Fuori dal coro 21/03/2009

Stefano Bonamico: l’importanza della terra si inculca sin da bambini

Il giovane imprenditore trentino guarda con fiducia al futuro, ma evidenzia l’urgenza e la necessità di fare formazione. Il suo olio a marchio Dop Garda ha primeggiato al Sirena d’Oro 2009


Stefano Bonamico è nato a Trento il 3 settembre 1982. Laureatosi presso la Facoltà di Ingegneria di Trento nel 2006, divide la sua vita professionale tra l’attività agricola, con la direzione dell’azienda agricola di famiglia, e il ruolo di consulente di sicurezza sul lavoro, quale docente per la Camera di commercio di Trento, Confesercenti di Trento e per molte altre aziende di formazione del Trentino.

“L’attività agricola è una passione che ho nel cuore fin dalla giovane età”, confida. “La speranza – aggiunge - è di poter aumentare la superficie aziendale e costruire una sede per dislocare un frantoio di proprietà”.

A conferma del qualificato impegno nella conduzione della sua azienda agricola con sede ad Arco, l’ olio a marchio “Toniolli”, certificato Dop Garda Trentino, ha vinto tra l’altro l’edizione 2009 del concorso “Sirena d’Oro” per la categoria fruttato leggero.



Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
L’attività agricola fa parte della mia vita da sempre. Mio padre ha sempre svolto questa attività, ma soltanto tre anni fa, appena conseguiti gli studi in ingegneria, ho deciso di dedicarmi all’azienda agricola per portare avanti una tradizione che ci vede legati al territorio da molto tempo.

E’ soddisfatto, perplesso o preoccupato?
Soddisfatto per l’attività agricola, ma perplesso per la cultura alimentare che circola anche tra le persone che lavorano nel settore, come ristoratori o albergatori, in quanto faticano a dare il giusto valore alle piccole produzioni di qualità.

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
Citando un aneddoto, da piccolo la mia famiglia mi portava nei campi a giocare spiegandomi l’importanza della terra. Ai giovani d’oggi manca questo supporto dei genitori per colpa della frenesia che giornalmente il lavoro di porta ad avere. Solo la formazione e le iniziative possono riavvicinare le persone a questo meraviglioso mondo.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
Solo puntando alla qualità.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
In primis per portare avanti una tradizione di famiglia, e poi perché questo mondo mi ha sempre affascinato.

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Gratificante.

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Utili.

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
Qualità.

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Qualsiasi, purché legato al proprio territorio. Bisogna puntare assolutamente sul territorio.

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Consorzio Melinda. In quanto hanno fatto del territorio la loro immagine.

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Luca Zaia.

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Sono fondamentali.

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
Viaggio al centro della provincia, di Marcobaldi

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
I Malavoglia, di Giovanni Verga.

Il libro che in questo momento sta invece leggendo?
Letteratura tecnica sull’agricoltura biodinamica.

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Perché non ne vedono l’utilità, ed è un vero peccato.



di T N