe stato, nella maggior parte dei casi, declassato a lampante, in alcuni casi a vergine d'oliva.

 

E' da notare che la discrepanza tra le 85 irregolarità riscontrate per la categoria extra vergine d'oliva, su 351 ispezioni, e il numero molto più alto di violazioni contestate, segno evidente che, per singolo campione, sono state riscontrate più irregolarità.

Le principali irregolarità in tema di etichettatura contestate sono un uso eccessivamente disinvolto delle indicazioni aggiuntive e facoltative (come ad esempio estratto a freddo) previste dal Regolamento di esecuzione (Ue) n. 29/2012 del 13 gennaio 2012.

Negli oli d'oliva, spesso, invece mancava la denominazione aggiuntiva sul fatto che l'olio era una miscela di oli vergini e raffinati.

Di particolare interesse le conclusioni di Juan Ramon Izquierdo che ritiene che gli attuali sistemi analitici siano sufficienti a rilevare le frodi più comuni ma non i deodorati che oggi rappresentano una quota significativa delle contraffazioni nel mondo oleario.

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati

Accedi o Registrati

amedeo de franceschi

12 ottobre 2013 ore 06:54

Credo direttore che se anche la Spagna si accorge che i deodorati sono la contraffazione principale di questi tempi, non è il caso che continuiamo in Italia a negarla. Come tu sai bene è nel 2010 che il CFS portó all'attenzione della Procura di Firenze tale frode. Poi...uscì il reg. 61/2011 e fiumi di parole sui limiti..sino ad affermare, dopo la prima denuncia pubblica della diffusione di tale processo illegale che presentai al Sol del 2011, che eravamo dei visionari. Ora gli Spagnoli vendono! Ma se avessimo tutti detto la verità che cosa sarebbe successo? in etichetta del resto consumavamo olio di oliva non tantissimo tempo fa e bastava spiegare per onestà intellettuale e non solo, che la deodorazione mild è una operazione necessaria per eliminare i difetti organolettici dell'evo evitando con il riscaldamento blando la sua alterazione. Troppa trasparenza forse?