L'arca olearia
L'ingegneria genetica per combattere la mosca delle olive
Proprio mentre l'Unione europea si interroga sugli animali geneticamente modificati, un'azienda britannica ha lanciato sul mercato un ceppo gm di Bactrocera oleae che promette di risolvere il problema dell'infestazione, anche una volta per tutte
15 settembre 2012 | Alberto Grimelli
L'innovazione, e relativo sfruttamento commerciale, sembra procedere più speditamente dei tempi della burocrazia europea.
L'Efsa, autorità europea per la sicurezza alimentare ha appena lanciato una pubblica consultazione sui rischi ambientali di animali Ogm, invitando a inviare documentazione e riflessioni entro il 31 agosto scorso.
Nel frattempo però un'azienda britannica, la Oxitec, si è detta pronta a sperimentare in pieno campo la propria mosca delle olive geneticamente modificata (OX3097D), ceppo RIDL, per testarne l'efficacia negli ambienti olivicoli. Questa mosca, di sesso maschile, sarebbe sterile o comunque darebbe luogo a prole non capace di sopravvivere fino all'età adulta. La liberazione di maschi sterili, dunque, porta a un abbattimento della popolazione a partire dalla seconda generazione, con conseguente riduzione del grado di infestazione.
La tecnica scelta dalla Oxitec per combattere la mosca delle olive è quella del maschio sterile.
“Si tratta di una tecnica nota e messa a punto negli anni 1950 – afferma Alfio Raspi, docente di entomologia agraria all'Università di Pisa – E' stata in particolare applicata con successo in Sud America per combattere alcuni ditteri parassiti dell'uomo e degli animali.”
La novità saliente della Oxitec sarebbe che, per la sterilizzazione, non verrebbero utilizzate le radiazioni ma sarebbe proprio stato creato un ceppo con caratteristiche di sterilità.
Un passo importante ma non risolutivo. “La tecnica del maschio sterile non è mai stata adottata in olivicoltura – spiega Raspi – per le difficoltà di allevamento su larga scala di Bactrocera oleae. Per farlo in maniera economicamente conveniente, occorrerebbe utilizzare substrati artificiali ma la mosca delle olive mal si adatta per cui, al momento, mi risulta che tale problematica non sia stata compiutamente risolta.”
Le informazioni commerciali della Oxitec, oltre a fare riferimento alla problematica economica del controllo della mosca delle olive a livello globale, sembrano promettere la possibilità di adozione di tale tecnica anche su areali limitati.
“Per avere una reale efficacia nel controllo della popolazione, ovvero il suo abbassamento al di sotto della soglia di danno – continua Raspi – sarebbe necessaria una campagna a livello del bacino del Mediterraneo, con lanci coordinati. Solo così sarebbe possibile un abbassamento complessivo della popolazione, altrimenti avremmo solo l'effetto di accentuare fenomeni di migrazione da un territorio a un altro. Un progetto simile è teoricamente fattibile ma anche molto costoso e soprattutto richiederebbe l'allevamento di gran quantità di mosche.”
Altra questione delicata è la promessa, in verità appena accennata da Oxitec, di poter eradicare la mosca delle olive. Ma è possibile?
“La tecnica del maschio sterile – conclude Raspi – è effettivamente molto potente. Consente l'eradicamento di una specie ma è un'opzione che come entomologo mi sento di sconsigliare. Vi sono da tenere presente fattori ecologici complessi. L'eradicamento di una specie può provocare la colonizzazione del territorio da parte di un nuovo insetto, magari ancor più pericoloso, che può modificare gli equilibri. Nel caso specifico della mosca, negli areali limitrofi al bacino del Mediterraneo vi sono molte specie di Bactrocera che non è possibile escludere a priori che possano adattare il proprio ciclo all'olivo.”
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Accedi o RegistratiGianluigi Cesari
15 settembre 2012 ore 09:32Caro Grimelli, chi le parla è un tecnico della ricerca. Conosco molto bene le strategie di controllo della b.oleae e pur apprezzando il lavoro svolto da Teatro Naturale colgo lo spunto che Lei ha fornito con questo articolo per porre dei fondati dubbi sulla validità della metodologia. "Fabbricare" un insetto OGM per controllare la dinamica di popolazione della b.oleae è come voler viaggiare da Roma a New York su di uno Shuttle dopo aver svolto una decine di orbite attorno alla terra...La ringrazio a nome di tutti coloro che passano molto del loro tempo svolgendo ricerca in campo per fornito l'occasione di dimostrare quanto poco utili e immagino onerosi siano questi metodi di controllo.
Alberto Grimelli
15 settembre 2012 ore 08:55Gentile Sig. Cesari,
Teatro Naturale ha dato ampiamente conto dei sistemi di controllo della mosca olearia, per tutti i regimi (convenzionale, integrato, biologico), tenendo conto delle novità normative e scientifiche. Le consiglio, a tal proposito, di scorrere gli articoli nella rubrica "L'arca olearia" o in alternativa di utilizzare la funzione "cerca".
Credo tuttavia sia assai limitiativo descrivere solo l'attualità, senza spaziare sulle prospettive future, in ogni campo, quindi anche quello tecnico, esaminando criticità e positività. Tanto più se la mosca geneticamente modifcata non è un'astrazione ma una realtà.
Cordiali saluti
Gianluigi Cesari
15 settembre 2012 ore 04:17Esistono strategie di controllo della dinamica di popolazione della b.oleae efficienti e sostenibili sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista economico che da un decennio vengono sviluppati e sperimentati scientificamente. Non sarebbe interessante divulgare i risultati relativi a queste sperimentazioni prima ancora di parlare di OGM?
Virgilio Caleca
17 settembre 2012 ore 18:11Cari lettori di Teatro Naturale,
tralasciando l'attuale inapplicabilità legislativa in Italia del metodo proposto, le novità nel controllo della mosca delle olive sono da accogliere con interesse e Teatro Naturale ce le propone con un apprezzabile equilibrio.
La liberazione di maschi sterili, OGM o no, come accennato dal mio collega Raspi, potrebbe risultare efficace nell'abbassare le popolazioni della mosca sotto la soglia di dannosità, ma i grossi dubbi riguardano la convenienza economica di tale intervento da attuare sempre preventivamente. Infatti oggi la ricerca della qualità dell'olio ha portato ad un anticipo della raccolta, e quindi ad una riduzione degli effetti dannosi degli attacchi della mosca e della necessità d'intervenire. Non tutti gli anni si interviene e non sempre con la stessa intensità, per cui i nuovi metodi devono essere più convenienti degli attuali, e raggiungere una buona economicità con i metodi che prevedono rilasci periodici di insetti allevati è piuttosto difficile; attendiamo quindi studi sull'efficacia e sui costi.
Eradicare un fitofago è il sogno di molti, soprattutto degli agricoltori, meno degli entomologi che sanno quanto sia difficile e quante volte le comuni estinzioni locali in territori dove i fitofagi non sono ben ambientati sono state considerate l'effetto di deliberati piani di eradicazione con il metodo dell'insetto sterile. Secondo me eradicare la mosca delle olive, insetto perfettamente ambientato nei nostri ambienti, appare ancora un sogno molto lontano dalla realtà.