L'arca olearia 07/09/2013

La partita contro la mosca delle olive non è solo questione di fitofarmaci

La partita contro la mosca delle olive non è solo questione di fitofarmaci

Il livello di infestazione è regolato dal clima e dalle tecniche agronomiche. Ma se le condizioni climatiche non possono essere decise dall'olivicoltore, una corretta gestione agronomica dell'oliveto può contribuire al contenimento di Bactrocera oleae


Le abbondanti piogge primaverili e gli elevati livelli di umidità registrati ad inizio estate hanno favorito le prime infestazioni di mosca delle olive che in alcune zone sono iniziate a partire dalla seconda metà di luglio. Adesso, a settembre, è di fondamentale importanza monitorare costantemente il livello di infestazione della mosca in modo da poter intervenire tempestivamente con tecniche di lotta preventive (adulticide) o curative (larvicide) in base all'indirizzo aziendale e/o all'entità dell'infestazione. Ma il livello di infestazione è regolato, prima che dalla difesa fitoiatrica, dal clima e dalle tecniche agronomiche. Tra i fattori ambientali la temperatura gioca sicuramente il ruolo principale. Le elevate temperature estive possono contribuire efficacemente al contenimento delle infestazioni favorendo la mortalità delle uova e delle larve di prima età e riducendo i voli degli adulti nell'oliveto. Invece, le basse temperature di fine autunno-inizio inverno generalmente rallentano le infestazioni negli ambienti settentrionali o a quota più alta. Ma se le condizioni climatiche non possono essere decise dall'olivicoltore, una corretta gestione agronomica dell'oliveto può contribuire al contenimento della mosca olearia.

Per molto tempo l'unico mezzo a disposizione degli olivicoltori per contrastare la mosca delle olive consisteva nella raccolta anticipata dei frutti. Infatti, generalmente un anticipo di raccolta consente di sfuggire allo sviluppo delle generazioni di mosca più dannose che si verificano ad inizio autunno. La raccolta anticipata è molto utilizzata nel biologico, ma anche l'olivicoltura integrata spesso adopera questa tecnica per evitare interventi chimici in un periodo in cui sarebbe problematico rispettare i tempi di carenza dei prodotti utilizzati. Va ricordato che la raccolta dovrebbe comunque essere effettuata nel periodo di maturazione commerciale, cioè quando i frutti hanno un elevato contenuto in olio, sono in grado di originare oli di qualità, sono in buono stato fitosanitario e, nel caso di raccolta meccanizzata con scuotitori al tronco, presentano una resistenza al distacco compatibile con il metodo di raccolta. Ovviamente, difficilmente tali requisiti si potranno verificare contemporaneamente nell'oliveto. Sarà quindi compito dell'olivicoltore, eventulmente coadiuvato da un esperto, monitorare l'andamento dei suddetti parametri e delle infestazioni di mosca, trovare il giusto compromesso quali-quantitativo ed infine determinare l'epoca di raccolta. Per quanto riguarda le procedure da seguire in fase di post-raccolta in annate di forti infestazioni di mosca olearia, alcune indicazioni sono riportate in un articolo pubblicato precedentemente su TN (È un autunno caldo e la mosca delle olive impera, 17 Novembre 2012 TN n. 46 Anno 10).

Altro aspetto importante è quello delle cultivar utilizzate. La scelta della cultivar in fase di progettazione, infatti, può incidere marcatamente sulla successiva gestione della difesa fitosanitaria nell'oliveto, inclusa la lotta alla mosca delle olive. Esistono diverse interazioni (attrattive e repulsive, di tipo olfattivo e chemiotattile) tra Bactrocera oleae e l'olivo che dipendo pricipalmente da fattori genetici. In generale, frutti di maggiori dimensioni, tipici delle varietà da tavola, risultano maggiormente attrattivi nei confronti delle femmine di B. oleae rispetto ai frutti più piccoli delle varietà da olio. Anche la colorazione dell'esocarpo (buccia) può esercitare una maggiore o minore attrazione nei confronti della mosca. In uno studio condotto su diverse cultivar siciliane è stato riscontrato che le femmine di B. oleae preferiscono ovideporre in frutti verdi, di grandi dimensioni, di forma sferica e con una buona consistenza della polpa (Rizzo et al., 2012). Dall'altra parte, una bassa suscettibilità agli attacchi di mosca può dipendere dalla resistenza dell'esocarpo delle olive di alcune cultivar che rende difficoltosa l’ovideposizione da parte della femmina. Il minore grado di attacco osservato in alcune cultivar è anche correlato con il contenuto di oleuropeina, molecola da cui si originano le sostanze fenoliche, presente nella drupa, che inibisce le prime fasi di svilippo delle uova e delle giovani larve. In generale la lotta alla mosca è più semplice per le cultivar precoci e a frutto piccolo. La precocità di maturazione consente di ridurre la sovrapposizione tra l'ultima fase di maturazione delle drupe e i picchi di infestazione di mosca in autunno. Le piccole dimensioni del frutto, oltre a diminuire l'attrattività nei confronti degli adulti, aumentano il tasso di mortalità delle uova nel periodo estvo.

Un'altra pratica colturale che può influenzare, più o meno direttamente, il livello di infestazione di mosca è l'irrigazione. L'effetto diretto riguarda la dimensione delle olive che, in caso di irrigazioni abbondanti, risultano più grandi e raggiungono anticipatamente, rispetto ai frutti di olivi in asciutto, le dimensioni minime per essere recettive agli attacchi di mosca. L'effetto indiretto dell'irrigazione riguarda la diminuzione del contenuo in oleuropeina nei frutti di piante irrigate rispetto a quello di frutti di olivi in asciutto e, quindi, una minore azione protettiva nei confronti della mosca. Tuttavia, attraverso una corretta gestione dell'irrigazione è possibile ottenere i vantaggi quali-quantitativi che questa tecnica offre limitando tali effetti indesiderati. Infatti, utilizzando strategie di irrigazione in deficit è possibile mantenere elevati livelli di oleuropeina nel frutto e allo stesso tempo, grazie agli apporti irrigui in fase di inoliazione, raggiungere un elevato contenuto in olio nel frutto con un anticipo di circa una settimana rispetto ad olivi in asciutto. Un più rapido accumulo di olio nel frutto può altresì tradursi in un leggero, ma in alcune annate decisivo, anticipo di raccolta dei frutti.

Anche la potatura, intesa sia come scelta della forma di allevamento che come potatura di produzione, può incidere sullo sviluppo della mosca olearia. Piante con altezze superiori ai 4-5 metri rendono più difficoltosi sia gli interventi di difesa che le operazioni di raccolta. Nel primo caso, l'eccessiva altezza della pianta non consente una uniforme distribuzione del prodotto, sia esso curativo o repellente, su tutta la chioma. Nel secondo caso può comportare la mancata raccolta dei frutti posizionati nella parte alta della chioma che, cadendo successivamente a terra o rimanendo sulla pianta fino alla primavera successiva, favoriscono lo sviluppo delle generazioni primaverili responsabili delle prime infestazioni della mosca in estate. In relazione a quest’ultimo aspetto è consigliabile raccogliere sempre la maggior quantità possibile di frutti dagli alberi.

Un altro fattore da tenere in considerazione nella la scelta delle tecniche di controllo della mosca è l'alternanza di produzione. In un annata di bassa produzione (scarica) la concomitanza di un alto numero di adulti di mosca e di un basso numero di olive sulla pianta può comportare una cascola anche totale dei frutti in estate e, quindi, l'impossibilità di sviluppo delle successive generazioni primaverili. Al contrario, nella successiva annata di "carica" l'infestazione decorre più lentamente, sia per l'elevato numero di frutti per pianta che per il minor numero di adulti di mosca presenti nell'oliveto. Quindi, nelle annate di scarica è bene iniziare a monitorare i voli degli adulti e le infestazioni sui frutti con certo anticipo rispetto alle annate di carica.

Bibliografia

R. Rizzo, V. Caleca e A. Lombardo, 2012. Relation of fruit color, elongation, hardness, and volume to the infestation of olive cultivars by the olive fruit fly, Bactrocera oleae. Entomologia Experimentalis et Applicata, 145: 15-22.


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Commenti 3

Giacomo Carreras
Giacomo Carreras
11 settembre 2013 ore 00:06

Sono io a dover ringraziare lei per la passione che traspare dalle sue parole...
A presto "rileggerla",
Giacomo Carreras

Giovanni Caruso
Giovanni Caruso
10 settembre 2013 ore 10:34

Gent.le Dr. Carreras,
la ringrazio per l’attenzione. Mi trova d’accordo con quanto ha scritto e credo che le attività di supporto alle aziende svolte dalle organizzazioni agricole siano preziose e sicuramente da valorizzare. In particolare, le attività di monitoraggio sono il primo strumento per una lotta efficace ed eco-compatibile alla mosca olearia. In assenza di tali attività anche le stesse tecniche alternative di lotta a B. oleae, giustamente incentivate, portano molto spesso a scarsi risultati.
Cordialmente,
Giovanni Caruso

Giacomo Carreras
Giacomo Carreras
09 settembre 2013 ore 13:23

Complimenti per il chiaro e esaustivo articolo.
Come giustamente sottolineato, il presupposto fondamentale per vincere la partita contro la B. oleae è un’adeguata e costante attività di monitoraggio del suo grado di infestazione.
Peccato che a causa di una “svista” nella predisposizione del regolamento (UE) n. 1220/2011, il legislatore comunitario non abbia tenuto conto della sua importanza: per le indicazioni impartite al comma 1, lettera g) dell’articolo 7 di tale atto normativo non risultano, infatti, ammissibili al finanziamento misure e attività collegate alla lotta contro la mosca, ad eccezione delle attività di dimostrazione pratica di tecniche alternative all’impiego di prodotti chimici per il suo controllo.
Tuttavia, ci sono organizzazioni di operatori oleicoli che non se la sono sentita di abbandonare d'emblée un discorso intrapreso con tanta passione circa vent’anni or sono e che da subito ha dato un riscontro entusiastico tra gli olivicoltori.
Tra queste, la Assoproli Bari (di cui sono il responsabile tecnico), seppur in forma più ridotta a causa delle minori risorse finanziarie a disposizione, prosegue in Terra di Bari nella sua attività di monitoraggio e controllo della mosca delle olive in modo da non far mancare il supporto ai suoi associati in un periodo sicuramente non facile, non solo da un punto di vista meramente economico. Assoproli diffonde puntualmente con cadenza settimanale agli olivicoltori, grazie anche al coinvolgimento dei numerosi oleifici cooperativi aderenti, l’andamento della situazione fitosanitaria, non senza una attenta valutazione dell’eventuale necessità di un trattamento in funzione della soglia di intervento prescelta.
Giacomo Carreras - Assoproli Bari