L'arca olearia
Con il naso nell’extra vergine. Il ruolo dell’assaggiatore
L’esperienza ventennale di Marcello Scoccia mette in guardia coloro che si illudono che basti un semplice corso per sentirsi esperti degustatori. L’analisi sensoriale è una scienza seria che va affrontata con dedizione e cura
19 febbraio 2011 | Marcello Scoccia

Quantificare il numero di assaggiatori dâolio intenti a svolgere tale professione a tempo pieno è abbastanza facile. Facile nel senso che tale numero lo si ricava semplicemente escludendo chi fa parte di panel riconosciuti o meno, o chi partecipa a incontri o iniziative specifiche, strettamente attinenti con lâassaggio del prodotto.
Mi spiego, tanto per intenderci meglio, a scanso di equivoci. Quando mi riferisco alla figura dellâassaggiatore, intendo coloro i quali alzandosi al mattino, hanno quale unico impegno della giornata, o quasi, quello di assaggiare gli oli, di selezionarne le differenti tipologie, di creare blend in base ai vari profili dei consumatori.
Normalmente le grandi aziende si avvalgono di esperti specializzati in tale professione. Una figura professionale che coincide, se vogliamo, con quella ideata da Luigi Caricato: lâoleologo.
In molti casi sono gli stessi titolari delle aziende a svolgere tale attività . Un poâ come accadeva negli anni passatti, da Novaro, per la Olio Sasso, a Carli, a Monini, e a tanti altri casi analoghi.
Per far capire a tutti come il lavoro dellâassaggiatore abbia sempre avuto, e tuttora eserciti un ruolo così importante e centrale, faccio riferimento alla mia esperienza lavorativa. Unâesperienza pluriennale che appunto conferma alla perfezione questa mia teoria.
Eâ da ventâanni infatti che svolgo la professione di assaggiatore, e oggi in particolare in veste di responsabile qualità analisi sensoriale di un grande gruppo alimentare.
Mi occupo per lâesattezza della selezione e del controllo dei maggiori marchi nazionali, tra cui uno storico marchio imperiese, la Olio Sasso.
Ho iniziato a lavorare per il marchio Sasso nel lontano 1986, proprio quando vi era la famiglia Novaro, la fondatrice dello storico marchio.
Lâanno successivo, il marchio fu ceduto al gruppo De Benedetti, al quale successivamente subentrò la multinazionale svizzera Nestlé, e, in seguito, nel 2002 il marchiò tornò infine, due anni dopo, a unâaltra storica famiglia ligure, anchâessa impegnata nellâolio, la famiglia Gasparini. Questâultimi cedettero in ultimo il prestigioso marchio al colosso alimentare spagnolo Grupo Sos.
Ebbene, ho ripercorso tutti questi passaggi, solo per dirvi che, a partire dal mio esordio, sono ancora impegnato nel seguire la Sasso esercitando un ruolo che da sempre è stato in azienda, da qualsiasi proprietà , tutelato e valorizzato.
Da tutto ciò si evince, che la figura dell assaggiatore rimane una figura chiave per la garanzia e la tutela della qualità del prodotto, e, soprattutto, è un riferimento a difesa del consumatore, affinche, attraverso il suo prodotto, il prodotto scelto e selezionato mantenga sempre un dato profilo, con le peculiarità sensoriali con cui si caratterizza al momento dellâassaggio.
Molte volte mi chiedono come si faccia a diventare bravi assaggiatori. Io sintetizzo racchiudendo tutto in due parole: esperienza e passione.
Insomma, non si diventa bravi assaggiatori se non si pratica con continuità la professione e, soprattutto, va anche precisato che un bravo assaggiatore perché sia tale non può limitarsi ad assaggiare solo oli di alcune ristrette aree di produzione. Infatti, non è un caso che è solo conoscendo tutte le tipicità degli oli che si può acquisire unâesperienza tale da consenitre di poter esprimere un giudizio oggettivo e nesto. Inoltre, come in tutte le professioni, senza una vera passione non si otterranno mai grandi risultati.
Assaggiando lâolio direttamente nei Paesi in cui lo si produce, e direttamente con i frantoiani che lo hanno estratto e i coltivatori che hanno curato le olive, si ha una conoscenza più completa. Lavorando negli anni con tanta gente che fa questo mestiere con grande fatica e passione, ho acquisito un grande sapere, tra cui anche le usanze dei vari luoghi, con le tradizioni dei diversi popoli che in comune tra loro hanno lâamore per la nobile pianta dellâolivo.
Potrebbero interessarti
L'arca olearia
La differente resistenza alla siccità di quattro cultivar di olivo
Esiste un forte legame tra architettura idraulica e prestazioni fisiologiche dell'olivo. Alcune varietà mostrano un approccio conservativo mentre altre sostengono più fotosintesi e crescita vegetativa. Ecco perchè e quali cultivar sono più resistenti di altre alla siccità
05 dicembre 2025 | 15:45
L'arca olearia
Distinguere le caratteristiche varietali dell'olio extravergine di oliva grazie ai composti volatili
Le proporzioni delle categorie di composti volatili hanno mostrato differenze significative tra i diversi oli monovarietali. Ecco quale è la varietà con la più grande varietà di composti volatili fra Arbquina, Arbosana, Koroneiki, Picual, Frantoio e Coratina
05 dicembre 2025 | 15:00
L'arca olearia
Ecco come l'olivo può diventare tollerante a Xylella fastidiosa: il caso Cellina di Nardò
L'architettura idraulica dello xilema, con il diametro dei vasi, la frequenza, la lunghezza, la disposizione dei condotti non solo regola l'efficienza idraulica ma consente all'olivo di tollerare meglio le infezioni da Xylella fastidiosa
05 dicembre 2025 | 14:30
L'arca olearia
Il dolce amaro del migliore olio extravergine di oliva italiano
L’amaro è un sapore tipico dell’età adulta perché in questo modo si ha avuto tempo per imparare a distinguere, specie noi assaggiatori di olio extravergine di oliva, aggiungo io, tra un amaro “buono” e uno cattivo, ovvero un “amaro medicinale”
05 dicembre 2025 | 13:00 | Giulio Scatolini
L'arca olearia
La differente sensibilità al gelo di radici, germogli, foglie e gemme di quattro varietà di olivo
L’Ascolana è risultata la varietà più tollerante al freddo, mentre Coratina la più sensibile. Ecco la differente sensibilità di diversi tessuti dell’olivo per la stima del danno da gelo
05 dicembre 2025 | 12:00
L'arca olearia
La corretta indicazione della campagna sull’etichetta dell’olio extravergine di oliva
Cosa scrivere in etichetta per essere in regola? I chiarimenti dell’ICQRF: la dicitura “campagna di raccolta”, da utilizzare per l'etichettatura e prevista all'art. 11 del Reg. (UE) 2022/2104, "non ha alcun legame con la “campagna di commercializzazione”
04 dicembre 2025 | 16:00