L'arca olearia

Le verità sulla produzione olearia italiana

Quanto olio produce l'Italia? Istat e Agea forniscono un quadro e dati molto diversi con una discrepanza di quasi 150 mila tonnellate d'olio. Anche la situazione regione per regione varia in maniera significativa

01 dicembre 2012 | R. T.

Quanto olio d'oliva produce l'Italia? Per olio d'oliva intendiamo olio da pressione, ovvero extra vergine, vergine e lampante.

Secondo l'Istat, nella scorsa campagna olearia, abbiamo prodotto 541 mila tonnellate di olio da pressione. Secondo Agea, basandosi sui dati del registro Sian, anche sommando le giacenze al 1 luglio 2011, la produzione complessiva è stata di 399 mila tonnellate.

La differenza è quindi di 142 mila tonnellate.

Dati molto diversi si hanno anche se andiamo ad analizzare il quadro regionale.

In Puglia, secondo Istat, la produzione è stata di 185 mila tonnellate che salgono a 216 mila per Agea. Opposta la situazione in Calabria dove, secondo Istat, si sono prodotte 176 mila tonnellate mentre secondo Agea sarebbero state solo 53 mila. Discrepanze significative anche nella terza regione olearia italiana, ovvero la Sicilia. Istat comunica 47.500 tonnellate che invece per Agea sono 35.200.

Non va meglio spostandosi al nord. In Campania, secondo Istat, si sarebbe prodotto 41 mila tonnellate che diventano poco più di 19 mila per Agea. Il Lazio, secondo Istat avrebbe prodotto 26300 tonnellate mentre per Agea sono 18.400.

Capita anche che i dati, in qualche caso siano concordi. E' il caso della Toscana dove la produzione sarebbe stata, secondo Istat, di 15.000 tonnellate mentre per Agea sarebbe di 14.800. Risultati molto vicini anche nella Marche e in Sardegna dove, rispettivamente, per Istat, si sono avuti 3700 e 3600 tonnellate. Per Agea sono invece, in entrambi i casi, poco più di 3200.

Dall'esame dei dati, ciò che emerge è soprattutto una forte discrepanza nelle regioni maggiormente olivetate, ovvero quelle del Sud.

Una discrepanza che non è rilevabile solo per la campagna olearia 2011/12 ma anche per quelle precedenti, come si evince dalla seguente tabella:

 

Sulla produzione olearia italiana e, quindi, più in generale sull'olivicoltura nazionale, non esiste una sola verità.

Potrebbero interessarti

L'arca olearia

Stabilire il momento ottimale per la raccolta delle olive: strumenti e parametri

La corretta determinazione del tempo di raccolta ottimale è fondamentale per garantire la massima qualità dell'olio d'oliva, che richiede la valutazione precisa e tempestiva della maturità delle olive: metodi distruttivi e non distruttivi

27 agosto 2025 | 13:00

L'arca olearia

La gestione della mosca dell'olivo con metodi adulticidi: prodotti a confronto

Nessuno dei trattamenti ha ridotto significativamente l'infestazione totale rispetto ai controlli. Anche se l'esca attrattiva era bassa la capacità dei metodi adulticidi di proteggere l'oliveto è rimasta costante. L'efficacia dei diversi prodotti era però molto variabile

26 agosto 2025 | 16:00

L'arca olearia

Le differenze nell'uso dell'acqua tra un olivo irrigato e uno in asciutto

L'olivo in asciutta ha strategie di uso dell'acqua più conservative rispetto agli alberi irrigati e gli alberi in deficit controllato si acclimatano in modo in modo funzionale e strutturativo agli adaquamenti parziali a lungo termine

21 agosto 2025 | 13:00

L'arca olearia

Aggiornamento obbligatorio dell'olio di oliva "in attesa di classificazione"

A partire dalla campagna 2025/2026, l'olio prodotto e dichiarato nel registro telematico dovrà essere classificato nella sua categoria definitiva (Extra Vergine, Vergine o Lampante) secondo una precisa tempistica. Se prodotto in conto proprio si utilizzerà il relativo codice operazione "00 - Classificazione"

09 agosto 2025 | 11:00

L'arca olearia

Per conquistare i consumatori internazionali di olio di oliva occorrono valori autentici

Progettare campagne che generino empatia, coinvolgere i consumatori nella storia del prodotto e investire in certificazioni riconosciute può fare la differenza. I giovani consumatori, sebbene meno fedeli all’olio d’oliva, sono fortemente influenzati dai social media

08 agosto 2025 | 17:00 | Giosetta Ciuffa

L'arca olearia

I nanofertilizzanti del calcio e del silicio migliorano gli attributi morfologici e la composizione degli acidi grassi nell'oliva

Gli effetti sinergici tra silicio e calcio, poiché l'applicazione simultanea di questi due elementi ha impatti più benefici sull'oliva rispetto al loro utilizzo individuale

08 agosto 2025 | 16:00

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati

Accedi o Registrati

Marco Cartolina

04 dicembre 2012 ore 10:33

Le associazioni dei produttori olivicoli cosa hanno da dire al riguardo dello scandalo che in Italia le produzioni sono da anni gonfiate? Forse la U.E. Per non essere coinvolta in questi scandali ha optato per liquidare l'aiuto alla produzione sulla base dello storico e non sulla quantità di olio effettivamente prodotto? Questo inganno falsifica anche le riflessioni sui problemi dell'intera filiera, per esempio la nessita' delle importazioni per i consumi e per le esportazioni. Inoltre sarebbe interessante conoscere quanto olio extravergine viene prodotto in Italia e quanto olio vergine e olio lampante? Notizie importantissime per chi opera nel settore. In Spagna pubblicano mensilmente le quantita' in giacenza e anche i luoghi dove sono depositati. Forse e' troppo per l'Italia dell'agropirateria e della vantata trasparenza del Made in italy.

Paolo Caglieri

03 dicembre 2012 ore 22:38

Non credo ai miei occhi, mai e sottolineo mai ho letto una riga su questo scandalo che si consuma da 30 anni (sotto gli occhi di tutti e che tanta ilarita' ed imbarazzi ha suscitato a Bruxelles e nei nostri competitors europei) che e' il dichiarare il doppio ed anche il triplo della produzione olearia effettiva frodando la Comunita' (basta andare qualche anno indietro) con la scusa che i francesi lo fanno col grano ed i tedeschi col latte, col silenzio complice di tante associazioni che, invece vedo cosi' pronte quando c'e' da fare allarmismo nel settore....... Comunque caro R.T. e caro Teatro Naturale complimenti per il coraggio Vi "sfido" ad andare avanti che qui c'e' da scrivere un romanzo......

Nicola Ferraro

01 dicembre 2012 ore 16:43

La verità non si saprà mai finchè ci sarà l'aiuto comunitario. Basta guardare attentamente le varie dichiarazioni sia dell'istat che dall'Agea e poi andiamo ad importare una quantità enorme di olio di oliva da altri paesi come la Tunisia, la Spagna e la Turchia erchè il nostro lio è insufficiente alle nostre richieste, e, guarda caso, i consumi e le richieste degli italiani sono molto inferiori alle dichiarazioni dell'Agea. Come mai?. Allora ci sarà qualche inghippo. e la CEE paga. Dovremmo essere più sinceri per essere credibili. Colamais

GIANLUCA RICCHI

01 dicembre 2012 ore 10:18

Mi piacerebbe leggere un commento di Caricato su questo articolo. Sono sempre i meglio che abbandonano la presa, chissà perchè.

Vincenzo Lo Scalzo

01 dicembre 2012 ore 09:26

Ma non abbiamo nemmeno le statistiche affidabili?
Sarebbe il caso di ricominciare dall'asilo e studiare cosa è meglio imparare per convivere in un mondo credibile.
Eppure l'olio c'è, o forse ci sarebbe.
Si vede nel paesaggio naturale degli olivi, ma la statistica viene fatta sull'olio spremuto o sulle olive stimate in pianta?
Per cominciare da 3, sarebbe meglio che fosse una certezza...