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Vinitaly.USA l’Italia che reagisce ai dazi. Il 5 e 6 ottobre la fiera business a Chicago

Alla manifestazione sono attesi quasi 250 espositori tra cantine e consorzi, con un fatturato aggregato di circa 7,2 miliardi di euro. Un risultato che conferma e rilancia Vinitaly.USA
30 agosto 2025 | 10:00 | C. S.
Prosegue a pieno ritmo la promozione del vino italiano sul mercato a “stelle e strisce” con Veronafiere-Vinitaly, ITA - Italian Trade Agency, Fiere Italiane e la Camera di Commercio italiana americana del Midwest-Chicago insieme per la seconda edizione di Vinitaly.USA, in programma al Navy Pier di Chicago il 5 e 6 ottobre prossimi. Alla manifestazione sono attesi quasi 250 espositori tra cantine e consorzi, con un fatturato aggregato di circa 7,2 miliardi di euro. Un risultato che conferma e rilancia Vinitaly.USA come punto di riferimento del vino italiano negli Stati Uniti, capace di valorizzare insieme i grandi brand e le realtà consortili anche in una fase delicata del mercato e del contesto internazionale.
«Stiamo riscontrando – ha detto il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo – una forte motivazione da parte di molte tra le principali imprese del vino italiano; c’è la consapevolezza che alla difficoltà delle tariffe si debba rispondere con una maggior presenza e promozione».
A Chicago, grazie all’attività congiunta tra Veronafiere e ITA - Italian Trade Agency, presenti i principali brand provenienti da tutta la Penisola, come Antinori, Famiglia Cotarella, Frescobaldi, Ferrari, Zonin, Bellavista, Berlucchi, Planeta, Allegrini, Angelini Wines & Estates, Pasqua, Masciarelli, Feudi di San Gregorio, Varvaglione, San Polo, Tasca d’Almerita, Rocca delle Macìe e Tommasi. Folta la rappresentanza dei produttori di Prosecco, a partire da Mionetto, Villa Sandi, Spumanti Valdo, oltre che dei grandi gruppi o cooperative: Giv, Nosio (Mezzacorona) e Cantine di Verona.
Tra i principali enti consortili a oggi partecipanti, i Consorzi del Prosecco Doc, di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, dell’Asti Docg, della Valpolicella, del Brunello di Montalcino, Custoza, Chiaretto e Bardolino, Lugana, Garda, oltre alla collettiva di Umbria Top e alla rappresentanza della Doc Sicilia. Tra le regioni, il Veneto, la Sardegna, il Friuli, l’Enoteca regionale Emilia-Romagna e il Lazio, ma altre sono in procinto di aderire.
In corso anche la campagna di iscrizione da parte degli importatori e dei buyer americani. Tra questi Volio Fine Wine Imports, Vias, Terlato Wines, More Than Grapes – wine imports, Winebow fine wines – spirits e Eagle Eye Wines hanno già aderito alla seconda edizione di Vinitaly.USA. «Un risultato ancora parziale – sottolinea il direttore generale di Veronafiere, Adolfo Rebughini – ma già significativo dell’attenzione del mercato americano verso il vino italiano. Con Vinitaly.USA vogliamo offrire una piattaforma stabile e strategica capace di rafforzare la presenza delle nostre imprese negli Stati Uniti. Facendo sistema tra istituzioni, consorzi e aziende, possiamo trasformare anche le fasi più complesse del mercato in opportunità di crescita e di consolidamento delle relazioni commerciali».
Sul fronte del programma, Vinitaly.USA prevede, oltre a un calendario di degustazioni, matching domanda-offerta e focus di mercato, il debutto di wine2wine business forum con la sua prima edizione all’estero. Venti le sessioni in programma tra tasting, analisi di mercato e l’annuncio, il 5 ottobre a Chicago, dei protagonisti di Vinitaly OperaWine 2026 svelati da Wine Spectator. Spazio anche all’enoturismo, con le proposte di Vinitaly Tourism, alla formazione della VIA - Vinitaly International Academy e agli assaggi di olio extravergine di oliva proposti nell’Oil Bar di SOLExpo.
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