Fuori dal coro 05/12/2009

Filippo Montani? Attende una nuova spinta propulsiva

Studi di economia alle spalle e tanta passione per l'agricoltura. E una preoccupazione: non vedo la volontà di valorizzare il territorio. Le iniziative attuali hanno un ritorno modesto. Si sprecano energie


Filippo Montani Fargna è nato a Firenze il 17 febbraio 1979. Studi scientifici e economici a Londra, dal 2006 lavora presso "Le terre di Poreta" e "Villa della Genga" come amministratore.



Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
Sono arrivato all’agricoltura da pochi anni e per vie traverse, dopo studi di economia all’estero e dopo un breve periodo di lavoro, ho deciso di seguire mio padre nel progetto di ristrutturazione e valorizzazione dell’azienda di Poreta, sono quasi dieci anni che lavoriamo e cinque anni di mio pieno coinvolgimento. I risultati sono buoni ma ancora credo sia presto per tirare le somme, posso dire che abbiamo raggiunto importanti risultati e abbiamo ricevuto molti riconoscimenti per i nostri oli con una costanza, anno dopo anno, che mi fa ben sperare per il futuro.

E’ soddisfatto, perplesso o preoccupato?
Sono soddisfatto per il percorso che ho intrapreso, sono sicuramente preoccupato per l’andamento dell’economia internazionale ma oltremodo preoccupato della direzione in cui la politica locale si sta indirizzando. Non vedo la volontà di voler valorizzare il territorio sennonché per alcune iniziative a macchia di leopardo che a mio parere hanno un ritorno modesto e uno spreco di energie eccessivo.

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
Per una mancata programmazione a livello politico e industriale. Non siamo incentivati alla modernizzazione delle aziende agricole a soprattutto a creare sinergie tra di noi con le istituzioni, con la grande industria e la distribuzione.
Credo che sia importante l’impegno per l’introduzione nel mondo scolastico di attività connesse al mondo agricolo.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
Sono fiducioso e spero che la grande industria possa aiutare con investimenti nel settore. Mettendomi nei panni di un investitore mi aspetterei però una programmazione (o almeno una indicazione chiara) a livello nazionale sul futuro del comparto agricolo.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
E’ un modo di fare impresa che al giorno d’oggi permette di spaziare in molti campi e di sperimentare. Lascia una libertà che in altri settori non c’è.

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Vario.

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Autoreferenziali.

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
Sinergia e innovazione.

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Suggerirei di creare prima una rete commerciale, testare il mercato e poi pensare bene come investire e in quale settore. C’è sicuramente bisogno a mio parere di diversificare l’offerta.

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Alcuni imprenditori olivicoli toscani di cui non faccio il nome!

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
E’ ancora presto per esprimere un parere sul ministro Zaia, anche se mi sembra piuttosto deciso e combattivo.

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Nella grande distribuzione sono necessarie, nel mercato internazionale sono consigliabili, per gli artigiani sono squalificanti.

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
Qualcosa sulla biodinamica.

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
Saggi di filosofia.

Il libro che in questo momento sta invece leggendo?
Cindia, di Federico Rampini.

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Non abbiamo la cultura del libro come in altri paesi europei, l’educazione scolastica non è accompagnata da letture libere ma solamente da pesanti libri di testo che allontanano i giovani dalla lettura.

di T N