L'arca olearia

Che olio sarà nelle aree del Nord Italia?

Olivagione 2012. Abbiamo sentito i pareri dei diretti protagonisti. Si, perché le previsioni degli addetti ai lavori esprimono un fascino unico. Provate a leggere alcune delle valutazioni riportate. La passione dei produttori porta sempre, comunque vada, verso buoni auspici

13 ottobre 2012 | Luigi Caricato

L'olivicoltura del Nord incide poco, sul piano dei numeri, ma il prestigio è tanto. Per questo sapere in che direzione andrà l'olivagione 2012 è molto importante. Abbiamo sentito i diversi protaonisti del settore, compresi i piccoli produttori, piccoli, ma con una passione grande.

 

ELIA BELOTTI, DOP GARDA

Parto subito dalle regioni Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige, e a rispondermi è Elia Belotti, responsabile tecnico del Consorzio di tutela dell'olio Dop Garda. Le sue risposte sono molto dettagliate, anche perché sono il frutto di una indagine accurata, effettuata tra i soci del Consorzio.  

Chiedo se prevedono un calo o un incremento nella produzione di olive da destinare all’oleificazione. Ed Elia Belotti mi offre un quadro suddiviso per ciascun componente della filiera olio di oliva.  

"Partiamo dai seguenti dati, dice:

-n. 405 aziende in categoria “olivicoltori” che parteciperanno alla campagna olivicola 2012-2013;

-n. 19 aziende in categoria “molitori” che parteciperanno alla campagna olivicola 2012-2013;

-n. 62 aziende in categoria “confezionatori” che parteciperanno alla campagna olivicola 2012-2013;

E poi, entrando sempre nel dettaglio:

-q.li 22.460,16 di oliva come produzione totale prevista;  

- dal 31/07/2012 n. 12 aziende nuovi soci del consorzio in categoria “olivicoltori”, per una produzione di oliva prevista di 370 q.li.  

Da tutto ciò deriva il fatto che la produzione totale prevista di olive Dop nell’annata corrente 2012-2013 si aggira sullo stesso quantitativo di oliva prevista l’annata scorsa, 2011-2012 (q.li 22.487): da un attento esame, si nota come tale quantitativo viene raggiunto però con la quantità di oliva prevista anche dai 12 soci nuovi (q.li 370). Quindi, la produzione totale prevista ad oggi per l’annata 2012-2013, calcoli alla mano, e con previsioni dei produttori “azzeccate”, dovrebbe attestarsi su circa il 2% in meno dall’annata scorsa, o comunque avvicinarsi al totale di oliva prevista l’annata scorsa, 0,5% in meno sull’annata 2010-2011 (q.li 22.195) e 3% in meno dall’annata 2009-2010".  

La qualità dell’olio - chiedo - si prospetta buona?

"Si prospetta ottima", sostiene Elia Belotti. "Si prospetta ottima vista anche la completa sanità dell’oliva stessa nell’areale del Garda: ci sono state alte temperature e bassa umidità, che hanno ostacolato lo sviluppo dei principali nemici dell’olivo, la Tignola e la Mosca dell’olivo".    

E infine - chiedo - in che modo le condizioni climatiche abbiano influito sul raccolto che verrà.

Elia Belotti è come sempre preciso e puntuale nella risposta: "la stagione olivicola, dal mese di maggio fino alla terza settimana di agosto, è stata molto siccitosa per l’olivo e altre culture agricole (vigneti) nell’areale del Garda. L’olivo quindi, nel periodo dalla fioritura e dell’allegagione, ha dovuto ricercare e utilizzare le sue ultime risorse idriche e nutritive. Ne è derivato il fatto che, chi non ha potuto irrigare, purtroppo durante la fioritura, si è visto verificarsi sulle proprie piante (soprattutto cultivar Leccino) una lieve percentuale di aborti fiorali; nel periodo dell’allegagione il forte caldo ha incrementato i casi di piombatura, lasciando una piccola percentuale di olive a grandezza di grano di pepe, oltre che aumentare il quantitativo di drupe perse a causa dell’aumento della cascola naturale.   Fortunatamente alla fine di agosto hanno cominciato a verificarsi delle piogge che, nel giro di pochi giorni, hanno notevolmente fatto ingrossare e gonfiare la drupa, portandola alla situazione ottimale per affrontare la fase dell’invaiatura. La maturazione dell’oliva sta procedendo nel migliore dei modi e, i frantoi sul Garda, dai dati ricevuti in riferimento all’inizio attività, apriranno gli impianti di molitura indicativamente tra il 15 e il 22 ottobre 2012".

 

OLIVICOLTORI DEL LAGO DI COMO

Spostandoci sul territorio lombardo di un’altra area lacustre, Massimo Spreafico, olivicoltore del Comasco, socio della giovane Cooperativa Olivicoltori del Lago di Como, risponde anche lui alla richiesta di informazioni. “Guardando il mio piccolo oliveto – dice – l'olivagione si preannuncia generosa. Anche la mosca per il momento fa la brava (incrociamo le dita!)”.

Spreafico ha grande passione, quando può viaggia alla volta di aree olivetate famose, giusto per prendere visione di ciò che avviene altrove. E’ mosso da grande passione e mi informa con grande gioia del premio che ha appena ricevuto al concorso nazionale dell’Aipo a Verona, piazzatosi al terzo posto nella categoria degli oli Dop dal fruttato medio. E’ un attento osservatore Massimo Spreafico, ed esprime tutta la sua sorpresa per la “cospicua partecipazione di aziende di Slovenia e Croazia” al concorso oleario. “Evidentemente il rilancio del settore olivicolo di cui ho sentito parlare, spinto anche dai rispettivi governi, sta dando i suoi frutti”, conclude.

Per una previsione più particolareggiata della produzione nell’area comasca Spreafico rimanda a un altro socio della cooperativa, Gigi Castellano, che, tra l’altro, svolge anche il ruolo di tecnico agronomo per tutti i soci.

Ed vecco, dunque, cosa ci riferisce Luigi Castellano relativamente alla campagna olivicola 2012 secondo le valutazioni effettuate negli oliveti della Cooperativa Olivicoltori Lago di Como. “ La carica – chiarisce Castellano – è mediamente buona, sopra la media: soprattutto i Frantoioni, la pregiata popolazione autoctona della famiglia Frantoio; scarsi invece i Leccini, che rappresentano circa il 30% degli olivi. Hanno penalizzato una possibile ottima raccolta: gelo invernale (-9° a Perledo, a inizio di febbraio) con disseccamenti di rametti fruttiferi sul 5% degli olivi; fioritura in un clima insolitamente fermo e umido (normalmente sul lago ci sono brezze costanti) soprattutto sui fiori precoci di Leccino; con un’estate estremamente secca con cascole e appassimenti negli oliveti in pendio”.

La qualità? “Si prospetta ottima nell'aspetto delle olive: la maturazione è nella media stagionale, con probabile inizio raccolta intorno al 20 ottobre; le piogge di settembre hanno ridato turgore; la mosca, grazie alla campagna di cattura massale è praticamente nulla; la grandine è stata assente. Abbiamo buone premesse per un soddisfacente risultato”.

 

LIGURIA SPEZZINA

Andando invece a Nord Ovest, abbiamo ricevuto la testimonianza di Massimo Lagomarsini, dell’Azienda agricola Ca' de Bruson, il quale ci fornisce invece un riscontro da Castelnuovo Magra, penultimo paese prima della Toscana. Un’areale produttivo situato per l’esattezza nella provincia di La Spezia. Lagomarsini inizia subito con i complimenti per la mia attività e per le iniziative che svolgo, ma io stesso non posso fare a meno di complimentarmi con lui sia per l’olio che a suo tempo avevo recensito, sia per la grande passione che lo muove, anche in ragione delle sue gioviali considerazioni sul mio lavoro di comunicatore. “E’ un piacere per me seguirla, nel poco tempo che i miei 1600 dipendenti mi lasciano libero, con questo ufficio da 65 mila metri quadrati, anche se non riesco in modo assiduo”. Al che uno si domanda: 1.600 dipendenti?! ". Ma che lavoro svolge Lagomarsini? L’olivicoltore, certo. Sì, perché i suoi dipendenti sono proprio loro: gli alberi d’olivo; e l’ufficio? L’ufficio, ubicato all’aperto, è l’oliveto!

Mi permetto – aggiunge Lagomarsini – di farle una mia osservazione su come sono andate le cose qui da noi. Al momento, partendo dal monitoraggio di luglio, c'è un'infestazione di mosca al 10 per cento. Quindi abbiamo saltato ogni tipo di trattamento adulticida, lasciando spazio solo a un intervento preventivo di rame fatto il 16 luglio. Ma la scarsità di acqua ha fatto soffrire molto i miei "dipendenti" – tra l'altro spesso testardi! – e le olive sono "abbronzate" dal forte sole, ma molto piccole e tirate. Nella mia piccola esperienza di olivicoltore, uno stress idrico così elevato non lo ho mai incontrato, quindi non saprei dirle come si riflette sul discorso organolettico. Posso aggiungere, che nel periodo dell'allegagione, tra il 25 aprile e i primi di maggio, il tempo non è stato dei migliori –pioggia, freddo – non favorendo la danza del polline, con una conseguente perdita di olive. Si può definire un'allegagione a macchia di leopardo, e a seconda delle varietà. Le cultivar più tardive, tipo la Prempesa o la Castelnovina, hanno retto, mentre le altre hanno subito i maggiori danni. Abbiamo deciso comunque che il 15 ottobre si inizia con il raccolto”.

 

COS'ALTRO AGGIUNGERE

Cosa altro aggiungere? Questo articolo offre una panoramica parziale. Parte da dati raccolti dal Consorzio Dop Garda per poi aprirsi a testimonianze limitate a pochi oliveti, più un’occasione per raccontare lo spirito con cui si muovono gli appassionati olivicoltori del Nord Italia. Daremo conto nelle prossime settimane di altre testimonianze, in modo da far sentire tutti partecipi, dal Consorzio alle singole aziende, o addirittura ai singoli olivicoltori. In fondo conta moltissimo mettere in evidenza la grande attenzione e consapevolezza di come il lavoro tra gli olivi sia un lavoro che oltre alla fatica garantisce anche un apporto di grandi gioie. Soddisfazioni che non sono affatto da trascurare. In fondo – riflettiamo un po’ – leggendo i esti di storia, nel Nord dell’Italia, il contesto operativo dei secoli scorsi era ancora più marginale. C’è solo da essere felici di avere un Nord Italia più emotivamente coinvolto dalla passione olivicola, e, aspetto non meno importante, di avere nel contempo un consumatore del nord decisamente più attratto di un tempo dagli oli da olive, come dimostrano oltretutti i confortanti dati delle vendite. Buona olivagione a tutti gli olivicoltori del Nord Italia. Inviate pure le vostre testimonianze e, per ciò che concerne i Consorzi, i vostri dati nel dettaglio. Facciamo sentire il polso olivicolo del Nord. A mio parere batte forte, perché dietro c’è un cuore sano e pulsante.  

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