Fuori dal coro 26/06/2004

JOSEPHUS MAYR, OVVERO LA FORZA DELL’INGEGNO APPLICATA ALL’AGRICOLTURA

Non si accontenta di realizzare degli ottimi vini, super premiati. In provincia di Bolzano ora produce anche un gustosissimo e raro extra vergine. Crede in un lavoro che rispetti l’ambiente e l’uomo. Non si può abbandonare il legame con la natura e il ciclo delle produzioni agricole


Josephus Mayr vive a Cardano, dove è titolare dell’Erbhof Unterganzner 1568, di un maso plurisecolare che è al centro dell’attenzione per il grande successo riscontrato dai suoi vini, più volte insigniti nelle varie manifestazioni con premi e riconoscimenti. Più volte insignito dalla guida del Gambero Rosso con i “tre bicchieri”, non si ferma alla sola produzione di vini d’eccellenza. Resterà infatti alla storia anche per la sua grande passione per l’olivicoltura. Non a caso da diversi anni produce un ottimo extra vergine dai propri olivi coltivati a pochi chilometri da Bolzano. Come dire, quando c’è la passione e la competenza professionale, si può osare sfidare anche l’impossibile.

Josephus Mayr con la moglie Barbara

Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
Sin da giovane. Ho preso in gestione l’azienda di famiglia all’età di ventun’anni. Avevo però un rapporto già intenso con la campagna, aiutando in azienda. Con risultati direi più che soddisfacenti.

E’ soddisfatto, perplesso o preoccupato?
Per la situazione personale sono molto ottimista. Mi trovo in un luogo molto vocato per la viticoltura di qualità. Per la situazione generale sono ben preoccupato, in agricoltura si è sempre in meno. C’è sempre una tensione verso un’agricoltura di tipo industriale, che a me non piace e non condivido. Io credo in un’agricoltura che rispetti l’ambiente e l’uomo.

Perché il mondo rurale ha perso di centralità e importanza negli ultimi decenni?
Perché il prodotto alimentare è diventato un prodotto industriale. Tante buone cose spariscono e perdono la propria identità. Altri settori sono di sicuro più remunerativi. Per questo il mondo rurale non attrae più i giovani.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
Sono convinto che in futuro dovrà avere un ruolo importante, anche per il fatto che l’Italia è nota per i suoi prodotti alimentari. Non solo per il vino, ma per l’olio, la pasta e altro.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
Sicuramente per il fatto che la mia famiglia ha una tradizione pluricentenaria, ma avevo anche la possibilità di far altro, di orientarmi altrove. Ho preferito invece la campagna, con tutto ciò che rappresenta.

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Innovativo. Sì, in continua evoluzione, anche per necessità. Chi si ferma d’altra parte sparisce, non ha futuro.

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Amministrative. A favore del legislatore. Sono poco flessibili e non lottano a sufficienza per i diritti degli associati.

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
Propositiva. Dovrà stare dalla parte del consumatore, ma educandolo affinché non ci costringa a fare gli industriali. Spesso il consumatore non ha idea di cosa significhi lavorare con la natura. Il consumatore deve imparare ad accettare i prezzi per ciò che implicano. Il prezzo di un prodotto deve giustificare il lavoro più attento e rispettoso verso la natura.

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Ciascuno deve investire in un settore per il quale dispone di tutte le informazioni necessarie per andare avanti come esperto. Ogni settore credo che abbia il proprio futuro, basta seguirlo attentamente. Occorre informarsi bene e trovare le nicchie giuste per lavorare con successo.

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Ce ne sono molti. Uno tra i tanti di cui ora non ricordo il nome è un produttore di marmellate in montagna, nella Val punteria, in alta quota.

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Non ho idea.

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Sono senz’altro utili, ma in fin dei conti è importante il contatto diretto con il produttore. Conta molto la fiducia. Chi ha la fortuna di conoscere un produttore trova la migliore soluzione nel garantirsi la qualità delle produzioni.

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
Di Fred Strohmeier e Kurt Mayer, Die Erdetragt, Bauerliches Leben, Gestern – Heute Morgen. Ovvero, La terra ci sostiene. Vita rurale, ieri, oggi e domani, Graz 1993.

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
Theodor Storm, Der Schimmelreiter.

Il libro che in questo momento sta invece leggendo?
Diversi libri, tra cui uno di Robert Steidl e Georg Leindl, che indica la strada da intraprendere per giungere a un vino d’eccellenza.

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Forse hanno poco tempo. Gli agricoltori alla sera si addormentano. Io ho una pila di libri, davanti al letto, ma è un’impresa dura il riuscire a opporre una adeguata resistenza al sonno.

di T N