L'arca olearia
L'evoluzione dell'extra vergine in bottiglia. Meglio vetro, Pvc o Pet?
Aria, luce e ossigeno sono i nemici dell'olio di oliva. La confezione può attenuare la degradazione naturale in ragione di diversi fattori, non solo per il materiale. La cinetica di decadimento dipende anche dalle dimensioni
15 giugno 2013 | R. T.
Qual'è il miglior contenitore affinchè l'olio extra vergine d'oliva si preservi al meglio e il più al lungo possibile per il potenziale cliente?
La maggior parte degli studi scientifici riguardano la conservazioni in vasche e in tini, raramente prendendo in considerazione la confezione con la quale l'olio si presenta sul mercato.
Qualche ricerca in tale senso però esiste.
I fattori principali che influenzano l'ossidazione (cioè luce, permeabilità all'ossigeno dei materiali di imballaggio e temperatura di stoccaggio), sono stati combinati in diversi casi di studio prendendo in considerazione vari materiali di stoccaggio.
L'effetto più marcato della temperatura nella degradazione del prodotto vi è sicuramente nel Pet e nel Pvc, mentre è meno accentuato nel caso del vetro. Tuttavia i contenitori in plastica hanno mostrato un ruolo protettivo molto elevato quando l'olio veniva esposto alla luce.
Effetto di variazioni di temperatura sulla vita utile dell'olio in contenitori stoccati al buio (6A = 1 mese, 6B = 2 mesi, 6C = 3 mesi).
Ma qual'è la vita media di un olio di qualità standard conservato in diversi recipienti? Quando i parametri chimici (acidità, perossidi, spettrofotometria) non rispettano più la categoria commerciale di extra vergine?
Può essere 6 mesi se confezionato in vetro trasparente ma conservato al buio a temperature fino a 22 °C; 3 mesi in Pet trasparente conservato al buio a 22 °C e meno di 3 mesi in Pvc trasparente conservato al buio a 22 °C.
Se esposto alla luce, la durata di conservazione dell'olio d'oliva è stata di 9 mesi, quando confezionato in Pet coperto da un foglio di alluminio; 3 mesi confezionato in Pet coperto da un filtro UV e meno di 3 mesi in Pet trasparente. In tutti i casi esposti la temperatura di conservazione è stata di 22 °C.
Oltre una certa soglia di temperatura (35 °C) la conservazione è comunque inferiore ai tre mesi, indipendentemente dal materiale utilizzato.
La conservabilità di un olio dipende però fortemente dalla materia contenuta, ovvero dalle caratteristiche dell'olio di partenza. Nel caso di una conservazione per 21 mesi, a temperatura ambiente e al buio la riduzione dei composti fenolici totali variava dal 43% al 73%. Degno di nota è che la diminuzione è stata più alta nei campioni la cui iniziale fenolica era maggiore.
Il parametro che, comunque, si è rivelato più sensibile è stato il K232 che, per primo, ha superato i limiti consentiti per tutti gli oli in prova.
Non è però solo questione di materiale o di qualità dell'olio di partenza, né solo di luce, temperatura e ossigeno. La cinetica di decadimento di qualità di un olio vergine di oliva dipende molto dalle dimensioni del contenitore. Anche la geometria, ovvero la sua forma, influenza la shelf life poiché direttamente correlata con il valore iniziale della pressione di ossigeno nello spazio di testa della bottiglia.
Bibliografia
A. Kanavouras, F.A. Coutelieris, Shelf-life predictions for packaged olive oil based on simulations, Food Chemistry, Volume 96, Issue 1, May 2006, Pages 48-55
Sergio Gómez-Alonso, Vanessa Mancebo-Campos, Maria Desamparados Salvador, Giuseppe Fregapane, Evolution of major and minor components and oxidation indices of virgin olive oil during 21 months storage at room temperature, Food Chemistry, Volume 100, Issue 1, 2007, Pages 36-42
M.A. Del Nobile, S. Bove, E. La Notte, R. Sacchi, Influence of packaging geometry and material properties on the oxidation kinetic of bottled virgin olive oil, Journal of Food Engineering, Volume 57, Issue 2, April 2003, Pages 189-197
G. Pristouri, A. Badeka, M.G. Kontominas, Effect of packaging material headspace, oxygen and light transmission, temperature and storage time on quality characteristics of extra virgin olive oil, Food Control, Volume 21, Issue 4, April 2010, Pages 412-418
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Accedi o RegistratiRedazione Teatro Naturale
17 giugno 2013 ore 11:27L'articolo è prettamente informativo, rilevando, secondo alcune ricerche in materia, pregi e difetti di differenti tipi di packaging per l'olio d'oliva.
Alcune considerazioni vi sono: "L'effetto più marcato della temperatura nella degradazione del prodotto vi è sicuramente nel Pet e nel Pvc, mentre è meno accentuato nel caso del vetro. Tuttavia i contenitori in plastica hanno mostrato un ruolo protettivo molto elevato quando l'olio veniva esposto alla luce."
I test sono stati effettuati su oli extra vergini d'oliva di qualità standard, come indicato nell'articolo, ovvero con parametri chimici già non ottimali per una lunga conservazione. Spesso questi oli hanno un elevato contenuto di protossidanti che ne limitano la conservabilità anche in condizioni ottimali, si figuri se posti in condizioni di voluto stress.
Distinti saluti
Roberto La Pira
15 giugno 2013 ore 13:17Articolo molto interessante ma mancano le conclusioni o alcune consideazioni. Forse il tema andava affrontato con più precisione. Dire che un extra si mantiene solo 6 mesi ....
La Pira Roberto Il fatto alimentare
Emilio Conti
17 giugno 2013 ore 18:44La ricerca pone il punto su tre aspetti classici per la scelta del contenitore.
Ma oggi con le miriadi di analisi cui si è sottoposti, mi sembra riduttivo.
Come si può pensare di confezionare un olio extra vergine di oliva in un PET o PVC con la mannaia degli ftalati? Un contenitore PET verde scuro risolve molti problemi ma non quello degli ftalati, un contenitore free costa come o più del vetro. Per il PVC il paragone è improponibile. A quando una ricerca sugli ftalati nelle plastiche o i metalli pesanti nel vetro?